I metalli preziosi e le materie prime sono una categoria di asset molto popolare tra i trader e gli investitori. Nonostante l’ascesa del Forex e delle criptovalute, e al netto dell’importanza che riveste ancora il mercato azionario, i metalli preziosi e le materie prime tengono ancora botta. Soprattutto in un periodo come questo, caratterizzato dall’incertezza economica, dalla volatilità dei mercati e dalla messa in discussione di alcuni punti fermi.

Vale dunque la pena fornire una panoramica ampia di metalli preziosi e materie prime, focalizzando l’attenzione su un aspetto caro ai trader: i meccanismi di formazione del prezzo.

Metalli preziosi e materie prime

Introduciamo alcuni tra i metalli preziosi e le materie prime più popolari, conosciuti e frequentati dagli investitori:

  • Oro. Non ha bisogno di presentazioni. E’ il metallo prezioso per eccellenza, ed è considerato tale fin dall’antichità. E’ considerato anche un bene rifugio, anzi il bene rifugio, da coinvolgere soprattutto quando finanza, economia e investimenti mostrano la corda. E’ utilizzato ovviamente nella gioielleria, nell’arte e in quantità limitate nella componentistica hi-tech.
  • Argento. Considerato come una solida alternativa all’oro, assume anch’esso i caratteri di bene rifugio e di materiale per la gioielleria. L’impiego nell’industria è ancora più sporadico. Vanta però un più frequente impiego nella produzione di oggettistica e di utensili.
  • Rame. Metallo considerato prezioso non tanto per le sue caratteristiche estetiche e per il suo valore simbolico, quanto per il ruolo che gioca nelle attività industriali ed economiche. Il rame è fondamentale nella trasmissione dell’energia elettrica, tra le altre cose.
  • Petrolio. Nemmeno il petrolio necessita di presentazioni. E’ la fonte di energia più utilizzata del pianeta, pilastro di ogni attività industriale, materia d’eccellenza per i trasporti.
  • Gas. Discorso simile per quanto concerne il gas, che è però coinvolto, come noto, anche nelle attività domestica, o per meglio dire nella produzione di calore e acqua calda. 
  • Alimentari. In questa categoria troviamo grano, caffè, cacao, mais e tanto altro. Sul piano pratico, la loro importanza è scontata. Ciò che pochi sanno è che  possono rappresentare una buona fonte di investimento. 

Prima di passare ai fattori che determinano il prezzo, è bene fare una precisazione sulle modalità di investimento che coinvolgono questi beni. Nella maggior parte dei casi, vengono tradati nella forma del sottostante. Ovvero, si opera mediante un prodotto derivato, che rappresenta e segue il prezzo del metallo prezioso o della  materia prima. Il riferimento è in particolare ai CFD e ai Futures. 

D’altronde, la proprietà reale, benché possibile, è quanto mai scomoda: stiamo parlando di beni deperibili (come gli alimentari), piuttosto che pericolosi (gas e petrolio), piuttosto che difficili da manutenere (oro e argento).

Cosa muove i prezzi dei metalli preziosi

La questione dei prezzi interessa per ovvi motivi i trader e gli investitori. Conoscere i meccanismi di formazione dei prezzi è quindi fondamentale per cercare di anticipare il mercato, o almeno sfruttare i movimenti che esprime in un dato momento.

Partiamo dall’oro e dall’argento, che possono essere raccolti nella sottocategoria “beni rifugio”. Ebbene, il loro prezzo dipende anche e soprattutto dalle condizioni economiche generali. Quando il clima si fa cupo, quando l’incertezza monta tra investitori e consumatori, si guarda all’oro e – in misura minore – all’argento. Ecco che la domanda cresce e il prezzo aumenta. A incidere è anche la perdita di valore degli investimenti canonici, magari causata da politiche monetarie radicali.

Per quanto concerne il rame, invece, i fattori sono meno simbolici e più concreti. DI base, l’andamento del rame segue quello dell’industria. Se l’industria cresce, la domanda del metallo aumenta e quindi anche i prezzi. 

Cosa muove i prezzi delle materie prime

Per quel che concerne le materie prime, il discorso è più complesso. Se si parla di petrolio e gas, a tenere banco è anche e soprattutto l’andamento dell’economia. E’ ovvio: se l’economia cresce, cresce anche il fabbisogno di energia. Una dinamica, questa, che si è mostrata in tutta la sua chiarezza qualche anno fa: nel momento più buio della crisi pandemica, quando mezzo mondo era in lockdown e la recessione profonda imperava, il prezzo del petrolio si è abbassato così tanto da produrre dei derivati con segno meno. 

Ugualmente interessanti sono i meccanismi che impattano sulle materie prime alimentari. A tenere banco qui sono soprattutto le politiche di importanza e di esportazione, che possono, in un dato momento storico e spesso provvisoriamente, influenzare l’offerta di un bene. Tengono banco anche le tensioni geopolitiche, che possono ostacolare la produzione piuttosto che il commercio. Una dinamica, questa, che riguarda da vicino anche petrolio e gas. 

Di nuovo, abbiamo visto una dimostrazione di questa dinamica di recente. La guerra in Ucraina ha reso difficoltosa la movimentazione di gas e grano, innescando tra l’altro una spirale inflattiva drammatica (a riprova dell’importanza di questi beni per le attività socioeconomiche). In passato, aumenti del prezzo del petrolio sono stati riscontrati a causa delle guerre civili in Medio Oriente e in Nord Africa.