Questo primo scorcio di 2020 si sta rivelando galvanizzante per il Bitcoin. Dopo due anni difficili, in cui in molti avevano prospettato l’esplosione definitiva della bolla e la fine del fenomeno criptovalute, il Bitcoin ha intrapreso un trend che, certo con qualche ritracciamento, l’ha posto su un binario di crescita importante.

A dire il vero, il trend era iniziato negli ultimi mesi del 2019, ma in questo nuovo anno si è fatto più solido e rapido. Attualmente, al 12 febbraio 2020, il Bitcoin ha superato quota 10.000 dollari. In tanti si chiedono se il 2020 si rivelerà, alla fine dei giochi, una copia del 2017, anno in cui la più famosa criptovaluta del mondo ha compiuto un vero e proprio exploit.

In questo articolo ci riflettiamo su e facciamo il punto su questi primi mesi del 2020.

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La corsa del Bitcoin

Come accennato a inizio articolo, questo sembra essere un buon anno per il Bitcoin. Lo si era capito fin dalle prime battute, ovvero nelle prime due settimane di gennaio, quando la valuta virtuale era passata dai 8.165 dollari dell’8 gennaio agli 8.999 dollari del 17 gennaio. Poi, a dire il vero, il Bitcoin ha ritracciato quasi tutto il guadagno degli ultimi giorni, ma il tutto è durato meno di una settimana.

Dopo questo scivolone, anzi, si è apprezzata un’accelerazione del trend, a tal punto che il Bitcoin si è avvicinato alla soglia psicologica dei 10.000 dollari. Soglia contro cui ha rimbalzato per qualche giorno, muovendosi prevalentemente in laterale ma che ha nuovamente abbattuto nella giornata di martedì 11 febbraio.

A prescindere dai ritracciamenti, comunque fisiologici per un asset così particolare il Bitcoin, non si può negare che il vento sia cambiato per questa criptovaluta. Quali sono le ragioni di questa formidabile ascesa? Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

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Le ragioni dell’ascesa

In realtà, le ragioni sono molteplici, alcune delle quali difficilmente individuabili. Anche perché il Bitcoin è un asset indipendente, completamente svincolato da market mover diretti e regolari. Alcuni elementi, dunque, sono estemporanee e soggetti a dinamiche psicologiche. Di seguito, però, elenchiamo i quattro fattori che sicuramente stanno incidendo sul percorso del Bitcoin.

L’halving del 2020

L’halving è l’equivalente di un aumento drastico del tasso di interesse. Anche perché di fatto riduce l’offerta, dal momento che si tratta di una diminuzione della quantità di valuta che può essere minata. Di base, tutte le halving portano a un aumento del prezzo della criptovaluta, d’altronde sono pensate anche con questo intento.

Ora, l’halving è ancora abbastanza lontano, si terrà a maggio. Ma non è affatto escluso, anzi è piuttosto probabile, che gli investitori abbiano già scontato l’evento, da qui l’aumento del prezzo del Bitcoin. Certo, nelle precedenti halving questa dinamica “anticipatoria” non è risultata evidente, ma gli investitori non avevano ancora i mezzi per comprendere la portata di questo strumento tecnico.

L’interesse per la blockchain

Il Bitcoin è stata la prima criptovaluta a integrare la blockchain. Se buona parte dei policy maker e delle istituzioni finanziarie guardano con sospetto al fenomeno Bitcoin, lo stesso non si può dire della tecnologia blockchain, che anzi sta catturando un interesse significativo. Ciò, certo indirettamente, ha giovato al Bitcoin, in quanto ha reso evidente che la criptovaluta si basa, come minino, su una tecnologia importante, affidabile almeno in potenza.

L’interesse per le blockchain, e persino per il concetto stesso di valuta virtuale, è dimostrato dai progetti di Facebook (Libra), della Cina (che sta pensando a una criptovaluta di Stato) e della Francia, che per adesso però ha promosso solo un gruppo di studio.

Le dichiarazioni di Jerome Powell

Jerome Powell è il presidente della Federal Reserve, e in quanto tale, non sta guardando con ottimismo al fenomeno Bitcoin. La sua ultima uscita è andata proprio in questo senso, confermando questa percezione di ostilità. Tuttavia, un po’ paradossalmente, ha generato qualche entusiasmo negli appassionati del Bitcoin. Ecco la dichiarazione.

“Un registro in cui si conoscono i pagamenti di tutti non è qualcosa di particolarmente attraente nel contesto degli Stati Uniti”. Queste parole, certo se lette in sottotraccia, potrebbero rivelare la volontà di disinteressarsi del Bitcoin. Si tratta di una buona notizia, dal momento che una delle più grandi paure dei trader del Bitcoin è proprio la possibilità che l’amministrazione entri a gamba tesa.

Il contesto internazionale

Il contesto internazionale è scosso da alcune crisi. Certo determinate dai disordini geopolitici, come dimostrano i focolai di guerra in Libia e l’aumento esponenziale delle tensioni tra Iran e Stati Uniti. A pesare, però, è soprattutto il pericolo di una pandemia di coronavirus (di recente battezzato Covid 19), che potrebbe contrarre i commerci e innescare una crisi economica globale. Già adesso, con il fenomeno ancora sotto controllo, si notano i primi effetti, soprattutto per la Cina e per tutti i paesi che con il colosso asiatico vantano un rapporto quasi simbiotico.

In queste situazioni gli investitori tendono a fare riferimento ai beni rifugio, come l’oro, che infatti sta vivendo un trend ascendente. Tuttavia, di queste dinamiche potrebbe averne beneficiato anche il Bitcoin, dal momento che una certa narrazione lo vede come “il nuovo oro” e lo considera un po’ come un bene rifugio, se non altro per il suo status di alterità rispetto alle altre valute.

Perché il 2017 non può ripetersi

Dunque, il 2017 può ripetersi? Il Bitcoin può veramente sfondare quota 20.000 dollari? Tutto è possibile, ovviamente, soprattutto se il trend è così favorevole. Tuttavia, ci sono almeno due motivi per cui il 2017 potrebbe rivelarsi un anno irripetibile.

In primis, il trend del 2020 è diverso da quello del 2017, che constava di movimenti quasi verticali, certo spesso irregolari. Il trend in atto è abbastanza dolce, per quanto sempre fuori scala per gli altri asset.

Secondariamente, uno dei fattori che aveva spinto il Bitcoin tre anni fa era la sorpresa, la novità, l’entusiasmo per l’entrata in scena definitiva di una intera asset class. Quella atmosfera è irriproducibile, dal momento che il fenomeno Bitcoin è ormai abbastanza noto.