Il Sentiment è una fattore che influisce, e parecchio, sul mercato. Eppure è un qualcosa difficile da analizzare, anche perché scarsamente ancorato a modelli statistici. L’Analisi del Sentiment, in gergo Sentiment Analysis, è certamente la più ostica delle tre discipline che compongono l’analisi di mercato (tecnica, fondamentale e, appunto, del Sentiment). In questo articolo proporremo una panoramica del Sentiment e offriremo delle linee guida pratica per l’analisi.

Che cos’è il Sentiment

Il termine, da questo punto di vista, è rivelatore. La parola Sentiment richiama concetti quali emozioni, sentimenti, e in effetti si tratta proprio di questo. Con Sentiment si intende tutta quella gamma di emozioni che orienta, spesso in maniera irrazionale, gli investitori e quindi impatta profondamente sui prezzi. Ora, ciascun trader è fatto a modo suo, è dotato di un proprio carattere e di una propria sfera emotiva. Alcune reazioni, però, sono condivise e quindi oggettivamente analizzabili, un po’ come se fossero dei market mover.

Sulla potenza di queste reazioni non ci possono essere dubbi, anche perché a volte i mercati subiscono oscillazioni troppo importanti per essere ricondotte a fattori meramente tecnici. E’ evidente che in gioco, spesso, c’è qualcos’altro, magari di apparente sotterraneo. Le emozioni e i sentimenti, appunto. Tra quelle più frequenti, spiccano le seguenti.

Eccitazione. Questo sentimento si verifica quando le prestazioni del mercato superano le aspettative e gli investitori, presi dall’euforia, acquistano in maniera eccessiva, sostenendo i prezzi. Questi movimenti, se prolungati, generano delle bolle le quali, quando scoppiano, generano caos e depressione nel mercato.

Depressione. Si verifica, appunto, quando gli investitori sono colti dal senso di delusione, quando il mercato si produce in prestazioni di gran lunga peggiori del previsto. Gli investitori stessi, a questo punto, preoccupati del trend discendente, vendono. Se le vendite raggiungono una massa critica, la depressione si trasforma in paura e la paura degenera in panico.

Disorientamento. Si verifica quasi sempre nei periodi di volatilità, magari dopo che il peggio è passato ma il mercato è ancora in una fase di assestamento. Gli investitori non sanno cosa fare: vendere, acquistare, conservare la posizione?

La caratteristica principale del Sentiment è che, in genere, si sviluppa nel brevissimo periodo. Le emozioni esplodono, coinvolgono a mo’ di effetto domino fasce sempre più grandi di investitori, poi si smorzano, fino a cedere il posto alla razionalità. Per questo motivo, l’analisi del Sentiment se non proprio inutile, assume una importanza più contenuta se l’orizzonte del trading è a medio o lungo termine. La verità è che le oscillazioni di prezzo generate dalle reazioni tendono a essere compensate nel giro di qualche settimana.

Se siete trader intraday, però, la Sentiment Analysis deve essere il vostro pane quotidiane. Da qui la necessità di capire come funziona e come si pratica.

Se realizzare che il Sentiment ha un effetto sui prezzi è piuttosto pacifico, meno facile è capire quanto grande sia questo effetto. Sarebbe ingenuo pensare, infatti, che il mercato, in un dato periodo, venga influenzato solo da fattori tecnici e motivazioni razionali o, magari in un periodo diverso, solo da fattori emotivi e irrazionali. A primo acchito, per comprendere la portata del Sentiment si può procedere un confronto tra il valore intrinseco (stimato) di un asset e il valore che assume in quel dato periodo. Se la discrepanza è notevole, il Sentiment ha giocato un ruolo più grande del normale.

Per comprendere come agisce il Sentimet e il suo effetto nel mercato, è utile fare un esempio con le azioni, che sono tra gli asset più suscettibili al fenomeno. L’espressione “panico in borsa” è conosciuta, d’altronde, anche dai profani. Immaginiamo un mercato in fase rialzista: i prezzi aumentano, e ovviamente aumenta anche la percentuale di investitore che comprano il titolo X. Se il prezzo del titolo X oltrepassa un massimo o una soglia psicologia, anche gli investitori che non pensavano di acquistare X lo faranno, sostenendo ulteriormente il prezzo. Si farà largo quindi la percezione che X sia destinato a salire per molto tempo ancora, una percezione questa che si rafforza con il tempo e oscura gli elementi che, di contro, farebbero pensare alla fine del trend ascendente o addirittura a una inversione. In parole povere, l’asset performa oltre i suoi reali meriti. E’ sostenuto non tanto da elementi di tipo tecnico, bensì dal sentimento favorevole degli investitori.

