La Svizzera è un paradiso fiscale. E’ questa l’idea che i cittadini italiani ed europei hanno maturato in tanti anni di relazione con il paese elvetico. D’altronde, il “portare soldi in Svizzera” è sempre stato vissuto come un vezzo quei ricchi intenzionati, furbescamente e illegalmente, a non pagare le tasse. Ma è davvero così? In realtà le cose sono cambiate e stanno tutt’ora cambiando.

Il segreto bancario

La Svizzera sta perdendo il suo ruolo di paradiso fiscale a favore di una posizione certo privilegiata dal punto di vista contributivo ma comunque maggiormente in linea con gli standard europei. Non è solo una questione di mentalità ma anche e soprattutto legislativa. La Svizzera è diversa perché, nello specifico, i governi dei rispettivi paesi hanno rivoluzionato i termini della Convenzione tra Repubblica Italiana e la Confederazione Svizzera. Un processo del tutto analogo ha coinvolto il rapporto tra la Svizzera e gli altri paesi.

Cosa è accaduto? Molto banalmente, la nuova convenzione limita fortemente l’esercizio del segreto bancario. Gli istituti elvetici, a determinate condizioni, sono tenuti a consegnare informazioni sui titolari dei conti, dei depositi etc., in una prospettiva di contrasto all’evasione fiscale. Questo vuol dire che nessuno potrà più “portare soldi in Svizzera” se lo scopo è non pagare le tasse italiane. Grazie a questo provvedimento, la Svizzera è uscita dalla black lista dei paesi che, a livello internazionale, sono riconosciuti come “non collaborativi fiscalmente”.

Il fisco svizzero

Si tratta di una vera e propria rivoluzione ma che, nella sostanza, scalfisce solo superficialmente la sostanza di un paese che, sul piano fiscale, offre numerosi vantaggi. Nulla – o veramente poco – è cambiato nel regime fiscale, che rimane ancora molto leggero.

L’aliquota sugli utili, infatti, è all’8.5%. In Italia è al 24,8%. In generale, in Svizzera la pressione fiscale è al 25%, mentre in Italia al 44% (sebbene alcune voci, calcolate in modo diverso, restituiscano risultati ben peggiori).

Ecco, se per paradiso fiscale si intende un paese nel quale le tasse sono davvero basse, e non ci si limita a definizioni che sfociano nell’accettazione dell’illecito… Allora sì, la Svizzera è ancora un paradiso fiscale.

Va considerato però un fatto. In Svizzera sta soffiando il vento della chiusura. Il paese, che ha da sempre convissuto con una immigrazione intensa – e anzi su questa ha basato la sua fortuna – non vede più di buon occhio l’ingresso degli stranieri. Il riferimento è proprio ai frontalieri italiani. A tal proposito, si segnala il referendum dello scorso settembre, che obbliga la conferenza a stabilire una soglia per gli ingressi.