Il Forex Trading è un’attività molto ostica, dove la competitività la fa da padrone. Lo sanno tutti, o quasi, e chi non lo sa lo impara a sue spese una volta fatto il suo esordio nel mercato. D’altronde, sono i primi tempi ad essere i più difficili, con un tasso di abbandono che è incredibilmente alto. Per fortuna, nessuna storia è già scritta e tutti potenzialmente ce la possono fare. E’ sufficiente… Comportarsi bene. Ossia fare trading secondo le regole scritte e non scritte che rispettano gli stessi esperti, chi ce l’ha fatto.

Il passaggio più arduo da compiere, infatti, è proprio quello da trader principiante a esperto. Alcuni, forti di un percorso di formazione solido ma anche di una certa dose di talento naturale, ci impiegano mesi; altri ci mettono anni. Fatto sta che prima o poi questo passaggio si compie, perché l’alternativa è semplicemente gettare la spugna, magari dopo averci rimesso, o in denaro o in tempo sprecato.

Il passaggio non avviene in maniera repentina. Anzi, è piuttosto graduale. Ci si trova spesso in un limbo, a metà strada tra il dilettantismo e il professionismo. Si vaga in una sorta di Serie D. Dunque, è utile capire se si è sulla strada giusta per completare il passaggio analizzando se stessi e il proprio operato da fuori, con una specie di esame di coscienza. A tal proposito, può essere utile il piccolo test che presentiamo qui di seguito. Esso consiste in poche semplici domande. Se rispondete sì a tutte, allora siete già dei professionisti, dei trader esperti.

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Stai guadagnando?

E’ il requisito minimo per dirsi esperto. E’ anche, a dire il vero, quello più vistoso. E’ logico: se un trader sta guadagnano, è come minimo competente, ed è probabile che possa definirsi esperto… O incredibilmente fortunato. Si dà il caso, però, che la fortuna sia un concetto molto relativo nel Forex Trading, e in ogni caso è impensabile affidarsi alla sorte. Si sconfinerebbe nel campo del gioco d’azzardo, approccio che è l’esatto contrario di quello adottato dai professionisti.

Per inciso, anche se questo requisito non lascia dubbi sul suo ruolo nel decretare il grado di esperienza di un trader, è davvero difficile da raggiungere. E’ questa la spiacevole verità: la maggior parte dei trader chiude l’anno in perdita. Secondo le stime più pessimistiche, addirittura l’85%. Da qui deriva, appunto, la legittimità di questo dato a comprovare il grado di esperienza di un trader.

Hai un trading system?

Sia chiaro, avere un trading system non è necessario ai fini dell’attività di trading. Soprattutto se questa viene svolta con ritmi non serrati. E’ il caso, per esempio, dello swing trading, che gioca sul lungo termine. In quel caso, come in tanti altri, è sufficiente adottare qualche accorgimento di money management, produrre una analisi dei prezzi più precisa possibile e operare.

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Tuttavia, il trading system è altamente sconsigliato, specie se si fa trading intraday o multiday (ma non swing). In questo caso, il TS si rivela uno strumento fondamentale per riuscire a domare l’incertezza del mercato, per conferire sempre e comunque l’elemento razionale nell’apertura e nella chiusura delle posizioni.

Ora, creare un TS, ma anche adattare uno altrui, è difficile. Sono molti, infatti, gli elementi che lo compongono. Ne consegue che chi opera con un TS e riesce a rispettarne i dettami in maniera disciplinata, è senz’altro più vicino al concetto di professionismo che di dilettantismo. Se poi questo TS è efficace, ovvero produce trade vincenti, ciò è sicuramente indice di competenza.

Pratichi una efficace analisi tecnica?

Chi fa Forex Trading sa quanto importante sia l’analisi tecnica. Essa, infatti, può essere paragonata a una torcia che consente di vedere quando tutto attorno è buio. Accende una luce sul futuro prossimo dei prezzi. Sia chiaro, non li prevede in maniera precisa (ci mancherebbe) ma senz’altro ne indica la direzione. L’analisi tecnica, infatti, è lo strumento attraverso il quale si recepiscono i segnali del mercato.

Ora, tutti praticano l’analisi tecnica. In caso contrario, si rimarrebbe confinati in un approccio simile al gioco d’azzardo. Ciò che distingue il principiante dall’esperto è il “come”.

Quali caratteristiche vanta l’analisi tecnica fatta da un esperto? Ebbene, potrebbe essere un po’ intuitivo ma è proprio così: è meno complessa. L’analisi tecnica più efficace è quella che fa uso di un numero ristretto di indicatori, se possibile facili da leggere. Un principiante, nel tentativo di fare bene, mette molta carne al fuoco, utilizza molti indicatori. Un esperto va a colpo sicuro, e utilizza due, tre, quattro indicatori, consapevole dell’efficacia di questi rispetto al suo modo di fare trading.

Sai leggere correttamente un calendario economico?

Questo requisito riguarda non l’analisi tecnica, bensì quella fondamentale. Lo strumento principale mediante cui si pratica l’analisi fondamentale è proprio il calendario economico. Esso infatti segnala gli eventi in programma giorno per giorno, in alcuni casi riportando informazioni molto utili circa le stime degli analisti, i dati precedenti e soprattutto il grado di importanza.

