Il periodo attuale vede un dollaro in grande spolvero, con l’euro ancora sotto quota 1,150. Questo stato delle cose è destinato a permanere nel breve e nel medio periodo o è lecito aspettarsi una risalita dell’euro? A questa domanda ha cercato di rispondere Credit Suisse, nella persona di Luca Bindelli, Head of Global Rates & FX Strategy dell’istituto elvetico. MilanoFinanza ha riportato le sue dichiarazioni in un recente articolo.

Perché il dollaro si sta apprezzando

La politica monetaria. La Fed da molto tempo si è posta sul sentiero del rialzo dei tassi. Certo, questo sentiero è percorso con lentezza e prudenza dalla banca centrale americana, ma le differenze rispetto al resto del mondo e soprattutto rispetto all’Europa sono notevoli. Il tasso BCE, infatti, è ancorato allo 0% e rimarrà tale per tutto il 2019, come minimo. Questo, tra le altre cose, pone in essere precise dinamiche di portafoglio. Afferma Bindelli: “In questa situazione, il reddito fisso statunitense privo di copertura è particolarmente interessante da detenere per gli investitori stranieri. Non sorprende pertanto che gli Usa possano facilmente rifinanziare il rispettivo deficit delle partite correnti con afflussi di portafoglio, limitando la pressione di vendita sul dollaro”.

Il contesto geopolitico ed economico. A spingere il dollaro sono anche le performance economiche. Il rallentamento tanto atteso si è rivelato come la classica montagna che ha partorito un topolino, il tutto a fronte di un miglioramento molto limitato da parte dell’economia europea. Inoltre, le tensioni sul fronte commerciale Usa-Cina, paradossalmente avvantaggiano il dollaro in quanto smorzano la propensione al rischio. Secondo Bindelli, infatti: “Il quadro ciclico resta relativamente favorevole per il dollaro nel breve termine, a fronte di un limitato miglioramento nel resto del mondo e del rallentamento più debole del previsto negli Stati Uniti. La recente fiammata delle tensioni commerciali tra Usa e Cina ha accresciuto l’avversione al rischio, andando ulteriormente a beneficio del dollaro”.

Le prospettive dell’euro-dollaro

Dunque, il dollaro è favorito su molti fronti, almeno nel breve termine. Se allarghiamo il campo ai prossimi dodici mesi, quali sono le prospettive dell’euro-dollaro? In un clima di incertezza come quello attuale fare previsioni è molto complicato. Tuttavia, Credit Suisse ha le idee abbastanza chiare, per quanto lasci la porta aperta a più scenari.

La questione del fondo del barile

Le previsioni dal punto di vista economico e le prospettive geopolitiche non sembrano destinate a una evoluzione nel breve termine. L’economia statunitense dovrebbe ancora rendersi protagonista di buone performance economiche, mentre è improbabile che l’economia europea compia un balzo in avanti tale da cambiare le carte in tavola.

Tuttavia, a favore di un cambio trend, spicca un fenomeno particolare. Attualmente, le dinamiche di portafoglio si attestano a un livello limite. Le posizioni long in dollaro sono, ad oggi, molto estese, forse troppo. Secondo Bindelli, “Ciò significa che qualsivoglia rialzo del dollaro richiederà significativi miglioramenti dei dati statunitensi in rapporto al resto del mondo o dati scarsi a livello globale e negli Usa , che tra le altre cose potrebbero spingere la domanda per i porti sicuri a favore del dollaro . Nel contempo, poiché i partecipanti al mercato al momento non detengono consistenti posizioni in euro, siamo dell’idea che modesti miglioramenti rispetto alle (basse) aspettative potrebbero contribuire a supportare l’euro e le altre valute cicliche”.

La conclusione di Credit Suisse

Dunque, per pensare a un deprezzamento del dollaro rispetto all’euro è necessario ipotizzare una modifica, per quanto molto lieve, delle performance economiche di Stati Uniti ed Europa. Sono realistiche queste ipotesi? Secondo Credit Suisse, sì. Sono più d’uno gli elementi che lo fanno pensare. In primo luogo, le previsioni di una inversione del ciclo USA entro i prossimi dodici mesi, o comunque di una condizione di pre-stagnazione. In secondo luogo, la Cina è data in ripresa verso l’ultima parte dell’anno, evento che dovrebbe determinare un miglioramento delle performance dell’Europa, legata al colosso asiatico da stringenti dinamiche commerciali.

Bindelli, dunque, giunge alla seguente conclusione: “Riteniamo che, da ultimo, il ciclo possa diventare negativo per il dollaro nel secondo semestre a fronte dell’ampliamento della ripresa globale guidata dalla Cina. Tale ripresa dovrebbe consentire al resto del mondo di recuperare, con un’inversione dei precedenti guadagni del dollaro. Su questa base, siamo leggermente più costruttivi sul cambio euro/dollaro nei prossimi 12 mesi e il nostro target è un livello di 1,17. Restiamo neutrali su una base di tre mesi”.

Ricapitolando, calma più o meno piatta nell’immediato, discreta risalita dell’euro sul dollaro entro maggio 2020.