Da molto tempo si parla di tassazione sulle criptovalute e attività assimilate e tanti sono stati gli interventi normativi, sia nazionali che internazionali. L’ultima Legge di Bilancio del governo ha definito le linee guida per una nuova tassazione sulle crypto. Infatti, nella giornata del 13 giugno, il MEF (Ministero Economia e Finanza) ha stabilito la proroga dal 30 giugno al 30 settembre per versare l’imposta sostitutiva sulle crypto e attività assimilate.  90 giorni aggiuntivi per i soggetti interessati da questa norma per rivalutare le proprie attività in criptovalute.

Quale Aliquota Si Applica Per La Tassazione Sulle Criptovalute?

Le novità della nuova Legge di Bilancio comprendono la tassazione sulle criptovalute. La più importante riguarda la rideterminazione del valore delle proprie cripto-attività detenute dal 1° gennaio 2023. Questo vuol dire che il costo originario è quello riferito al 1° gennaio 2023, eliminando così le difficoltà per la determinazione del costo originario. Successivamente, il contribuente in possesso di criptovalute potrà versare l’imposta sostitutiva del 14% al posto del 26% entro il 30 giugno. Le istituzioni, preso atto dell’incertezza sulla normativa e degli operatori, hanno deciso di spostare la scadenza della rivalutazione e del versamento a dopo l’estate, dando più tempo a operatori e contribuenti.

Non Solo Tassazione Criptovalute…

Oltre alla tassazione sulle criptovalute e attività assimilate, altro argomento su cui ci si è concentrati nella Legge di Bilancio è quello relativo alla regolarizzazione delle cripto-attività non dichiarate al 2021. Nella legge è stato previsto che i contribuenti in difetto sulla dichiarazione delle cripto-attività entro il 31/12/2021 possano presentare istanza di emersione. Quest’istanza consiste nel dichiarare le proprie posizioni in cripto-attività al termine di ciascun anno d’imposta, come una vera e propria sanatoria.

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Per poter sfruttare la sanatoria è necessario versare una sanzione pari allo 0,5% per ciascun anno del valore delle attività non dichiarate e non aver realizzato redditi nei periodi fino al 31/12/2021. E per coloro che hanno percepito redditi cosa succede? Possono presentare istanza di emersione, a patto che versino il 3,5% del valore delle attività crypto detenute al termine di ciascun anno. A questa percentuale si aggiunge lo 0,5% come sanzione per la mancata compilazione del quadro RW.

Questo è quello che è in pentola, ma oltre al pagamento di una sanzione per una violazione di una legge non ancora esistente all’epoca, c’è un altro argomento che merita attenzione: il provvedimento attuativo delle modalità di presentazione delle istanze non è stato ancora emanato. l’incertezza circa questo argomento è ancora molto elevata, nei prossimi mesi arriveranno sicuramente degli aggiornamenti che chiariranno il tutto.

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