Il Forex Trading – come tra le altre cose il trading in generale – è un’attività che richiede un costante impegno di risorse intellettuali ed emotive. I messaggi pubblicitari in cui ci si imbatte frequentemente, e che suggeriscono una facilità di fondo nel produrre denaro, sono lontani dalla realtà. Le risorse intellettuali vanno tuttavia incanalate nell’utilizzo di strumenti specifici, tipici dell’esercizio del trading. Tra gli strumenti, o per meglio dire “insieme di strumenti” spicca sicuramente l’analisi tecnica. Con questo termine si intende lo studio rigoroso dei grafici e dei movimenti di prezzo, realizzato all’interno di una prospettiva ben codificata, il quale, almeno potenzialmente, consente di prevedere il futuro prossimo (e perché no anche remoto) di qualsiasi asset.

La caratteristica principale dell’analisi tecnica, e che la contraddistingue da qualsiasi altro strumento utilizzato per tradare, consiste nella pretesa scientificità. L’analisi tecnica, infatti, pretende di essere quanto di più vicino alla scienza matematica ci possa essere a disposizione degli investitori. Questa “verità” viene messa in discussione dai detrattori, i quali affermano – e non senza ragione – che i presupposti sui quali si basa siano arbitrati, se non addirittura falsi. Questi presupposti, che agiscono nella veste di postulati, sono ben noti agli investitori e agli analisti.

Analisi tecnica: i postulati

Sebbene i detrattori contestino i contenuti dei postulati, giudicandoli arbitrari, va specificato che anche nella peggiore delle ipotesi l’analisi tecnica è una risorsa imprescindibile poiché consente di comprendere il mercato. E’ sufficiente, per i più pessimisti, essere pronti a mettere in discussione gli orientamenti e i segnali che scaturiscono dall’analisi tecnica e quindi, se necessario, cambiare tattica in corsa. Ad ogni modo, i postulati su cui si basa questa disciplina sono i seguenti.

La storia si ripete. Alla base dell’analisi tecnica vi è la convinzione che il mercato reitera gli stessi comportamenti in maniera più o meno ciclica. In estrema sintesi, a premesse uguali corrispondono sviluppi uguali. Il corollario di tale postulato è che sia possibile creare dei modelli, sui quali basarsi per capire come un asset si muoverà nell’immediato futuro. In effetti, è proprio quello che succede nell’analisi tecnica, che si avvale della presenza di numerosi modelli, alcuni dei quali piuttosto raffinati e che si basano su evidenze niente affatto scontato o visibili. Ma… Perché la storia si ripete? Semplice, perché gli uomini in fondo rimangono gli stessi. Le motivazioni, le paure, persino gli approcci non cambiano.

I prezzi scontano tutto. E’ con tutta probabilità l’assunto che più di tutti genera discussioni. E’ il più contestato perché nega, nei fatti, la necessità di approcci diversi da quello tecnico, quindi essenzialmente grafico. Dire che i prezzi scontano tutto vuol dire negare la necessità di studiare l’ambiente economico, politico e sociale, come anche le dinamiche che regolano il comportamento umano che, si sa, esercitano un certo peso – a livello di fiducia, razionalità e irrazionalità – nei mercati. Per questo motivo, i fautori dell’analisi tecnica tendono a “odiare”, o perlomeno mettere pesantemente in discussione, l’analisi fondamentale, che infatti studia l’ambiente in cui sono immersi gli asset. Dal punto di vista meramente tecnico, dire che i prezzi scontano tutto vuol dire credere che qualsiasi cambiamento nel trend, persino esogeno, viene abbondantemente e anticipatamente segnalato dai prezzi stessi. Ciò è vero, ma solo in parte, dal momento che gli shock non sono rari e hanno effetti ben visibili. I sostenitori dell’analisi tecnica, tuttavia, asseriscono che in queste situazioni il margine di prevedibilità è nullo anche per l’analisi fondamentale.

