Investire in borsa online (e guadagnare) è un’attività complicata ma non impossibile, anche se si è principianti. E’ sufficiente, infatti, rispettare alcuni consigli e compiere, in particolare, 5 passaggi. Ecco quali.

Stabilire gli obiettivi. E’ la prima cosa da fare. Qualsiasi attività, investimenti compresi, rischia di fallire se gli obiettivi non sono chiari. “Diventare ricchi” non è un obiettivo, piuttosto un desiderio, se non una vaga aspirazione. Definire gli obiettivi vuol dire innanzitutto quantificare. Si parla, quindi, di obiettivi “monetari”. Tra quello più comune possiamo annoverare acquistare una casa, e in questo caso si va già sulle decine, se non centinaia di migliaia, di euro. Un obiettivo è anche quello di acquisire una rendita passiva tale da eguagliare il proprio stipendio, e in questo caso – prendendo in esame la busta paga media – si parla di 20.000 euro all’anno. Se l’obiettivo riguarda una spesa futura, come per esempio garantire un proficuo percorso di studio ai propri figli, è necessario effettuare delle stime precise, quindi è consigliata la massima precisione, laddove questa sia possibile.

Determinare la propria tolleranza al rischio. Questo è un punto cruciale. La tolleranza al rischio determina in maniera più che decisiva le modalità con cui si effettua un’attività di investimento. Non esistono solo una tolleranza alta e una bassa, in mezzo ci sono molte sfumature. Soprattutto, la tolleranza non va stabilita a pelle, su una base istintuale o caratteriale. Certo, questi fattori contano, ma non più di tanto. Tra gli elementi che vanno considerati quando di studia la propensione al rischio vi è la disponibilità economica. La domanda da porsi è: quanto posso permettermi di perdere? Quanto sono disposto a perdere?. Le considerazioni, come già anticipato, sono in parte tecniche e in parte soggettive. E’ una questione di percentuali ma anche di personalità. A parità di patrimonio, due individui dal carattere diverso possono considerare in maniera differente una perdita oggettivamente identica.

Studiare il mercato azionario. E’ probabilmente la fase più importante. Benché sia in voga il concetto di “giocare in borsa”, il trading azionario non ha nulla a che vedere con il gioco d’azzardo. O meglio, potrebbe averci a che fare, ma in questo caso ci si incamminerebbe verso il fallimento, a meno di clamorosi colpi di fortuna. Investire è un’attività che presuppone razionalità e conoscenze in egual misura. Quindi, è necessario studiare… Ma come? Chi frequenta facoltà a carattere economico e finanziario ha una infarinatura di base ma ciò non implica che i profani siano preclusi dal trading azionario. Anzi, le fonti per studiare da autodidatta ci sono e sono numerose. Tra i testi più importanti (alcuni sono solo in inglese) spiccano i seguenti:

  • The Intelligent Investor e Security Analysis di Benjamin Graham
  • The Interpretation of Financial Statements di Benjamin Graham e Spencer Meredith
  • Investire nelle aspettative di Alfred Rappaport e Michael J. Mauboussin
  • Common Stocks and Uncommon Profits di Philip Fisher.

Scegliere gli investimenti (diversificando). E’ la parte più difficile. Va detto, in primo luogo, che non esiste un asset migliore di un altro. Esistono, in verità, solo asset adatti al proprio stile, alla propria tolleranza al rischio e funzionali ai propri obiettivi. Chi ha una tolleranza al rischio alta dovrebbe optare per asset volatili ma in potenza capaci di regalare molti profitti. Chi ha una tolleranza al rischio bassa dovrebbe puntare sugli asset più sicuri, per quanto meno redditizi. In questo secondo caso, una opportunità di investimento è data dai titoli azionari del settore farmaceutico e alimentare, che sono anticiclici e quindi poco inclini a produrre variare considerevoli. Un’altra consiglio è quello di diversificare il più possibile. Questa indicazione vale per tutte le tipologie di investimento e non solo quello azionario. Diversificare vuol dire mettere al riparto il proprio capitale, proteggersi dagli imprevisti.

Imparare a monitorare e controllare i risultati. Il miglior modo è stabilire un benchmark, ossia un asset di riferimento utile a misurare correttamente le proprie performance. I benchmark più diffusi sono quelli basati sulle prestazioni degli indici dei vari mercati in quanto consentono di determinare se un investimento sta perlomeno replicando l’andamento del suo stesso mercato. Un suggerimento utile, inoltre, è quello di non dare per scontato che un titolo che sale sia, a prescindere, un buon titolo. Se la crescita è inferiore a quella conseguita dal benchmark, non lo è affatto. Vanno fatte infine considerazioni di carattere più generale, che non riguardano un solo asset ma l’investimento in generale. Le nostre attività stanno rispettando le attese? Confrontare il dato reale con quello atteso può essere utile ad “aggiustare il tiro”, laddove è possibile.