Nasdaq è l’acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotations. Nyse è l’acronimo di New York Stock Exchange. Sono i due più grandi mercati azionari degli Stati Uniti, in grado di influenzare lo stock market a livello mondiale. Le due entità sono coinvolte in una specie di competizione, sono considerate a tutti gli effetti delle rivali. Eppure si caratterizzano per delle differenze anche profonde. Di seguito, una panoramica esaustiva e completa delle differenze nonché alcune informazioni precise sul loro funzionamento.

Nasdaq e Nyse: una competizione accesa

Attualmente, il primo posto in classifica spetta al Nasdaq. A lui si deve un merito notevole: aver introdotto il digital nel mondo dell’azionario, almeno negli Stati Uniti. Ciò ha fatto sì che molte aziende tecnologiche, come Facebook, lo scegliessero per le loro quotazioni, in particolar modo nella fase IPO (ossia quando un titolo azionario esordisce nel mercato).

Di recente, e il network di Mark Zuckerberg rappresenta un esempio lampante, il Nasdaq si è reso protagonista di alcuni scivoloni. Il Nyse, quindi, ha potuto recuperare terreno, drenando dal rivale numerose realtà importanti del settore Hi-Tech. Ciononostante, il Nasdaq mantiene ancora il primato. A tal proposito, va specificato che il Nyse è molto più antico, essendo stato fondato nel lontanissimo 1792. Il Nasdaq è nato quasi due secoli dopo (1971), primo mercato al mondo ad accettare scambi esclusivamente per via elettronica. Nell’azionario, però, l’esperienza pregressa evidentemente conta poco. A dire il vero, se il Nasdaq è al primo posto per quota di mercato e volume scambiato, il Nyse lo supera per capitalizzazione. Quest’ultimo criterio, tuttavia, quando si ragiona sulla grandezza di un market, passa in secondo piano.

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Nasdaq vs Nye: la differenza sostanziale

Oltre ai numeri, a dividere Nasdaq e Nyse è la sostanza, ossia il principio di funzionamento. Semplicemente, si trada in maniera diversa. Il primo è principalmente un “dealer”, il secondo è un mercato di aste.

Il dealer è a tutti gli effetti un intermediario finanziario che impiega risorse in modo da comporre un portafoglio di titoli. In buona sostanza, il dealer si posiziona a metà strada tra gli investitori e le banche. Nello specifico, acquista un titolo a “prezzo denaro” e lo vende a “prezzo lettera”, generalmente più alto del primo. Il valore del titolo non è determinato dallo scontro tra domanda e offerta, bensì dal dealer stesso. Nell’immaginario collettivo, questi è uno speculatore ma in realtà assolve a una funzione necessaria: favorisce lo scambio dei titoli, rende più agevole l’incontro tra chi compra e chi vende.

Il funzionamento del mercato ad aste, invece, è molto più intuitivo e segue le dinamiche già note alla gente comune. Vince, in estrema sintesi, chi offre di più. Da questo principio è nata l’immagine celebre del trader che urla ordini di acquisto o di vendita in un clima caotico. Questa immagine, va detto, appartiene al passato. Anche perché persino il Nyse è gestito mediante asta telematica: gli ordini negoziali vengono eseguiti elettronicamente, attraverso le tante possibilità che la tecnologia digitale offre.

Il Nyse è un mercato particolare in quanto è sì ad asta, ma ad “asta continua”. Ciò implica che nel Nyse le proposte di negoziazione non vengono erogate in un intervallo di tempo specifico e circoscritto ma in maniera costante, durante l’intero orario di apertura delle borse. Il Nyse, a dispetto dell’età, è un mercato incredibilmente dinamico, per certi versi volatile, poiché il prezzo viene aggiornato più e più volte nell’arco di una giornata. Inoltre, è un mercato bidirezionale: i prezzi vengono proposti sia da chi compra che da chi vende. Anche questa caratteristica contribuisce a rafforzare l’elemento di volatilità.

Un’altra differenza importante tra il Nasdaq e il Nyse consiste nei requisiti per partecipare agli scambi. Per poter far parte del Nyse, per esempio, le aziende devono emettere almeno 1.100.000 azioni e avere dai 400 azionisti in su. Il Nasdaq è più esigente: le azioni devono essere almeno 1.250.000. Le azioni, poi, devono essere quotate a una cifra pari o superiore ai 4 dollari. Ciò fa del Nasdaq un mercato riservato alle aziende più importanti, ricche e stimate.

Nasdaq, Nyse: chi vi partecipa

In verità, il bacino di “utenza” non si caratterizza solo per potere economico. Negli anni, come già accennato all’inizio dell’articolo, i due mercati si sono specializzati in categorie differenti, che non hanno a che fare solo con mere questioni economiche. Nel Nyse sono quotate soprattutto i brand storici, con molta storia alle spalle come Walmart, Coca Cola, Citigroup. Nel Nasdaq invece sono quotate buona parte delle aziende tecnologiche di alta gamma: Facebook, Amazon, Google. Giusto per fornire qualche coordinata numerica, va specificato che le aziende quotate nel Nyse sono 1.860 mentre quelle quotate nel Nasdaq sono 2.900.

Gli indici

Gli indici del Nasdaq sono i seguenti.

Nasdaq Composite. Per essere ammesso a questo indice, l’emittente deve prima di tutto aderire al Nadaq. Deve inoltre godere di uno dei seguenti profili di sicurezza:

  • American Depositary Receipts (ADRs)
  • Common Stock
  • Limited Partnership Interests
  • Ordinary Shares
  • Real Estate Investment Trusts (REITs)
  • Shares of Beneficial Interest (SBIs)
  • Tracking Stocks

Non sono inclusi fondi chiusi, Etf, derivati.

Nasdaq 100. Questo indice rappresenta l’elite delle compagnie quotate in borsa. Si può considerare come una specie di top 100. Tra i nomi più prestigiosi compaiono la Apple, la Cisco, Facebook, eBay, Intel, Microsoft etc.

Nasdaq Biotechnology Index. L’indice è dedicato alle aziende di biotecnologia.

Il Nyse ha un indice a se stante e quattro diversi sotto-indice. E’ presente un sotto-indice dedicato alle aziende industriali, uno per quelle di trasporto, uno per le aziende di pubblica utilità e un altro per le aziende finanziarie. Dal 2002, gli indici sono calcolati dalla Dow Jones & Company. Sono stati creati, però, quasi quaranta anni prima, per la precisione nel 1966.

Nasdaq e Nyse sono due mercati rivali, ma in realtà si sono specializzati nel corso del tempo. Dunque, a secondo delle caratteristiche della propria azienda, vanno presi in considerazione entrambi. Lo stesso vale per i trader.