Il mercato si muove in trend. Questa frase, all’apparenza enigmatica, suggerisce in realtà una semplice verità: i prezzi non si muovono in modo causale ma seguono delle tendenze le quali, se non intervengono shock, tendono a perpetrare se stessi fino a quando non vanno incontro a un esaurimento, a un sorta di morte naturale. Questo postulato, in realtà, è condiviso anche da chi sostiene l’analisi fondamentale e non è esclusivo dominio dell’analisi tecnica. Ad ogni modo, la convinzione o il dato di fatto della “tendenza a seguire un trend” pone in essere alcune conseguenze. In primo luogo, conferisce importanza allo studio delle serie storiche. Secondariamente, suggerisce la necessità, per i trader che puntano a un guadagno affidabile, di non contraddire il trend, dunque di tradare seguendo la direzione che il mercato ha intrapreso. Da qui il famoso slogan: “il trend è tuo amico!”

Gli strumenti dell’analisi tecnica

Come funziona nello specifico l’analisi tecnica? In realtà il meccanismo è piuttosto semplice e si basa sul ricorso agli indicatori. Con questo termine si indicano quegli strumenti che misurano il mercato da un “certo punto di vista”. Da tali misurazioni, che vengono confrontati dai modelli di prezzo esistenti e praticamene immutabili, si ricavano segnali. In breve, gli indicatori, se letti con una certa capacità interpretativa suggeriscono come mettere a segno i trader.

Esiste un numero enorme di indicatori, sebbene si tenda a utilizzarne una porzione limitata, varianti comprese. La notizia positiva è che la totalità delle piattaforme, e quindi dei broker, offre un pacchetto subito disponibile di indicatori. La differenza tra un broker fornito e un broker meno fornito risiede nella diversa quantità di indicatori messi a disposizione.

Tra gli indicatori più utilizzati spiccano quelli a base di “media mobile“. Per media mobile si intende una media dei prezzi che si muove insieme al prezzo stesso. Viene in genere rappresentata con una linea che incrocia o meno la linea di prezzo vera e propria. A seconda dei periodi, ossia dei frame considerati, viene considerata lenta o veloce.

Per esempio, l’interazione di una media mobile veloce con una sua analoga lenta dà un segnale, il progressivo allontanamento un’altro segnale.

Indicatori importanti sono anche quelli che segnalano la presenza di una situazione di ipervenduto e di ipercomprato. Tali condizioni a loro volta segnalano dei cambiamenti del trend (o perché no anche una loro conferma).

La fruizione degli indicatori viene in genere completata dallo studio di alcuni punti specifici, che segnalano la presenza di uno spartiacque. L’esempio più evidente è la coppia resistenza-supporto. Quando un prezzo sfonda una resistenza vuole dire che il trend positivo viene confermato, quando il prezzo oltrepassa il supporto significa che a essere confermato è il trend negativo. Ad ogni modo, gli approcci ai supporti e alle resistenze sono numerosi.

Analisi tecnica: l’approccio migliore

Utilizzare coerentemente e correttamente l’analisi tecnica non è affatto facile. Potenzialmente, si tratta di una risorsa efficacissima. Se non altro, nella peggiore delle ipotesi, ha lo scopo di togliere il dominio sul trade alla parte emotivo, dunque sostituire la programmazione all’approssimazione, che figura tra le derive più pericolose per qualsiasi trader.

Tuttavia, sarebbe un grave errore assegnare all’analisi tecnica attributi eccessivamente scientifici. Anche se fatta bene, l’analisi tecnica può essere benissimo contraddetta dal mercato. In questo caso, i limiti dello strumenti coincidono esattamente con i limiti di chi lo usa: l’uomo è imprevedibile, per quanto belli possano essere i discorsi sulla ciclicità del mercato, dunque i modelli possono anche rivelarsi inefficaci.

Il consiglio, in definitiva, è affidarsi agli indicatori ma essere allo stesso pronti per cambiare in corsa. Fidarsi sì, ma non ciecamente.