L’euro dollaro, a giugno 2021, è vicino ai massimi triennali. Una notizia, questa, che interessa molto i trader del forex, dal momento che l’EURUSD è la coppia più scambiata in assoluto. E non potrebbe essere altrimenti: rappresenta le economie più ricche del pianeta.

In realtà, l’apprezzamento dell’euro sul biglietto verde è partito più di un anno fa, in concomitanza con l’esplosione della pandemia da Covid-19. I due eventi sono collegati? Rispondere significa indagare i motivi di questo rialzo non esattamente atteso. A sua volta, comprenderne i motivi significa porsi nella condizione di sfruttare adeguatamente questo trend, intuendo in anticipo i risvolti futuro. Lo facciamo in questo articolo.

Una situazione imprevista

Prima che la pandemia esplodesse, l’euro dollaro puntava deciso verso il ribasso. Il trend discendente continuava da quasi due anni, per giunta in modo costante, se escludiamo alcuni provvisori ritracciamenti. Anzi, si era ripreso a parlare di parità dell’euro-dollaro, evento atteso da alcuni e temuto da altri, ma di importanza fondamentale per tutti. Il minimo triennale era stato toccato proprio a ridosso della scoperta del virus in Occidente, proprio il 14 febbraio, quando l’euro dollaro aveva fatto segnare l’1,08.

Poi, la pandemia, e l’inizio di un trend ascendente che – di nuovo – sebbene contrastato da alcuni ritracciamenti continua ancora oggi, a inizio giugno 2021. Nello specifico, il cambio ha toccato 1,23 a inizio giugno, e grossomodo stazione in questo ordine di grandezza. Una bella differenza, rispetto alle ipotesi di parità. 

Le possibile spiegazioni dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro

Individuare i motivi del trend ascendente, e soprattutto i possibili legami con la questione sanitaria, è difficile e facile allo stesso tempo. E’ difficile in quanto il Forex è un mercato complesso, che viene pesantemente influenzato da quanto accade al di fuori. In buona sostanza, gli elementi che incidono sui prezzi sono incredibilmente numerosi, e fanno riferimento ai caratteri più svariati. A tenere banco, però, sono ovviamente i market mover di ordine economico e finanziario.

Comprendere i motivi, o almeno individuarli con un certo margine di errore, significa avere un quadro della situazione attuale e porre le basi per una stima circa l’euro dollaro dei prossimi mesi. Un vantaggio non da poco, se si considera l’incertezza che caratterizza questo periodo. Dunque, è un sforzo che dev’essere fatto, pur con tutte le precauzioni del caso. 

Di seguito, illustriamo tre fattori che potrebbero aver determinato il trend ascendente dell’euro dollaro. 

Le politiche monetarie della Fed

In genere, quando una banca centrale vara una politica monetaria espansiva, la valuta di riferimento si deprezza. Tuttavia, in questo caso entrambe le banche centrali hanno varato politiche monetaria espansive. Anzi, ultra-espansive: Federal Reserve e BCE hanno letteralmente inondato le economie reali (o almeno hanno provato a farlo) in modo da finanziare i ristori e la tenuta delle economie gravate dalla chiusura. Dunque, perché l’euro si è apprezzato sul dollaro?

Le questioni da considerare sono due: la quantità e l’efficacia. In primis, gli stimoli della Fed sono più corposi di quelli della BCE. In secondo luogo, i meccanismi di trasmissione monetaria delle Fed sono più fluidi di quelli della BCE, alle prese con uno statuto che vieta i trasferimenti diretti ai tesori nazionali. Essendo l’allentamento americano più efficace, anche gli effetti collaterali sulla valuta (deprezzamento) sono più impattanti. 

La questione dei prezzi

L’inflazione incide sul valore generale di una moneta, dunque impatta sul rapporto tra le varie valute. Ebbene, la situazione dell’inflazione USA è diversa da quella dell’area Euro. Prima della pandemia, e prima degli stimoli monetari, l’inflazione americana era a livelli di poco inferiori rispetto al target del 2%. L’inflazione europea, invece, era a livelli di molto inferiori.

Sicché, adesso l’inflazione degli Stati Uniti sta aumentando più di quanto non faccia l’inflazione dell’area Euro. Di conseguenza, gli effetti sul rapporto tra le valute sono più intensi. 

A ciò va aggiunto il proposito della Fed, che ha fatto sapere – per bocca del presidente Jerome Powell – di non curarsi, per ora, dell’inflazione: la priorità è il sostegno all’economia. Non stupisce, dunque, che i trader stiano scontando le prospettive di inflazione ancora più elevata prima ancora che l’evento si verifichi. 

Le condizioni economiche degli Stati Uniti e dell’Unione Europea

Vi è infine da considerare le condizioni delle rispettive economie reali. Dal punto di vista prettamente teorico, quando una economia performa meglio dell’altro, la sua valuta si apprezza rispetto a quella dell’economia in difficoltà. Dunque, si deve concludere che l’Europa stia crescendo (o recuperando ) più in fretta rispetto agli Stati Uniti.

In realtà no. Infatti, le due economie stanno vivendo le stesse difficoltà hanno sopportato ugualmente cali poderosi del PIL e sono sulla strada della crescita. Le differenze ci sono, ma non dovrebbero incidere più di tanto sul cambio.

Tuttavia, già assegnare un carattere neutro al confronto tra le due economie, significa spiegare uno dei motivi che hanno portato l’euro così in alto.

E’ tutto molto evidente: viene meno un potenziale fattore svalutante, dunque tutti gli altri fattori (tra cui quelli nominati in precedenza) possono impattare sul cambio al massimo delle loro possibilità.