L’ascesa del Forex è coincisa, grosso modo, con l’inizio della crisi economica. E’ un caso? Forse no, ragionare sui “se” è abbastanza inutile. E’ molto utile, invece, riflettere su come la crisi influenza il mercato valutario e individuare, in questo modo, un approccio che consenta di sfruttare al meglio la situazione. In verità, la crisi ha rappresentato un’opportunità per molti trader, non solo per quelli che investono in valute. La crisi è per definizione, a prescindere dalla sua natura economico-sociale-politica, un momento di rottura, nel quale gli equilibri rischiano di infrangersi. E’ una fase di cambiamento, dove per cambiamento si intende un’evoluzione di segno sia negativo o positivo.

C’è crisi e crisi

Per comprendere come realmente uno stato di crisi possa giovare a un Forex trader è necessario distinguere tra le tipologie di crisi. Da ciascuna, infatti, derivano reazioni diverse dei decisori, le quali influenzano in maniera ancora più variegata i rapporti tra le valute. Una crisi, per esempio, può essere di domanda, com’è quella attuale. A prescindere dalla sua origine, che è prettamente finanziaria, la crisi attuale coinvolge la domanda interna dei singoli stati. Le motivazioni sono disparate, e dipendono dalla specificità di ogni paese, ma è indubbio: le economie si sono trovate in difficoltà perché i consumi sono calati, le imprese non sono riuscite a generare profitti, la disoccupazione è aumentata di conseguenza. Questa situazione permane tutt’ora in gran parte dell’Occidente.

E’ evidente che se la domanda interna crolla, un’economia se vuole sopravvivere deve rivolgersi necessariamente all’esterno. Deve dunque puntare il tutto per tutto sulle esportazioni, almeno temporaneamente, almeno fino a quando la situazione interna non sia migliorata. Da qui il collegamento con il mercato valutario è intuitivo. Una leva imprescindibile per aumentare l’export è la svalutazione competitiva della propria moneta, che per forza di cose incide nettamente sul Forex. Si può concludere, quindi, che le crisi di domanda interna, come quella attuale, causano una corsa al ribasso delle valute, quindi una instabilità notevole. E’ proprio in questa instabilità, che si traduce presto in volatilità, che il trader può inserirsi.

Plus Post

La questione delle politiche monetarie e fiscali

Il motivo per il quale la crisi e il Forex sono strettamente collegate va rintracciato nel ruolo delle banche centrali e, in generale, dei decisori economici. Se una economia è in crisi vuol dire che non è riuscita a trovare al suo interno, in maniera organica, le leve per risolvere alcuni problemi, siano essi contingenti piuttosto che strutturali. Si rende necessario, quindi, un intervento dall’alto che risolva gli squilibri e ponga fine, appunto, allo stato di crisi. Non stupisce, quindi, che durante i periodi di difficoltà economica e finanziaria le banche centrale risultino particolarmente attive. L’attivismo della banche centrali è un fenomeno che i trader non possono trascurare, dal momento che la loro potenza di fuoco è tale da influenzare in modo nettamente e permanente il mercato valutario.

Ora, una banca centrale per rispondere alla crisi può adottare due approcci: con una politica monetaria espansiva o con una politica monetaria restrittiva. Nel primo caso, l’obiettivo è rimettere in circolo del denaro, in modo da far ripartire – almeno l’intento ufficiale è questo – le attività economiche, le imprese, i consumi e così via. Le leve principali sono i tassi di riferimento e l’allentamento monetario. Nella prima fattispecie, la banca centrale taglia il costo del denaro, nella seconda compra titoli di debito e, in  maniera sostanziale, “crea moneta”. Cosa accade nel mercato valutario? Per la legge della domanda e dell’offerta, visto che aumenta la massa monetaria in circolo, questa si deprezza (l’offerta supera la domanda). In breve, mentre internamente si assiste a un aumento dell’inflazione, esternamente si assiste a una svalutazione. E’ quello che è accaduto con l’euro negli ultimi anni: la moneta unica si è svalutata pesantemente rispetto al dollaro.

La banca centrale può anche adottare una politica monetaria restrittiva. Questa è consigliata quando l’economia è a rischio bolla (finanziaria, immobiliare etc.) o quando vi è una eccessiva inflazione. Sempre mediante la leva dei tassi di interesse, che in questo caso salgono, la massa monetaria si restringe. Per la stessa regola citata in precedente, la moneta si rivaluta rispetto alle altre, mentre internamente i prezzi scendono.

Come si evince facilmente, l’intervento di una banca centrale è in grado di incidere, non senza difficoltà, sul valore delle monete. Dal momento che le banche centrale sono particolarmente attive durante le crisi, si può affermare senza tema di smentita che esiste una relazione – per giunta profonda tra crisi e Forex.

Crisi e Forex Trader: le opportunità per i trader

Cosa può fare il trader? I consigli sono due. Innanzitutto, è bene dare la giusta importanza all’analisi fondamentale. In genere viene bistrattata a favore di quella tecnica, ma con una crisi in corso e le banche centrali molto attive, è necessario analizzare accuratamente il contesto economico. In secondo luogo, è bene seguire in modo dettagliato non solo cosa le banche centrali fanno, ma anche cosa pensano di fare – le dichiarazione dei policy maker forniscono un chiaro orientamento a riguardo.

E’ possibile, inoltre, adottare strategie che non si limitino alla sopravvivenza, ma anche allo sfruttamento. Le opportunità derivanti da uno stato di crisi, per chi vuole investire – anzi speculare – nel mercato valutario sono enormi. Ecco tre approcci di massima.

Addomesticare la volatilità. I mercati letteralmente “impazziscono” quando si avvicinano i meeting delle banche centrale, soprattutto quando sul piatto ci sono questioni urgenti da risolvere. La scommessa più grande per il trader è intuire il contenuto delle dichiarazioni e anticipare i movimenti degli investitori. Si ricordi il famoso “whatever it takes” di Mario Draghi, ossia la dichiarazione di intenti con la quale la BCE assicurava lunga vita all’euro e presagiva l’inizio di una politica ultra-espansiva. Ebbene, vista la crisi del debito in atto, questa dichiarazione non era nemmeno tanto inaspettata. Il mercato fu però colto di sorpresa, eccetto di aveva previsto questa svolta.

Sfruttare le diversità dei vari assetti monetari. La struttura delle banche centrali e dei Governi suggerisce la capacità di una economia di reagire agli shock, anche monetari. Per esempio, la Fed è molto più attrezzata dellaBCE a difendersi durante una guerra di valute, una corsa al ribasso. Ciò significa che, nel lungo termine, a vincere sarà il dollaro, che riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi. I trader che sono consapevoli di ciò, sono in grado di sfruttare i periodi di crisi e – di conseguenza – di interventismo delle banche centrali.

Individuare i processi in atto nel medio termine. La crisi è fatta di picchi e di risalite. Almeno quella attuale, che infatti  “vanta” un assetto a “U” (recessione più stagnazione). Una delle sfide per i trader è riuscire a capire in anticipo come i singoli fenomeni evolveranno. Per esempio, circa due anni fa l’Europa ha vissuto una vera e propria devastazione della domanda interna. In concomitanza, gli Stati Uniti uscivano dalla crisi. Questa fase si è conclusa con un la svalutazione dell’euro, che per alcuni è giunta inaspettata. Per altri no. Nello specifico, per coloro che avevano intuito che l’unico modo che l’Europa aveva per sopravvivere era aumentare le esportazioni. Il crollo dell’eur-usd, quindi, era tutto sommato prevedibile.