Leggere il calendario economico è solo all’apparenza facile. Il motivo di questa difficoltà “intrinseca”, quasi occulta, sta nella ratio con cui a ogni evento viene assegnato il grado di importanza. Ebbene, è un grado di importanza “generico”, valido un po’ per tutti e un po’ per nessuno.

Il trader esperto considera questo elemento fino a un certo punto. Egli sa, a prescindere da quanto c’è scritto nel calendario economico, se un evento è importante per lui e non lo è. Anche perché, per esempio, il dato sull’inflazione australiana è spesso contrassegnato da un grado di importanza medio, ma è evidente che se il trader investe sul dollaro australiano si tratta di un market mover essenziale.

Sai aspettare?

Quello dell’attesa è un aspetto controverso, anche perché controintuitivo, almeno stando al senso comune. Nell’immaginario collettivo, infatti, il trader vincente è un vero animale di mercato, in grado di cogliere freneticamente tutte le occasioni. Ebbene, è un ritratto puramente cinematografico, che strizza l’occhio anche a una certa letteratura, ma che nella realtà si configura nient’altro che come un pregiudizio.

Il trader vincente, anzi esperto, può essere paragonato piuttosto a un cecchino. “Spara” solo se ha veramente il bersaglio a portata di mano e, in genere, va a colpo sicuro. All’occorrenza, quindi, sa aspettare. E lo fa con calma e serenità, senza che questa attività gli pesi minimamente. Dunque, se avete già sperimentato l’attesa, e anzi fa parte del vostro modus operandi, probabilmente siete più vicini al professionismo che al dilettantismo.

Non che maturare questa skill sia semplice. Anche perché il mercato è capace di mettere sotto pressione in ogni momento, anche quando non si è dentro. Probabilmente, la sensazione – spesso falsa – di stare perdendo le occasioni genera un sommovimento emotivo pari allo stress di chi, invece, ha una posizione aperta.

Reagisci bene alle sconfitte?

Questo è un requisito fondamentale. Riguarda la sfera psicologica, che non viene mai abbastanza considerata. Il trader, anche quello più esperto, non va considerato come un attore economico freddo, calcolatore e razionale. E’ un uomo nel vero senso della parola, quindi attraversato da sconvolgimenti emotivi. Ciò che separa i competenti dai mediocri è la capacità di resistere, di gestire le emozioni.

Particolarmente forti sono quelle che seguono a una sconfitta: tristezza, sfiducia, pessimismo, disistima, voglia di riscatto, rabbia. Ebbene, sono tutte emozioni fisiologiche ma allo stesso tempo dannose. Un bravo trader reagisce alla sconfitta in modo costruttivo. Assorbe il colpo, registra l’errore, capisce dove ha sbagliato, si rialza e continua a operare secondo le regole che lui stesso si è dato.

Soprattutto, sa perfettamente che la sconfitta fa parte del gioco. La accetta come un fatto inevitabile, per quanto contenibile. Perché la verità, spiacevole ma inconfutabile, è che tutti – almeno qualche volta – perdono, anche i trader più vincenti.

Hai sangue freddo?

Siamo sempre nel campo della psicologia. In questo caso, però, non si tratta di tenere a bada le emozioni negative, bensì di neutralizzare il vero convitato di pietro dell’attività di trading: lo stress. Esso è una componente fondamentale, immancabile. Tuttavia, è relativamente facile da trattare. Le regole sono quelle che si dovrebbero rispettare durante una qualsiasi attività, nella vita quotidiana come in quella professionale, in cui c’è in gioco qualcosa.

Trasformare lo stress in una risorsa, piuttosto che considerarlo un impedimento. D’altronde lo stress è una risposta fisiologica a una situazione di pericolo. Fa bene. Per farlo occorre mantenere il sangue freddo, ovvero la lucidità. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario fare esperienza. Alcuni, però, sono dotati di naturale sangue freddo e ciò sicuramente li avvantaggia.

Ad ogni modo, se siete in grado di mantenere la barra a dritta anche quando il mare si fa burrascoso, quando insorgono gli imprevisti, è probabile che possiate dirvi “esperti del trading”.

Sei capace di cambiare in corsa?

E’ paradossalmente uno dei requisiti più duri da rispettare. Anche perché mette in gioco la fiducia in se stessi. Chi ha deciso di operare in un certo modo, persegue un dato approccio e mette in pratica il suo trading system, è come se investisse su se stesso. Per questo motivo cambiare è difficile: sarebbe come tradirsi, sconfessare se stessi. Eppure, è assolutamente fondamentale possedere questa ennesima freccia al proprio arco.

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Perché è necessario saper cambiare? Semplice, perché è il mercato a cambiare. Anche qualora si adottasse idealmente il migliore dei trading possibili, prima o poi questo potrebbe risultare obsoleto, e rappresentare una risposta valida a una domanda sbagliata. Dunque, occorre cambiare.

Spesso, cambiare in corsa, magari quando l’analisi tecnica si è rivelata fallace e la posizione rischia di far perdere denaro e non risultare poi così profittevole. Cambiare è difficile, non solo per la portata psicologica del cambiamento, ma anche perché, a volte, per rimanere a galla serve improvvisare. Per chi è abituato alla disciplina è molto arduo.

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