Nel corso del 2020 e del 2021 la pandemia da Covid ha causato un generale rallentamento dell’economia mondiale, causato dai diversi lockdown che si sono susseguiti in questo lasso temporale. Gli stimoli offerti dalle autorità monetarie hanno svolto il loro lavoro per risanare in parte la ricchezza perduta. Il Centre for Economics and Business Research afferma che nel 2022 l’economia mondiale andrà al di sopra dei 100.000 miliardi di dollari, un dato eccezionale mai registrato prima.

Nell’analisi l’ente ha sottolineato anche come l’inflazione incomba sull’economia mondiale, portando ad una possibile recessione nel corso del 2023 e del 2024. Dal punto di vista dei singoli Stati, la Cina impiegherà ancora del tempo (lo studio prevede nel 2030) prima di superare l’economia americana ed affermarsi come la più potente al mondo. Inoltre l’India potrebbe superare sia la Francia che la Gran Bretagna entro il 2023, divenendo la sesta economia mondiale.

L’aumento Del Rapporto Debito/PIL Può Danneggiare L’economia Mondiale?

Purtroppo accanto alla crescita dell’economia mondiale, si affianca un aumento notevole del rapporto debito/PIL a livello mondiale, pari al 256%. In termini assoluti il debito globale ha raggiunto nel 2020 la cifra record di 226.000 miliardi di dollari. Il maggior ricorso al debito è stato fatto da imprese e famiglie per fronteggiare il momento di difficoltà, ma soprattutto dai governi per porre in essere misure atte a combattere la diffusione del contagio. Il maggior contributore all’aumento del debito globale è stato quello pubblico con un rapporto debito/PIL del 99%.

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L’incremento veloce del debito si è avuto maggiormente nelle economie avanzate, il cui rapporto debito/PIL è balzato dal 70% del 2007 al 124% nella pandemia. Nello stesso lasso temporale il debito privato passa dal 164% al 178%. Il Fondo Monetario Internazionale risulta molto preoccupato, in vista dei possibili aumenti dei tassi d’interesse. Infatti l’ente mondiale ha espresso dubbi sulla tenuta delle economie nazionali, nel momento in cui i costi dei finanziamenti dovessero aumentare per via dell’aumento dei tassi d’interesse.