E’ un periodo molto strano per i mercati, quello dell’emergenza sanitaria a livello mondiale. Dopo un iniziale crollo, i mercati stanno cercando di riprendersi, nell’attesa che si possa tornare alla normalità il prima possibile. In questa situazione, a lasciarci le penne sono state quasi tutte le asset class. Ovviamente anche le criptovalute stanno accusano il colpo. Tuttavia, se l’obiettivo è reagire prontamente, è bene conoscere i motivi per cui l’attuale emergenza coronavirus sta incidendo sulle criptovalute.

Ne parliamo in questo articolo, proponendo inizialmente una panoramica aggiornata a fine aprile 2020 e una riflessione sulle dinamiche che stanno interessando le criptovalute.

Cosa sta accadendo nel mercato delle criptovalute

Le criptovalute si stanno comportando come la maggior parte degli asset, Ovvero, dopo un crollo consistente a inizio epidemia, stanno cercando di risollevarsi. Ovviamente, con le dovute differenze tra criptovaluta e criptovalute. Per avere una chiara idea della situazione, però, possiamo fare riferimento al Bitcoin, che funge da benchmark per tutte le altre (come ha sempre fatto del resto, anche in tempi non sospetti).

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Ebbene, il Bitcoin prima che scoppiasse l’epidemia era inserito in un trend ascendente. Dopo un anno e mezzo con molti bassi e pochi altri, aveva iniziato a dare l’impressione che poco per volta potesse recuperare livelli vicini ai massimi del 2017. A inizio marzo è crollata però del 50% circa, e ora sta annaspando per recuperare. Attualmente, comunque, è lontano sia dai livelli pre-pandemia sia dai livelli di inizio anno.

Cosa dimostra questa dinamica? Una verità che era sotto gli occhi di tutti, anche se molti preferivano non vederla: il Bitcoin non è affatto un bene rifugio e, almeno per ora, non possiede la struttura per interpretare questo ruolo. Una delle narrative che sono state ricamate negli ultimi anni, e soprattutto durante il periodo della crescita esponenziale, ritrae il Bitcoin come una specie di nuovo oro. Ebbene, il Bitcoin si sta comportando esattamente come un qualsiasi asset particolarmente volatile, dunque è palese che questa narrativa non corrisponda alla realtà.

Le cause psicologiche

Che il Bitcoin si comporta in maniera simile agli asset volatili, per esempio alle azioni, non significa che non abbia delle sue peculiarità. Anzi queste sono numerose ed evidenti, e a dimostrarli sono anche i motivi diretti del suo recente calo. Ovviamente, il discorso può essere parzialmente esteso a tutte le criptovalute, dal momento che l’asset class registra alcuni importanti elementi di omogeneità.

Prima di analizzare le cause “peculiari” è bene fare riferimento a una causa che accomuna tutti gli asset, quasi indistintamente: la paura. Se si parla di investimenti, e in particolare di investimenti speculativi, il nuovo e l’imprevisto fanno sempre paura. Se poi il nuovo e l’imprevisto sono causati da un evento grave e inedito la paura è ancora più intensa. E non si può negare che questa pandemia abbia queste caratteristiche. Si fa riferimento ad essa come al celeberrimo cigno nero, e tale attribuzione appare giustificata dai fatti.

In una situazione di paura, si tende a recuperare la liquidità, a disinvestire. Da qui l’ondata di vendite e il conseguente calo dei prezzi. Ebbene, una dinamica del genere ha coinvolto anche il Bitcoin e in generale le criptovalute. Fanno eccezione appunto i beni rifugio, come l’oro (che pura ha attraversato i suoi momenti di incertezza), ma come abbiamo visto il Bitcoin è tutt’altro che un bene rifugio.

Le cause finanziarie

Ci sono però cause più profonde per il calo delle criptovalute e in particolare del Bitcoin. Cause che hanno a che vedere con la struttura stessa dell’asset e con il significato che ha assunto presso investitori e analisti. La questione potrebbe far emergere un paradosso, ma tant’é: le evidenze sono sotto gli occhi di tutti. Il riferimento è al valore dell’indipendenza e della decentralizzazione, che sono due valori ampiamente sbandierati dal mondo crypto.

Formalmente, le criptovalute sono indipendenti. Il Bitcoin, per esempio, non fa capo a nessuna banca centrale, pur essendo ufficialmente una valuta, ma nemmeno a soggetti che possano avere un potere anche solo minimamente paragonabile a quello di una Fed o di una BCE. Allo stesso modo, non ha legami diretti con alcuna economia. L’euro “si lega” con l’economia europea, il dollaro ovviamente con l’economia americana.

Nei fatti, però, il Bitcoin ha dimostrato una correlazione non solo con le economie reali, e in particolar modo occidentale, ma con il mercato nel suo complesso. Insomma, è suscettibile di quanto accade economicamente e finanziariamente, per quanto “venduta” con un asset completamente autonomo e indipendente.

Lo si è visto anche in questo periodo: tutte le economie sono nella prostrazione più totale, e il Bitcoin è “calato” parecchio, più di quanto non lasciasse presagire il fattore psicologico.

Le cause tecniche

Infine, c’è un fattore tecnico e di esclusivo appannaggio delle criptovalute da prendere in considerazione: il mining. Cosa c’entra il mining con il calo delle criptovalute e con il coronavirus? Il legame qui è meno palese, nel senso che occorre conoscere come funzionano Bitcoin e affini, per comprenderlo totalmente. La verità è che la situazione attuale ostacola in maniera profonda le attività di mining.

Esse necessitano del lavoro di molte persone per essere portate a termine, necessitano di manutenzione ai server. Soprattutto, necessitano di strumentazioni. Con la produzione del mondo compromessa dai vari lockdown in giro per il mondo, i “miner” potrebbe avere difficoltà a reperire la materia prima. Da qui, l’impossibilità di “estrarre” criptovaluta. Un evento, questo, che non era mai avvenuto (non in queste proporzioni almeno).

Di norma, una difficoltà nel mining dovrebbe portare a un restringimento dell’offerta, dunque a un aumento dei prezzi. Questa dinamica (banale e automatica) è stata però surclassata da un’altra: se il mining non funziona, viene messo in discussione l’intero comparto. Da qui il passo a una sofferenza anche lato prezzi è breve.

Il comparto delle criptovalute è crollato rispetto ai livelli pre-pandemia. I motivi sono più strani di quanto possiate immaginare.