Il Forex Broker è un player imprescindibile dell’attività di trading di ciascuno. E’ quel soggetto che, di fatto, consente l’esecuzione degli ordini, fungendo da intermediario tra il trader e il mercato o, come accade spesso, da market maker (garantendo l’esecuzione sempre e comunque, all’occorrenza agendo da controparte).

L’importanza e l’impatto che il Forex Broker ha nei confronti dell’attività di trading impone una selezione accurata. In parole povere, dalla scelta del broker dipende, in parte, la carriera dell’investitore. Ecco che, a questo punto, sorge spontanea una domanda: come fare a scegliere un buon Forex Broker? In realtà, è più facile di quanto sembri. E’ sufficiente avere ben chiare in mente le caratteristiche che rendono tale un buon Forex Broker e verificarne la presenza.

Il panorama dei broker, per fortuna, è ricco di soggetti in grado di rispettare i requisiti che andremo ad elencare qui di seguito. Alcuni nomi sono famosi, conosciuti anche dai non addetti ai lavori. Ce ne sono altri, invece, che pur non appartenendo al gotha dei tre o quattro broker più popolari, stanno andando incontro a una rapida diffusione, sostenuti da un’offerta che da ogni punto di vista si rivela al di sopra delle aspettative. Il consiglio è di prenderli in considerazione, anche a scapito delle “grandi marche”.

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Regolamentazione

Un buon broker è soprattutto un broker onesto. La prima cernita consente, quindi, di isolare le società-truffa, che sono certo in via di estinzione ma ancora impattano (in senso ovviamente peggiorativo) sul contesto.

Capire se un broker è onesto oppure no, e quindi vanti il requisito minimo per essere scelto, è piuttosto semplice: basta verificare il possesso della licenza. Tutti i broker per operare legalmente necessitano di una licenza erogata da un ente preposto.

L’ideale sarebbe il possesso di più licenze, magari un paio rilasciate da enti di caratura internazionale come la Cysec e la FCA, e altre rilasciate da enti di portata locale (come può essere la CONSOB).

Una precisazione importante: è bene che le licenze vengano chiaramente riportate nel sito ufficiale, o comunque nei materiali informativi, con tanto di numero. Grazie a quest’ultimo, infatti, è possibile verificare nel sito dell’ente indicato se la licenza esiste realmente oppure no.

Sicurezza

Anche la sicurezza è una questione di fondamentale importanza. Un broker non deve solo imprimere una sensazione di sicurezza, ma mettere in campo iniziative per proteggere attivamente il denaro dei propri clienti. D’altronde, iscriversi a un broker vuol dire depositare del denaro, il quale sarà necessario per piazzare gli ordini.

La domanda da porsi è: il broker è in grado di garantire che il capitale non venga perduto anche nella peggiore delle ipotesi, ossia che il broker stesso fallisca? E’ una evenienza da prendere seriamente in considerazione, anche da parte delle società più solide.

Ebbene, un segnale che il broker è in gamba è la presenza della segregazione dei conti. Se il broker separa i conti del trader da quelli della società, allora i primi sono al sicuro a prescindere da quello che potrà mai accadere alla seconda.

Offerta di piattaforme

Con questo elemento si entra nel tecnico. Il broker è chiamato a predisporre un ambiente di trading sereno ed efficiente. Ciò significa che, in primo luogo, deve mettere a disposizione del cliente-trader un’offerta di piattaforme variegata, in grado di rispondere a più esigenze e di adattarsi a più stili di trading. L’assetto ideale prevede:

  • Una piattaforma di terzi di fama riconosciuta: il trader deve poter utilizzare uno strumento a lui congeniale, noto, che lo possa mettere a suo agio. Un esempio? MetaTrader 4.
  • Una piattaforma proprietaria: con questo termine si intende una piattaforma patrocinata o direttamente realizzata dal broker. E’ una scelta che non deve mancare poiché, se da un lato l’interfaccia e le funzionalità vengono organizzate in maniera diversa rispetto a una piattaforma popolare e conosciuta da tutti, dall’altro lato si segnala una maggiore velocità di esecuzione.
  • Una piattaforme mobile: che può essere indistintamente una piattaforma a sé stante o una variante delle due tipologie appena elencate. L’importante è che permetta, senza compromettere la funzionalità, il trading anche via smartphone e tablet.

Offerta di conti

La ratio è la medesima dell’offerta di piattaforme. I trader rappresentano un gruppo eterogeneo. Tale eterogeneità è prodotta certamente da un approccio diverso e personale al trading, ma anche da differenti capacità finanziarie. Insomma, alcuni trader partono con un capitale elevato, altri con un capitale ridotto.

Ecco che un buon broker si riconosce dalla capacità di andare incontro all’una e all’altra categoria. Come? Attraverso una ampia offerta di conti. Essi dovrebbero essere organizzati secondo un approccio scalare, in cui a barriere all’entrata elevate corrisponda un numero maggiore di benefit e viceversa. Tutti, insomma, devono poter fare trading.

Politica economica

Questo è un aspetto nevralgico e risponde direttamente alla domanda: “Quanto dovrebbe costare un buon broker?” La risposta ovviamente è: “poco”. A patto che dietro a un approccio accomodante non corrisponde una bassa qualità di servizi.

Ad ogni modo, gli elementi da prendere in considerazione quando si valuta la politica economica di un broker sono i seguenti:

  • Deposito minimo. E’ la somma che il trader deve depositare quando si iscrive. Appunto, una delle barriere all’entrata.
  • Modalità di prelievo. Un buon broker deve dare seguito alle richieste di prelievo nel minor tempo possibile.
  • Spread. Con questo termine si intende la differenza tra il prezzo di mercato e il prezzo a cui il broker, se market mover, permette l’operazione. Deve essere, nei casi ideali, non superiore a una manciata di pip.
  • Commissioni. Presenti soprattutto nei broker non market mover (quindi ECN).
  • Trade minimo. E’ l’investimento più basso che un trader può effettuare.

Assistenza e formazione

E’ da questi due elementi che si riconoscere la capacità, e soprattutto la volontà, di un broker di mettersi realmente a servizio del cliente. Un buon broker, sempre nella prospettiva di creazione di un ambiente sereno ed efficiente, offre un servizio di assistenza personalizzato, che preveda il contributo di un professionista appositamente dedicato (il classico account manager). Soprattutto, deve offrire contenuti formativi validi, ben organizzati, magari secondo un principio di modularità, adatti sia ai neofiti che ai trader più o meno navigati.