L’evoluzione tecnologica e in particolare digitale prosegue a un ritmo spaventoso, ormai non è una novità. Essa però riguarda anche il mondo della finanza, dell’economia e degli investimenti. Non è una questione di poco conto, se si considera l’impatto di questa evoluzione nelle abitudini delle persone, a prescindere dalla loro integrazione nel mondo economico e dal loro approccio agli investimenti.

Facendo riferimento a un interessante articolo pubblicato sulla testata online Money, presentiamo i 7 trend che riguardano la Fintech, ovvero le innovazioni tecnologie e digitali nel mondo dell’economia, della finanza e degli investimenti. 

Un focus sulla Fintech

La Fintech è una delle tendenze più in voga degli ultimi anni. E’ un concetto complesso, che alimenta accese discussioni, a tal punto che una definizione univoca e allo stesso tempo approfondita non c’è. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, per Finch si intende il complesso delle innovazioni tecnologiche e digitali riguardanti direttamente i servizi di investimento, finanziari e, più in generale, economici. 

Quando un servizio viene rivoluzionato, o per meglio dire digitalizzato, allora si parla di Fintech. Il tema abbraccia molti ambiti, a tal punto che sotto il cappello della Fintech vengono inseriti tanto i conti correnti digitali quanto gli investimenti nelle valute elettroniche.

I trend della Fintech per il 2021

L’ampiezza del concetto, nonché i suoi contorni sfumati, tuttavia lanciano l’assist per affrontare numerosi argomenti, e per fare il punto sui cambiamenti in atto nel breve periodo. E’ ciò che ha fatto Money, con la sua lista dei 7 trend della Fintech per il 2021. 

La questione dell’inclusione finanziaria

Uno dei nervi scoperti della Fintech è l’inclusione finanziaria, ovvero l’ampliamento del bacino di utenza dei servizi digitalizzati. E’ un problema non di poco conto per due motivi in particolare. In primis, per il digital divide che in alcuni paesi ancora tiene banco. Per esempio, la banda larga è ancora un miraggio per molti cittadini, sia occidentali che non.

Il secondo motivo riguarda l’educazione digitale. Una enorme fetta della popolazione – pensiamo agli anziani – non è adusa al digitale.

Ad ogni modo, il trend parla di una maggiore diffusione “orizzontale” dei servizi Fintech, complice la pandemia che ha avvicinato anche i più scettici alla tecnologia, vuoi per la volontà di alcune imprese illuminate di sfruttare segmenti di pubblico ancora intonsi, vuoi per necessità.

Un nuovo tipo di pagamenti

La rivoluzione dei pagamento è un elemento fondante della Fintech. Fin qui, abbiamo assistito e stiamo assistendo a una diffusione sempre più capillare dei metodi di pagamento digitali. In particolare in Italia, che comunque partiva da una situazione di arretratezza, il contante sta progressivamente perdendo terreno a favore della moneta elettronica.

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Tuttavia, c’è pagamento digitale e pagamento digitale. Da questo punto di vista, il trend parla di una diffusione delle transazioni via QR Code e di un lento ma inesorabile sdoganamento dei pagamenti mediante criptovalute o, come minimo, basate sull’avveniristica tecnologia delle blockchain. Inoltre, alcune piattaforme attualmente in uso per altri servizi potrebbero implementare funzioni di pagamento (es. Whatsapp).

L’intelligenza artificiale

Questo è un trend che riguarda specificatamente l’economia, e fa riferimento a un’accezione di Fintech molto estesa. In parole povere, il 2021 potrebbe vedere un’accelerazione dell’uso dell’intelligenza artificiale nelle attività economiche.

Tale accelerazione dovrebbe riguardare tanto l’ambito della produzione, con catene di montaggio sempre più in grado di “cambiare pelle” in base alle evidenze raccolte in tempo reale, quanto il rapporto tra azienda e cliente. Tutto ciò, ovviamente, riguarda anche l’industria finanziaria. Il riferimento, in questo caso, è alla realizzazione di prodotti finanziari ad hoc, cuciti sul profilo del singolo investitore.

Una nuova generazione di assicurazioni

Stesso discorso per i prodotti assicurativi, che per loro natura si prestano a una personalizzazione. D’altronde, le abitudini di ciascuno impattano sul profilo di rischio, elemento fondamentale quando vi è da elaborare una polizza assicurativa e, soprattutto, definire il premio.

A tal proposito, il 2021 potrebbe vedere un’espansione delle Insurtech, ovvero società che analizzano i dati ed elaborano modelli di definizione del rischio.

I conti correnti digitali

A dire il vero, questa tendenza non è certamente una novità nel 2021. E’ da parecchi anni, infatti, che l’apertura dei conti correnti digitali non è solo una realtà conclamata, ma anche in ascesa. D’altronde sono comodi, spesso più convenienti, certamente più facili da utilizzare. 

Nel 2021 si potrà assistere a una ulteriore accelerazione del passaggio tra apertura in filiale e apertura del conto online. A incidere, il cambiamento delle abitudini che la pandemia ha innescato, e l’integrazione delle banche di servizi online proprio per sopperire alla necessità di una presenza fisica, giudicata sommariamente pericolosa. 

Il rapporto tra banche e criptovalute

Il 2020 si è chiuso con un rally estremo da parte del Bitcoin, che ha causato un ritmo alla ribalta della famosa criptovaluta. All’improvviso, il tema delle criptovalute ha tenuto banco. A prescindere dal destino di Bitcoin, l’argomento rimarrà sul tavolo ancora a lungo, a tal punto da non poter essere ignorato dai player del mondo dell’economia e degli investimenti. 

A tutto ciò potrebbe seguire una tendenza, da parte delle banche, di offrire servizi relativi all’uso e al commercio delle criptovalute, e in particolare di Bitcoin. Pensiamo solo a Paypal, che – inizialmente solo negli Stati Uniti – integrerà Bitcoin come una “valuta straniera”, dunque permetterà le transizioni e i cambi. 

Per alcuni queste dinamiche riflettono una necessità organica, testimoniata dal numero sempre crescente di possessori di Bitcoin. 

Le criptovalute di Stato

Il tema delle criptovalute appassiona anche i policy maker. Se da un lato lanciano continui allarmi sulla pericolosità di Bitcoin e soci, dall’altro riconoscono l’importanza del concetto stesso di valuta digitale. Alcuni paesi stanno già pensando a criptovalute di Stato, ovvero a valute digitali prive del “peccato originale” del Bitcoin: la decentralizzazione.

Lo scopo è creare stablecoin, ovvero criptovalute dotate di una certa stabilità, tali da poter essere impiegate come mezzo di pagamento, e non solo come strumento di investimento. Per ora, si parla di ipotesi di lavoro, ma la discussione ha fatto progressi rilevanti in Europa e in Cina