Lo stop loss è  uno strumento utile per i trader di ogni ordine e grado. Il suo scopo è preservare dal rischio perdita, ridurre quelle che appaiono come inevitabili, condurre un’attività di trading razionale, che incorpori, incanali e contenga le conseguenze negative.

Tuttavia lo stop loss si può rivelare un’arma a doppio taglio. Se utilizzato male, può causare più danni che benefici, fino a cagionare una consistente perdita del patrimonio. 

Dunque, conoscere gli utilizzi impropri è fondamentale. Ovviamente per… Evitarli.

Cos’è lo stop loss

Prima di parlare degli utilizzi impropri dello stop loss è bene fornire una definizione il più possibile accurata e stringente di stop loss.

Lo stop loss può essere come definito il prezzo raggiunto il quale, il trader “forza” l’uscita dal mercato. Lo scopo è palese: evitare il peggio. Lo stop loss permette di ritirarsi quando ormai il trade non può più risollevarsi, e quindi è destinato a generare perdite su perdite.

Insomma, lo stop loss è uno strumento di controllo delle perdite. E’ un’arma del money e risk management, e quindi essenziale per un’attività di trading che voglia dirsi, se non proprio scientifica, almeno razionale. Senza strumenti come lo stop loss, il trading rischia di diventare improvvisazione, fino a sfociare nel gioco d’azzardo vero e proprio.

E’ tuttavia evidente come lo stop loss sia uno strumento difficile da padroneggiare. Individuare il punto esatto in cui porlo è complesso, e coinvolge attività di analisi approfondite, le quali vanno coniugate con evidenze personali, che riguardano la propria capacità di sopportare le perdite. Uno stop loss è veramente efficace quando individua il punto esatto di non ritorno ma, allo stesso tempo, non mette in crisi le capacità finanziare del trader.

L’utilizzo improprio dello stop loss

Da qui, la probabilità piuttosto alta di incorrere in errori di impostazione. Insomma, in un utilizzo improprio dello stop loss. I comportamenti da evitare sono i seguenti.

  • Impostare lo stop loss troppo in alto. Se si imposta lo stop loss troppo in alto, ci si espone al rischio di uscire dal mercato quando ancora le possibilità di vittoria sono superiori allo zera, se non addirittura elevate. La prospettiva peggiore è quella di assistere a una rivalutazione dell’asset una volta che lo stop loss è scattato.
  • Impostare lo stop loss troppo in basso. In questo caso, il rischio è di generare perdite importanti e ritardare l’uscita dal mercato. Si tratta di una deriva che può mettere in crisi le disponibilità finanziarie del trader.
  • Far precedere l’elaborazione dello stop loss da un’analisi frettolosa. In linea di massima, tutti gli stop loss elaborati a seguita di un’analisi troppo rapida e superficiale del mercato sono stop loss potenzialmente fallimentari.
  • Considerare lo stop loss come una gabbia. Lo stop loss è un meccanismo di uscita sostanzialmente automatico, ma non dev’essere ineludibile. Insomma, il trader deve riuscire a prendere in mano la situazione, se le condizioni del mercato cambiano così tanto da invalidare il calcolo dello stop loss.

Come utilizzare lo stop loss

Dunque, come utilizzare correttamente lo stop loss? Partiamo dai principi generali. Il più importante consiste nella profusione del massimo impegno possibile nel suo calcolo, e quindi nell’analisi dei mercati. Le evidenze necessaria spesso sono racchiuse nei grafici, specie se la giornata è “tranquilla” e non prevede la pubblicazione di notizie critiche.

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Un altro principio importante consiste nell’adottare un approccio flessibile. Lo stop loss va calcolato e impostato, ma dev’essere sorpassato se la situazione lo richiede. Insomma, il trader deve porsi nella condizioni di assumere in prima persone le redini del gioco, a prescindere dallo stop loss.

Un consiglio più pratico, invece, consiste nell’adottare un approccio all’analisi coerente con l’orizzonte temporale del trading. I metodi utilizzabili sono numerosi, ma il punto di non ritorno va ricercato nei trascorsi dell’asset, in uno studio di quanto accaduto in passato. Che genere di passato? Quale lasso di tempo va preso in considerazione? Dipende per l’appunto dalla durata attesa della posizione.

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