Viviamo in tempi tragici, ma interessanti. Tempi che entreranno nei libri di storia, e che potremmo raccontare ai nipotini. A quelli interessati di economia e finanza non racconteremo solo delle fatiche del lockdown, ma anche delle misure economiche che governi e istituzioni stanno predisponendo o hanno già predisposto per contrastare le conseguenze del coronavirus. In effetti, hanno tutte le caratteristiche per essere definite più che straordinarie, anzi inedite.

E sacrosante, ovviamente. Nessuno può rimanere inerme di fronte a un tessuto produttivo che rischia la disintegrazione e alle famiglie che rischiano seriamente di non arrivare a fine mese. Ma se interrogarsi sulla loro utilità è inutile, perché la risposta è scontata, è bene fare una riflessione sulle conseguenze che queste misure produrranno per i mercati, e in particolare per il mercato valutario.

Ne parliamo in questo articolo, descrivendo le dinamiche che potrebbero innescarsi e le conseguenze – potenziali – per gli investitori.

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Cosa sta succedendo a livello monetario

All’inizio dell’emergenza sanitaria, i governi hanno tentennato. Questa è storia, e non può essere soggetta a rinegoziazione. Ciò che più ha allarmato, però, è stata la lentezza delle istituzioni a prendere provvedimenti. Ancora ai primi di marzo, infatti, l’Europa considerava il coronavirus come un problema italiano, come hanno dimostrato le parole del presidente della BCE Lagarde.

Poi la crisi ha investito tutto il mondo, e tutti sono corsi ai ripari, ognuno nel suo settore di competenza. Hanno messo tutti in campo l’artiglieria pesante, spronati dalla tragicità degli avvenimenti. Ministeri economici e banche centrali non sono state da meno. Ecco che sono state varate misure che a confronto quelle per la crisi del 2008 sembrano dei buffetti. Misure inedite, che hanno immediatamente cambiato la percezione degli ordini di grandezza. Le centinaia di milioni di euro, per esempio, sono diventati decine o centinaia di miliardi.

Sicché la BCE ha ampliato il Quantitative Easing fino a 1000 miliardi, mentre la Fed ha rispolverato il suo e l’ha reso… Infinito. Esatto, non ha posto limite. A tutti i livelli, le istituzioni si sono ingegnate per trovare denaro, anche nelle forme più disparate. Sicché l’Unione Europea ha varato un MES 2.0 (in parole povere ne ha cambiato le condizioni e la finalità) e il Recovery Fund, che certamente non sono gli eurobond ma poco ci manca. Nel frattempo, per la prima volta nella sua storia la Federal Reserve ha deciso di finanziare direttamente le imprese grandi e piccole.

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Sullo sfondo, la maggior parte degli stati stanno utilizzando tutti i margini fiscali a loro disposizione, anche quelli teorici. Prendiamo l’esempio dell’Italia: in passato le venivano fatte le pulci anche per 4 o 5 miliardi, ma nell’ultima manovra, che è solo una delle tante manovre che ci saranno quest’anno, ha predisposto 55 miliardi di deficit.

Non c’è che dire, viviamo in tempi interessanti.

Perché le misure economiche anti Coronavirus potrebbero impattare sul Forex

Insomma, a quanto pare giungeranno fiumi di denaro nelle economie martoriate. E’ quasi sicuro che serviranno per tappare i buchi e solo per quello, nonché per favorire la futura ripresa, ovviamente. Il cash non può sostituire la produzione. Tuttavia, non ci sono altre strade.

Le misure sono necessarie, ma non sono indolore. Tra le conseguenze da monitorare, e di cui ancora non si sta parlando (le contingenze richiedono diversamente) ci sono quelle sui mercati. In genere, l’immissione straordinaria di liquidità ha sempre causato squilibri, piccoli e grandi che siano. Dunque, cosa aspettarsi nel prossimi futuro da una immissione di liquidità che non ha precedenti nella storia dell’umanità?

I rischi, almeno a livello teorico, sono sempre gli stessi: inflazione e svalutazione della moneta. Dobbiamo attenderci euro e dollaro ai minimi storici e prezzi in aumento ovunque? E’ possibile, magari non nell’immediato, ma ci sono alcuni elementi che fanno sperare diversamente, che suggeriscono sì un impatto di questo tipo, ma non così drammatico.

Quel denaro serve. In genere l’inflazione aumenta quando il sistema economico contiene più denaro di quanto non sia giustificato dalle attività economiche. Certamente lo tsunami di liquidità non sarà giustificato dai volumi di produzione, ma dai consumi quello sì. Insomma, quel denaro almeno in parte serve per riportare un po’ di equilibrio nei sistemi economici, oggi pesantemente destabilizzati dai lockdown vecchi e nuovi. Questo dovrebbe incidere sull’aumento dell’inflazione, scongiurando almeno in parte aumenti poco auspicabili.

Tutto il mondo sta adottando queste misure. Questo è un dato che riguarda soprattutto i rapporti tra le valute. Chi più chi meno, tutti stanno adottando o ha adottato dei lockdown, certo con differenze notevoli in termini di intensità. Ma se tutti i paesi si stanno comportando in maniera simile, chi svaluta rispetto a chi? L’euro non si deprezza e basta, bensì si deprezza rispetto al dollaro, alla sterlina, allo yen. Se tutte le valute sono oggetto delle medesime dinamiche, gli effetti sul mercato valutario non si dovrebbero vedere. Ne è testimonianza l’euro-dollaro, che è comunque rimasto più o meno stabile per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria. Anzi, rispetto all’inizio dell’anno ha perso solo due decimi.

Certo, le carte in tavola verrebbero stravolte nel caso in cui si verificasse un’uscita asimmetrica dalla crisi, ma almeno nei paesi occidentali sembra che si vada tutti di pari passo. Le situazioni di partenza sono diverse, e la Germania non è l’Italia e l’Italia non è la Grecia, ma siamo tutti homo sapiens, e il virus colpisce tutti allo stesso modo.

Un consiglio per i trader

La situazione, anche per il motivo che abbiamo appena addotto, rimane incerta. Può succedere di tutto. I trader del Forex dunque sono costretti a stare in campana, così come i trader degli altri mercati (l’azionario in particolare versa in una situazione caotica).

Il consiglio è di comportarsi con la consueta prudenza e, dove possibile, perseverare nella prassi di sempre. Con una sola raccomandazione in più: prestare più attenzione del normale all’analisi fondamentale, ovvero a quanto accade al di fuori del mercato. Gli investitori sono molto reattivi in questo periodo (come tutti del resto) dunque i prezzi rischiano di muoversi più per quel che accade all’esterno che per dinamiche degli scambi. Questo impone un’attenta analisi dei market mover estemporanei, ovvero dichiarazioni, decisioni e misure, che spesso come abbiamo tutti sperimentati sulla nostra pelle possono essere improvvise e a tratti inedite.