L’attuale scenario economico dimostra chiaramente che di investimenti a rischio zero proprio non ne esistono. In molti casi, poi, i tassi di interesse risultano davvero minimi.

Non è un caso se gli investitori amanti del rischio si sono orientati verso il trading o verso l’oro, le pietre preziose e i diamanti, considerati dei veri e propri “beni rifugio” che consentono di porre al riparo i capitali.

Negli ultimi giorni i fatti di cronaca non fanno altro che parlarne: il caso della “truffa dei diamanti” sta facendo il giro del web e della carta stampata.

Cresce il numero delle presunte truffe dei diamanti da investimento fatte ai danni di clienti inconsapevoli di alcuni istituti bancari.

Continuano a “fioccare” le denunce e le richieste di risarcimento da parte dei risparmiatori, che erano stati consigliati dagli stessi funzionari di banca a sottoscrivere quegli investimenti.

La stima della perdita di denaro è davvero ingente e quello che doveva essere l’investimento del secolo si è trasformato, purtroppo, in una catena di truffe su truffe.

Un fenomeno che ha interessato gli investitori in tutta Italia. Molte sono le truffe legate alla vendita dei diamanti a prezzi “gonfiati” rispetto al valore reale.

Un vero e proprio “bidone” a danno di chi si era fidato ciecamente delle parole del Direttore della filiale bancaria che lo aveva definito un investimento sicuro e con un valore destinato ad aumentare.

E, allora, è il caso di chiedersi ma un diamante è davvero per sempre? A leggere le cronache di questi ultimi mesi sembrerebbe di no, anzi!

Scopriamo in questa guida tutti i dettagli della vicenda e di quella che è diventato un vero e proprio caso nazionale.

Truffa dei diamanti da investimento

Investire nel mercato delle pietre preziose non è una cosa per tutti, visto che occorrono competenze settoriali.

Solo chi ha dimestichezza con parametri del calibro di caratura, purezza e lucentezza può permettersi il lusso di investire nel suddetto contesto.

Chiaramente, anche chi dispone di una certa liquidità alle spalle, può tranquillamente investire nel mercato dei diamanti.

Tuttavia, è meglio che si faccia consigliare dagli addetti ai lavori e dai consulenti gemmologi che ne sapranno certamente di più in materia.

Affidandosi a consulenti indipendenti cresce la probabilità che l’investimento nei diamanti si confermi redditizio.

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Negli ultimi giorni, tutti i mezzi di comunicazione fanno riferimento alla truffa dei diamanti da investimento. Ma di cosa si tratta? Quali sono le banche coinvolte? Chi risulta indagato? Cosa dire in materia di rimborsi e sequestri? Ecco nei dettagli cosa c’è da sapere.

A febbraio, la Guardia di Finanza è stata protagonista di un sequestro preventivo di più di 700 milioni di euro, a carico di 5 banche e di 2 società.

La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta: tra gli indagati una settantina di persone, accusati di truffa aggravata per la vendita di diamanti mediante canali bancari, a prezzi maggiorati se confrontati con il valore effettivo.

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Le 5 banche coinvolte risultano:

  1. Monte dei Paschi
  2. UniCredit
  3. Banca Aletti
  4. Banco Bpm
  5. Intesa Sanpaolo

Le due società coinvolte risultano:

  1. DPI (Diamond Private Investment di Roma)
  2. IDB (Intermarket Diamond Business di Milano): società fallita

Truffa dei Diamanti: i dettagli dell’inchiesta

I fatti si riferiscono al quadriennio 2012-2016, lasso di tempo in cui la Diamond Private Investment e l’Intermarket Diamond Business avevano intrapreso il business della vendita di diamanti tramite banche.

L’investimento veniva presentato come sicuro. La Procura di Milano, però, ha evidenziato che le cinque banche coinvolte risulterebbero complici, avendo dato l’assenso per un prezzo “gonfiato” rispetto al valore effettivo delle pietre preziose.

Le banche fungevano di fatto come intermediari, promuovendo l’investimento ai vari correntisti. La proposta commerciale sarebbe stata eseguita in maniera ingannevole, parziale e, soprattutto, fuorviante.

Il motivo? I diamanti venivano presentati di fatto come un bene rifugio, contraddistinto da rendimento annuo costante pari al 3 o addirittura al 4% del capitale.

Percentuale di fatto ampiamente superiore rispetto a quella dei vari titoli di Stato.

Come sarebbe avvenuta la dimostrazione?

Ai correntisti sarebbero state presentate quotazioni di mercato stampate su un listino prezzi, spacciato come autorevole quotidiano economico, contraddistinto da valori ampiamente “gonfiati” di circa 30/50 punti percentuali rispetto al prezzo che il correntista di turno andava a pagare.

Senza dimenticare poi tutta una serie di costi aggiuntivi, naturalmente a carico del cliente, come le coperture assicurative, le commissioni per l’istituto bancario, l’eventuale percentuale di rivendita e una somma per la certificazione gemmologica.

Da notare che l’inganno risulterebbe davvero sottile, dato che i listini prezzi, rigorosamente pubblicati a pagamento, erano ben diversi da quelli internazionali di Idex e Rapaport. Questi ultimi sono ufficialmente riconosciuti su scala mondiale e le quotazioni vengono stabilite una volta ogni settimana.

A beneficiare dell’inganno dei diamanti, sarebbero stati numerosi dirigenti e dipendenti delle banche: le due società coinvolte, infatti, avrebbero messo a loro disposizione anche benefit di tutto rispetto. Da lì, l’accusa di corruzione fra privati e di reimpiego di capitali.

Truffa dei diamanti: Indagati

Sulla lista degli indagati figurano: Pietro Gaspardo, responsabile marketing di Bpm, Maurizio Faroni, ex direttore generale di Bpm, e infine Maurizio Zancanaro, ex direttore generale di Banca Aletti.

Sequestri

  • DPI: 165 milioni di euro
  • IDB: 149 milioni di euro
  • Bpm / Banca Aletti: 83 milioni di euro
  • Mps: 35 milioni di euro
  • UniCredit: 32 milioni di euro
  • Banca Intesa: 11 milioni di euro

Ecco in sintesi quanto sequestrato in modo diretto dalla Polizia economico/finanziaria di Milano.

Investire sui diamanti: Considerazioni conclusive

Davvero brutta la vicenda inerente alla truffa dei diamanti da investimento. Urge fare chiarezza, affinché non sia sempre il correntista a dover rimetterci.

Dunque, quando acquistate un diamante da investimento, è bene che vi rivolgiate non alle banche ma al canale degli operatori al dettaglio, costellato da validi consulenti e professionisti che offrono al consumatore pietre certificate di carature e qualità diversificate.

Se desiderate un bel diamante da collezione o da investimento anche un gioielliere onesto e competente è quasi sempre un’opzione più conveniente di una banca.

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