Era nell’aria già da qualche tempo, ma è stata proprio la presidente della BCE, Christine Lagarde a togliere ogni dubbio: la BCE aumenterà presto i tassi di interesse. Una notizia, per quanto non del tutto sorprendente, in grado di cambiare le carte in tavola, sia per i principali attori economici che per gli investitori.

Vale dunque la pena parlarne, riflettere sugli effetti che l’imminente stretta monetaria genererà in primo luogo sulle attività di trading. E’ utile anche comprendere il perché di questa scelta,  circoscriverne, se possibile, l’orizzonte temporale. 

La BCE sta per alzare i tassi: ecco perché

Secondo le ultime dichiarazioni della presidente della BCE Christine Lagarde, la BCE alzerà i tassi di interesse entro settembre 2022, forse già in occasione del meeting di luglio. Niente di drammatico, per ora. Lo scopo sarebbe quello di porre fine al segno meno, che – almeno per quanto concerne i tassi sui depositi – è presente ormai da qualche anno. 

Perché questo cambiamento di rotta? Anche in questo caso, niente di arcano o di sorprendente. Anzi, il problema è così evidente da assumere le sembianze del classico elefante nella stanza. Stiamo parlando dell’inflazione, principale assillo delle economie occidentali (e non solo) da qualche mese a questa parte.

L’inflazione, anno su anno, ha fatto segnare un drammatico +7,4% a marzo. Si tratta di un balzo netto sul già preoccupante +5,9% di febbraio e sul 5,1% di giugno. Eppure, qualche anno fa, questo radicale aumento dei prezzi, almeno nell’area euro sembrava fantascienza. Anzi, casomai il problema era rappresentato da un’inflazione troppo bassa.

A incidere sono gli eventi che tutti conosciamo e che occupano le prime pagine dei giornali. Tutto ha avuto inizio con le difficoltà sul fronte delle materie prime e dell’energia, causate dagli squilibri domanda-offerta post-covid. La spirale inflattiva ha poi subito una drastica accelerazione con la guerra in Ucraina, le sanzioni e le contro-sanzioni, che hanno fatto lievitare il prezzo dell’energia. Tali aumenti si sono trasferiti agli altri settori, visto l’impatto degli energetici sui costi di produzione. 

Da qui, gli interventi restrittivi delle banche centrali. La Fed è già avanti in questo percorso, ma a breve sarà seguita dalla BCE. La situazione è particolare, in quanto l’inflazione si accompagna a un rallentamento dell’economia. Ecco che i decisori sono stretti tra due fuochi: da un lato le difficoltà economiche, che spingerebbero verso una politica monetaria accomodante; da un lato l’aumento dell’inflazione, che spingerebbe verso una stretta. Evidentemente, ad essere considerata prioritaria è la lotta all’inflazione.

Gli effetti della stretta monetaria della BCE sugli investimenti

Cosa cambierà per gli investitori e nello specifico per i trader del Forex? Di base, secondo dottrina, un aumento dei tassi di interesse dovrebbe portare a un aumento del costo del denaro e a un rafforzamento della valuta. Un esempio di questa dinamica si è apprezzato a partire dal 2021, quando il dollaro, spinto proprio da una politica monetaria più restrittiva, ha iniziato a rafforzarsi sull’euro.

Dunque, è lecito pensare che a seguito di un aumento dei tassi della BCE, l’euro riprenderà quota e l’EURUSD si riporterà in trend ascendente, o almeno si muoverà lateralmente.

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Si tratta ovviamente di teoria. I fattori in gioco sono troppo numerosi per avanzare stime certe. Le valute sono espressione della forza delle economie di riferimento, dunque andrebbero monitorati anche i parametri macro-economici. E non è affatto certo che, viste le tensioni in Europa, l’economia dell’area Euro passerà indenne l’estate e soprattutto l’autunno, limitandosi a un rallentamento. 

Come i trader dovrebbero prepararsi al nuovo corso della BCE

Come dovrebbero comportarsi i trader del Forex? Fermo restando che si possono fare solo ipotesi sull’andamento dell’EURUSD il consiglio è di intensificare l’impegno sul fronte dell’analisi tecnica. Oggi più che mai, i mercati sono influenzati da quanto accade al di fuori di essi. Le tensioni geopolitiche tengono banco, le performance delle economie ancora di più, anche perché le prime influenzano grandemente le seconde, almeno in Europa e almeno in questo periodo.

Un invito da cogliere, poi, è quello di non dare nulla per scontato, proprio alla luce di una situazione che appare da troppo tempo molto fluida, e in grado di riservare sorprese a stretto giro. 

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