Il Sentiment è prevedibile?

In linea di massima, il senso comune è portato a pensare alle emozioni come qualcosa di spontaneo, di imprevedibile. A prescindere dal fatto che questa convinzione sia vero o falsa, è applicabile anche nel mercato? La risposta è no. Il Sentiment, entro certi limiti ovviamente, può essere previsto, calcolato, sfruttato a proprio piacimento. E’ oggettivamente difficile, ma si può fare. Occorre, però, capire quali siano i fattori che influenzano il Sentiment. Capire cosa influenza il Sentiment vuol dire prevedere, anche qui entro certi limiti, come si muoveranno i prezzi.

Dunque, cosa influenza il Sentiment?

L’informazione. Intesa, ovviamente, come informazione specialistica. Le notizie possono influenzare il Sentiment, anzi è il fattore più potente in assoluto. D’altronde, e questo vale in tutti i campi, l’informazione influenza l’opinione pubblica. E lo stesso vale per il mercato. Ora, le notizie che più di ogni altro muovono gli animi degli investitori sono quelle che si confondono – certo in maniera legittima – con le opinioni. Se una banca commerciale pubblica un paper in cui si dichiara molto pessimista circa il futuro di un determinato asset, gli investitori reagiranno di conseguenza e cominceranno a liberare il proprio portfolio di quegli asset.

L’esperienza. Intesa, questo è ovvio, non in senso individuale bensì collettivo. E’ l’esperienza condivisa che genera reazioni condivise. Se gli investitori apprezzano un fenomeno che in passato ha generato il caos, cercheranno di difendersi come “un sol uomo”, magari vendendo in massa un determinato titolo. Da qui alla generazione di un effetto domino su vasta scala il passo è breve.

Il contesto. Anche l’ambiente esterno influisce, ossia gli eventi, i fenomeni e i problemi che riguardano non tanto il mercato, quanto quello che vi gravita attorno. E’ evidente che contesti precari rendono più suscettibili gli investitori. Uno dei tanti esempi a proposito riguarda la crisi del debito del 2011. Se le economie di Italia e Grecia non fossero state in recessione, e compromesse per giunta da una situazione politica precaria, la crisi del debito sarebbe esplosa con così tanta virulenza? Probabilmente no.

Studiare il Sentiment

Come abbiamo già specificato, la Sentiment Analysis è più complicata dell’analisi tecnica e persino di quella fondamentale. Non ci sono precisi modelli statistici cui fare riferimento, ma ciò non toglie che gode, comunque, di elementi di strumenti che la rendono in qualche modo oggettiva.

In parole povere, anche la Sentiment Analysis ha i suoi indicatori. Certo diversissimi per costituzione e metodi di utilizzo da quelli dell’analisi tecnica, ma comunque in grado di generare segnali.

Un indicatore importate è dato dagli indici. Questi, infatti, rappresentano un sunto delle performance generate da un paniere di asset, quasi esclusivamente titoli azionari. Al suo interno, alcuni asset vanno bene altri meno, ma il risultato generale segnala comunque una direzione. Monitorare gli indici più importanti, quindi, è uno dei compiti imprescindibili di chi fa la Sentiment Analysis in quanto consentono di capire se l’atmosfera sta cambiando o se sta prendendo pieghe eccessive. Tra gli indicatori più importanti spicca il DAX, che offre una rappresentazione della borsa tedesco. Esso è utile anche e soprattutto per i trader del Forex, in quanto è correlato positivamente con l’euro-dollaro. Se il DAX sale, l’euro-dollaro sale; se il DAX scende, l’euro dollaro scende.

Un indicatore altrettanto importante è rappresentato dalle posizione aperte e a lungo termine da alcuni grandi operatori internazionali. In verità, questo tipo di indicatore più che offrire una panoramica sul Sentiment in corso, offre un segnale piuttosto affidabile di quello che sarà il Sentiment nell’immediato futuro. Ciò è vero perché la massa degli investitori retail, che insieme è in grado di spostare grandi somme di denaro e influenzare i prezzi, si muove in genere dopo i grandi investitori, quasi come un inseguimento in differita. Dove si trovano le informazioni sulle posizione aperte? Nei COT Report. I grandi investitori, infatti, secondo le norme anti Insider Trading, sono costretti a recapitare informazioni precisi sui loro movimenti. Queste informazioni sono pubbliche, quindi possono essere utilizzate anche dai trader comuni che si cimentano nella Sentiment Analysis.

