Si fa un gran parlare di libertà finanziaria. Un concetto molto discusso, spesso utilizzato impropriamente, magari per vendere un prodotto o un servizio. Un concetto attorno al quale gravitano convinzioni che spesso non corrispondono alla realtà, o che non ne rappresentano il significato in modo completamente veritiero.

In questo articolo parleremo proprio di libertà finanziaria, cercando di dare una definizione quanto più chiara e sincera, sgomberando il campo da miti e pregiudizi. Infine, risponderemo a una domanda che molti si pongono: il trading online può rendere finanziariamente liberi?

Cos’è la libertà finanziaria

Alla fine, il concetto di libertà non è nemmeno semplice da spiegare e da comprendere. Una persona è libera dal punto di vista finanziario quando gode di entrate automatiche che le permettono, da sole, di sostenere il suo abituale tenore di vita.

Si comprende, già da questa semplice affermazione, quanto la libertà finanziaria possa essere agognata, e rappresentare un motivo di affrancamento dalla condizione che la stragrande di persone vive ogni giorno. Una condizione che parla di fatica, di stress, di lavoro, persino di difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

C’è un ma. In primo luogo, non è tutto oro quello che luccica. Ovvero, non ci sono scorciatoie, ricette semplici, segreti per diventare liberi dal punto di vista finanziario, se si escludono gli sporadici colpi di fortuna o situazioni patrimoniali pregresse (es. essere ricchi di famiglia). Secondariamente, uno dei maggiori ostacoli alla libertà finanziaria consiste proprio nel fraintenderla, nel considerarla ciò che non è, con il risultato di muoversi perennemente nella direzione sbagliata.

Per questo motivo, è bene spendere qualche parola per sfatare qualche mito e presentare la piccola verità che fa da corollario al concetto di libertà finanziaria.

Libertà finanziaria non vuol dire necessariamente essere ricchi

Molti confondono la libertà finanziaria con la ricchezza. Le due cose, a dire il vero, non si escludono a vicenda. In un certo senso potrebbero essere complementari, o comunque consequenziali. Certo è che libertà finanziaria e ricchezza sono due concetti distinti, che non dovrebbero essere confusi.

Una persona può essere ricca senza essere libera finanziariamente. Allo stesso modo, una persona può essere finanziariamente libera senza essere ricca.

Per capire questo ragionamento, che è abbastanza controintuitivo, dobbiamo rifarci alla definizione di libertà finanziaria che abbiamo dato qualche riga fa e a qualche esempio.

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La definizione, infatti, non parla di ricchezza, ma di “capacità di sostenere il proprio tenore di vita”. Ora, i tenori di vita possono essere i più vari, e non per forza sfarzosi. Dunque la ricchezza può averci a che fare, ma non è un elemento portante, non è una conditio sine qua non.

Proviamo a fare un esempio. Un manager che lavora otto o nove ore al giorno e guadagna 20.000 euro al mese può definirsi ricco. Tuttavia, non è libero finanziariamente perché deve vivere per lavorare.

Invece, una persona che non lavora, ma ha ricevuto in eredità cinque appartamenti, che affitta ciascuno a 600 euro, per un totale di 2.000 euro, non è certamente ricco ma è libero dal punto di vista finanziario.

E’ evidente: il nocciolo della questione non sta nel reddito, ma nelle entrare automatiche, nonché nel tenore di vita.

Dunque, è libero finanziariamente solo colui che ha entrate automatiche, a prescindere da quanto si porta a casa ogni mese.

Libertà finanziaria non vuol dire smettere di lavorare

Questa è un’altra convinzione che ostacola la comprensione e il raggiungimento dello status di libertà finanziaria. Libertà finanziaria non vuol dire smettere di lavorare. O, per meglio dire, che si lavori o no è completamente ininfluente. Di nuovo, si tratta di due elementi che hanno certamente non si escludono a vicenda, ma che comunque non sono legati indissolubilmente. Di nuovo, una persona può essere libera dal punto di vista finanziaria e continuare comunque a lavorare.

Ciò che fa la differenza è la necessità. Una persona che è libera finanziariamente, molto semplicemente, può permettersi di non lavorare. D’altronde, ha le entrate automatiche che lo sostengono. Il nocciolo della questione, è bene ripeterlo, sta tutto qui.

Ma c’è un altro motivo per cui libertà finanziaria non vuol dire per forza smettere di lavorare, specie se per lavoro si intende una generica attività che richiede tempo, risorse e capacità. Le rendite automatiche vanno in qualche modo gestite. In realtà, sono automatiche fino a un certo punto. Ovviamente non si agisce per produrre un’entrata (altrimenti non sarebbe automatiche) ma per mantenerla automatica.

Facciamo di nuovo l’esempio della persona del locatore. E’ ovvio che egli non produce materialmente il denaro, e questo gli giunge a prescindere da come passa la sua giornata. Tuttavia, deve gestire il processo e fare in modo che la rendita automatica si mantenga tale. Nello specifico, deve avere a che fare con l’inquilino, fargli sentire la sua presenza, andare eventualmente a riscuotere l’affitto, fare il proprio dovere da proprietario. Più che lavorare, è gestire.

Ciò vale per tutte le tipologie di rendite automatiche. Alla fine, i meccanismi della libertà finanziaria sono sempre gli stessi.

Per acquisire la libertà finanziaria occorre spendere

Questa è un’affermazione decisamente controintuitiva. Come, libertà finanziaria vuol dire guadagnare denaro senza “lavorare”, dunque perché occorre spendere?

Il motivo è semplice: la rendita automatica è frutto di un processo. Dunque questo processo occorre costruirlo. Nella quasi totalità dei casi, costruire un processo di rendita automatica vuol dire spendere denaro e tempo.

