Internet ha cambiato la vita delle persone, sia per ciò che concerne la sfera privata che quella economica. Per esempio, sono nate nel corso degli ultimi anni modalità di investimento che si basano sull’elemento digitale. La conseguenza più importante di questo processo è rappresentata dalla possibilità, per un numero molto ampio di persone, di accedere a servizi prima appannaggio di professionisti o mediati da organismi che puntano (legittimamente) al profitto.

Questa conseguenza riguarda soprattutto i piccoli investitore, ossia coloro che hanno a disposizione un capitale minimo o comunque basso, magari frutto del lavoro e non di una rendita. Oggi investire piccole somme online, e trarne un profitto soddisfacente, si può.

E’ necessario però avere le idee chiare, anche perché le tante possibilità oggi a portata di mano possono provocare un certo disorientamento. La prima questione da dirimere è l’obiettivo di fondo. Si investe per far fruttare un capitale o per speculare? Nel primo caso l’approccio è prudente, e prevede l’impiego di strumenti di un certo tipo. Nel primo caso l’approccio è più proattivo, e prevede l’impiego di strumenti del tutto diverso.

Se l’obiettivo è valorizzare il risparmio, investire piccole somme online si riduce spesso alla sottoscrizione di prodotti finanziari su internet, come quelli che mettono a disposizione le banche e gli istituti di credito. Alcune realtà, infatti, consentono di aprire dei conti deposito direttamente online (vedi INGdirect)

Se l’obiettivo è speculare, quindi guadagnare il più possibile, magari a discapito delle garanzie di sicurezza, è necessario praticare attività più rischiose come il trading online. Anche in questo caso le opportunità sono numerose, dal momento che esistono varie tipologie di trading. Il Forex è una delle soluzioni più apprezzate, sebbene richieda delle competenze specifiche. Stesso discorso per le opzioni binarie, il cui meccanismo però è di gran lunga più semplice e simile alle scommesse. Per chi vuole cimentarsi in qualcosa di ostico, azioni e CFD possono fare al caso suo. Le barriere all’entrata, in questo caso, sono determinate non tanto dai costi iniziali quanto dal livelli di competenze che è necessario possedere.

Il minimo comune denominatore di tutte queste alternative è il livello delle barriere all’entrata, che è molto basso. Ovviamente dipende dal broker, ma in genere è possibile iniziare con cifre irrisorie, anche intorno ai 100 euro.