Il petrolio inverte la rotta dopo il rally fallito
I futures sul petrolio greggio hanno registrato un brusco calo giovedì, annullando i guadagni precedenti mentre gli investitori hanno realizzato profitti e rivalutato i rischi in vista di sviluppi geopolitici cruciali. Il West Texas Intermediate (WTI) aveva toccato un massimo di $69,29 nelle contrattazioni mattutine, per poi invertire bruscamente la tendenza, configurando un possibile pattern di inversione ribassista che suggerisce un ritracciamento imminente. Alle 10:15 GMT, i futures sul Light Crude Oil scambiavano a $67,11, in calo di $1,04 o 1,53%.
Segnali tecnici contrastanti sul grafico giornaliero
Il superamento della media mobile a 200 giorni a $66,43 registrato mercoledì aveva segnato un cambio di tendenza rialzista, trasformando quel livello in un supporto chiave. Tuttavia, il rally non è riuscito a sfidare il picco del 2 aprile a $71,17, arrestandosi invece alla resistenza intorno a $68,21. Gli operatori potrebbero ora attendere un nuovo test della media a 200 giorni mentre i rialzisti si riorganizzano.
Il premio al rischio mediorientale si riduce in vista dei negoziati
I prezzi erano inizialmente saliti mercoledì dopo le conferme che gli Stati Uniti avrebbero parzialmente evacuato il personale diplomatico da Iraq e Bahrein a causa delle crescenti tensioni regionali. Il presidente Trump ha sottolineato il potenziale pericolo nella regione, ribadendo l’opposizione americana alle ambizioni nucleari iraniane. Giovedì, però, il rally si è esaurito mentre i trader valutavano la possibilità di una de-escalation. Stati Uniti e Iran hanno programmato colloqui ad alto livello per domenica in Oman. L’inviato speciale americano Steve Witkoff incontrerà il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi per discutere un potenziale accordo sulle attività nucleari dell’Iran.
Lo Stretto di Hormuz rimane sotto osservazione
Gli operatori del mercato petrolifero mantengono l’attenzione sullo Stretto di Hormuz, un punto di transito vitale per quasi il 20% dei flussi petroliferi globali. Qualsiasi interruzione in quest’area potrebbe avere un impatto significativo sull’offerta. L’analista di Global Risk Management, Arne Rasmussen, ha avvertito che una chiusura rappresenterebbe uno scenario “da incubo” per il mercato petrolifero. L’agenzia marittima britannica ha emesso linee guida precauzionali per le navi che operano nel Golfo, nel Golfo di Oman e nello Stretto di Hormuz, citando il rischio di escalation militare. La situazione è particolarmente critica considerando il ruolo dell’Iraq come secondo produttore di greggio nell’OPEC.
Le minacce iraniane e le violazioni ONU aumentano la volatilità
Il ministro della Difesa iraniano ha minacciato di colpire le basi statunitensi se i colloqui dovessero fallire, mentre il presidente Trump continua a suggerire possibili azioni militari. Nel frattempo, l’agenzia nucleare delle Nazioni Unite ha dichiarato l’Iran in violazione delle regole di non proliferazione, la prima decisione di questo tipo in quasi 20 anni, sollevando la prospettiva di un coinvolgimento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Nonostante ciò, alcuni trader ritengono che i colloqui del weekend possano calmare le tensioni. L’analista di OANDA, Kelvin Wong, ha osservato che i recenti guadagni di prezzo hanno raggiunto livelli di resistenza chiave, spingendo alcuni operatori a realizzare profitti e ridurre l’esposizione.
Prospettive ribassiste nel breve termine per il greggio
Il WTI ha brevemente superato i $69, ma il rally si è arrestato e invertito bruscamente, segnalando un potenziale massimo di breve termine. La mancanza di continuità, combinata con il rifiuto tecnico vicino a $68,21 e le evidenti prese di profitto, indica rischi al ribasso. Mentre la media mobile a 200 giorni intorno a $66,43 ora funge da supporto chiave, i trader monitoreranno attentamente le notizie dai colloqui USA-Iran di domenica per determinare la direzione futura. In assenza di uno shock dell’offerta o di un breakout sostenuto, le previsioni per i prezzi del petrolio nel breve termine rimangono cautamente ribassiste.