Non è affatto facile. Per capirne le implicazioni possiamo tornare all’esempio del lavoratore. Egli, se è fortunato, ha ricevuto in eredità gli appartamenti. Se non è fortunato, ha dovuto prima acquistarli, ammodernare le case, mettersi a cercare gli inquilini, stipulare un contratto, registrarlo etc. Insomma ha messo in piedi un meccanismo di rendita automatica (l’affitto) spendendo soldi e tempo.

Ciò vale per tutte le attività che portano alla rendita automatica.

Perché il trading online NON può portare alla libertà finanziaria

Una volta approfondito il concetto di libertà finanziaria, e aver restituito ad esso la sua giusta dimensione, possiamo rispondere alla domanda: il trading online può portare alla libertà finanziaria? Una domanda che molti si pongono, soprattutto chi intende approcciarsi a questo mondo con la speranza di dare una svolta alla propria vita. Una domanda, però, a cui non è affatto facile rispondere, anche perché ci sono elementi a favore e contro di questa tesi.

In questa prima parte analizziamo proprio gli elementi contro, ovvero quelli che spingerebbero a confutare questa ipotesi.

E’ un’attività quotidiana. Il trading online non è un’attività che si può affrontare in modo sporadico, una volta ogni tanto. Non è gioco d’azzardo. E’ un’attività che richiede tempo, studio, fatica, energie intellettuali e denaro. Dunque, va oltre il concetto di “gestione della rendita automatica” che abbiamo descritto poco fa. Nel trading online, almeno nella sua versione base, è necessario agire per guadagnare. Dunque, da questo punto di vista… No, il trading online non può portare alla libertà finanziaria.

E’ difficile guadagnare. Il concetto di rendita automatica ha un altro risvolto: la semplicità. Chi sfrutta un sistema per guadagnare in automatico, una volta messo in piedi, non deve fare altro che gestirlo. La gestione, rispetto alla produzione, è almeno in linea teorica più semplice. Ebbene, il concetto di semplicità non appartiene al trading online, almeno non nella sua variante più tradizionale. Anzi, produrre utili è davvero complicato, a tal punto che solo una piccola parte di chi si impegna, magari quotidianamente nei mercati finanziari, riesce a portare a casa un guadagno consistente. Ancora prima di approcciarsi al trading, inoltre, occorre studiare, effettuare un percorso di formazione arduo e lungo.

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Può essere considerato un lavoro. Alcuni considerano il trading online un hobby. Non c’è nulla di male in questo. Tuttavia, se si sceglie questa strada, il rischio è di produrre pochi utili o non produrne affatto. Il motivo? Lo abbiamo descritto qualche riga fa: il trading online richiede tempo. Per questa ragione chi realmente fa denaro con il trading lo considera un lavoro vero e proprio. Ora, abbiamo visto che il concetto di lavoro non si sposa bene con quello di libertà finanziaria. Ovvero: possono coesistere, ma non in un’ottica di necessità. Se un’entrata richiede lavoro per essere acquisita, allora questa rendita poco ha a che vedere con la libertà finanziaria.

Perché il trading online PUO’ portare alla libertà finanziaria

Tutto lascerebbe presagire che il trading online non possa portare alla libertà finanziaria. C’è un ma.

Una variante del trading online ha tutte le carte in regola per diventare uno strumento della libertà finanziaria. E’ il cosiddetto trading automatico. Con questo termine si intende l’attività di investimento speculativo condotta per mezzo di software, che vengono chiamati Expert Advisor. Questi, se programmati a dovere, sono in grado di gestire in maniera autonoma l’operatività, ovvero la concreta apertura e chiusura delle posizioni. E’ “sufficiente” programmare l’Expert Advisor secondo una strategia ben precisa, attivarlo e godersi le entrate. Detta così sembra facile, ma non lo è affatto: la programmazione di un EA richiede tempo, impegno, intelligenza e molte verifiche. Attività, questa, che però può essere assimilata al processo di creazione del sistema che porta alla libertà finanziaria, alla fase di “lavoro” che deve mettere in atto chi vuole diventare libero finanziariamente.

Ecco, in sintesi, i motivi per cui il trading online automatico può portare alla libertà finanziaria.

Può portare a delle rendite. Come abbiamo già accennato, il trading per mezzo degli Expert Advisor può essere una fonte di guadagno, a patto di programmarlo per bene. I guadagni, in questo caso, vanno considerati a tutti gli effetti come se fossero una rendita automatica. Il motivo è semplice: vengono prodotti in autonomia dal sistema. Dunque, possono essere motivo di libertà finanziaria.

Sottende a un processo. Lo abbiamo già accennato: il modo di produrre guadagni con i software per il trading automatico è un vero e proprio processo. Esso comprende la fase di preparazione e di programmazione, e la fase operativa, quest’ultima condotta direttamente dal software.

Può portare a guadagni ingenti. Se va tutto liscio, la fase di programmazione e preparazione si è svolta secondo criteri di efficacia, allora il trading automatico può portare guadagni simili o addirittura superiori a quelli del trading tradizionale. Nel secondo caso, può produrre un grande arricchimento, tale da sostenere il tenore di vita del trader. Concetto, quest’ultimo, che rappresenta una parte essenziale della libertà finanziaria.

Prima di darsi al trading automatico, è necessario scegliere con cura gli strumenti del mestiere. Ovvero, scegliere in maniera efficace l’Expert Advisor. Tra i migliori in circolazione spicca EvoForex, che tra le altre cose spicca anche per garanzie di sicurezza e capacità di adattarsi alle caratteristiche del trader.