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Infine, i sondaggi. Cosa c’è di meglio, per capire cosa pensano o cosa temono gli investitor, che chiedergli direttamente? Ovviamente, non è possibile carpire il Sentiment specifico di un numero enorme gli investitori, ma un campionamento selettivo è molto utile. Ecco i sondaggi più utilizzati dagli analisti del Sentiment.

AAII Bull and Bear. Realizzata da AAII, è un sondaggio che coinvolge un certo numero (variabile) di investitori di Wall Street a cui viene posta la medesima domanda. I risultati del sondaggi sono pubblicati su molte testate specializzate, tra cui la famosissima Bloomberg.

CNN Fear and Greed Index. Il sondaggio è più complesso in quanto non è frutto solo di una inchiesta ma anche di una elaborazione dei dati che puntano a ricavare un indice di “avarizia”. Se il risultato è vicino al 100, per esempio, vuol dire che gli investitori sono nervosi e impazienti, quindi inclini a muoversi secondo le emozioni e non secondo ragione. Se l’indice è vicino al 50, vuol dire che la situazione è stazionaria e neutra dal punto di vista emotivo.

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XTB Market Sentiment. E’ una indagine composita e molto estesa offerta dalla piattaforma xStation 5. E’ elaborata in automatico a partire da alcune evidenze di mercato.

Il giusto approccio alla Sentiment Analysis

Abbiamo visto cosa è il Sentiment e come si studia, focalizzandoci su alcuni indicatori in particolari. E’ ora di fornire qualche consiglio generale su come utilizzare questo importante strumento, sull’atteggiamento da tenere nei suoi confronti, sull’approccio più corretto da utilizzare. Uno strumento, infatti, può essere utile ma se si utilizza in maniera superficiale o se, di contro, se ne abusa il rischio è che possa fare più male che bene. Ecco quindi qualche indicazione di massima sui tempi e sui modi di utilizzo della Sentiment Analysis.

Non utilizzarla spesso se il trading è di lungo periodo. I sentimenti e le emozioni degli investitori, quando sono collettivi e condivisi, hanno un impatto molto forte sul mercato. Ormai è appurato. Il punto principale è il seguente: per quanto tempo? Ebbene, per un periodo limitato, se non accadono eventi così importanti e decisivi da produrre una influenza veramente duratura. Nel lungo periodo, se non addirittura nel medio, il mercato tende a ritornare nei ranghi, quindi riassorbire i movimenti eccessivi causati da reazioni irrazionali. Per questo motivo, i trader di lungo periodo, o anche solo gli swing trader, farebbero bene a non sprecare troppe energie con la Sentiment Analysis. Quest’ultima è invece una risorsa da utilizzare intensivamente per i trader specializzati nell’intraday e soprattutto per gli scalper.

Non utilizzarla mai da sola. La Sentiment Analysis, certo quando è utile farla (vedi punto precedente) è solo un pilastro di una costruzione più grande, come l’analisi di mercato nel suo complesso. L’analisi del Sentiment è destinata a produrre segnali poco affidabili se non è accompagnata dall’analisi fondamentale e dall’analisi tecnica. L’analisi tecnica, per esempio, serve a capire quali siano le soglie psicologiche in grado di generare reazioni emotive (il riferimento è ai supporti e alle resistenze). L’analisi fondamentale, invece, offre una panoramica sul contesto e genera informazioni sui market mover, i quali a loro volta possono produrre ora ondate di euforia ora ondate di panico. Insomma tutto si lega, anche quando si parla di trading. Mai utilizzare la Sentiment Analysis da sola, quindi, ma rapportarla all’analisi tecnica e all’analisi fondamentale.

Non fidarsi troppo dei sondaggi. La statistica è una scienza perfetta, ma solo in un senso: dà una esatta evidenza delle probabilità. Appunto, offre probabilità, che non per forza indicano una verità o una previsione esatta. Occorre trattare i sondaggi per quello che sono: una fonte di indicazioni, spesso di massima. I sondaggi, infatti (e questo vale per tutti i sondaggi, non solo per quelli che riguardano il trading) hanno un margine di errore più o meno ampio che dipendono dai limiti intrinseci del campionamento.