L’inflazione è uno dei pochi parametri economici che ha varcato i confini della disciplina finanziaria e si è sedimentato nell’immaginario collettivo. Il motivo principale risiede nell’impatto che l’inflazione esercita nella vita di tutti i giorni. La ragione è sostanzialmente pratica, quindi, ma può rappresentare un buon punto di partenza per gli aspiranti trader che vogliono imparare a svolgere un’attività speculativa come si deve, soprattutto dal punto di vista analitico.

In questo articolo parliamo proprio dell’importanza che l’inflazione ricopre per l’attività di Forex Trading, ovvero del suo impatto sul mercato delle valute. Offriremo, infine, anche qualche consiglio per sfruttare al meglio le notizie riguardanti l’inflazione.

Una definizione di inflazione

Cos’è l’inflazione? In linea di massima, come abbiamo già accennato, tutti conoscono il significato di questo termine. una definizione molto grezza, ma che appartiene all’immaginario collettivo, suggerisce che l’inflazione altro non è che la variazione in percentuale dei prezzi venduti al dettaglio.

Un aumento o una diminuzione dell’inflazione al di fuori dei confini della fisiologia, genera conseguenze palpabili in molti campi. Nella vita privata, ovvero al momento di acquistare un determinato bene, ma anche a livello macroeconomico e, ovviamente, speculativo.

In buona sostanza, l’inflazione incide anche e forse soprattutto sul mercato delle valute.

L’inflazione non è un termine ufficiale, per quanto sia ormai accettato anche all’interno della comunità degli analisti e degli investitori. Il suo nome, per esteso, è indice dei prezzi al consumo, spesso riassunta con le sigle “IPC”, se la lingua di riferimento è l’italiano, o “CPI” se si intende utilizzare la lingua inglese. Se il significato del primo acronimo è palese, quello del secondo è un po’ meno evidente. Infatti, CPI sta per Consumer Price Index.

L’inflazione è frutto di uno studio sui prezzi reali, o per meglio dire su un paniere di prodotti. Anzi, il paniere è soggetto a modifiche frequenti se non addirittura regolari. L’idea di base è offrire uno spaccato del peso che i consumatori devono sopportare. E’ ovvio, quindi, che il paniere debba essere più possibile aggiornato, e contenere prodotti  A medio-alto consumo.

L’inflazione come market mover diretto

L’inflazione è un market mover diretto, ovvero un parametro che può impattare più o meno immediatamente e in modo oggettivo sulle quotazioni di una valuta.

La questione, nella fattispecie, riguarda soprattutto i metodi di rilevazione dell’inflazione o per meglio dire dell’indice dei prezzi al consumo, le dinamiche che si scatenano a partire da questi ultimi.

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Per comprendere questa dinamica è necessario parlare delle attività delle banche centrali. Tra i loro scopi spicca il mantenimento di un’inflazione a livelli auspicabili, che per inciso corrispondono al 2% annuo.

Ebbene, se l’inflazione cambia in modo non consono o si mantiene su livelli poco equilibrati, la banca centrale interviene.

Nello specifico, quando l’inflazione è troppo bassa, la banca centrale diminuisce i tassi di interesse. Di contro, quando l’inflazione è troppo alta, la banca centrale aumenta i tassi di interesse.

La manipolazione dei tassi di interesse, agendo sul credito, modifica la massa monetaria, ovvero la quantità di denaro in circolo. A sua volta, quest’ultima incide sui prezzi secondo la legge della domanda e dell’offerta e la teoria della velocità della moneta.

Queste dinamiche si riflettono in maniera oggettiva e sostanzialmente tecnica sul rapporto tra le valute. Di nuovo, entra in campo la legge della domanda e dell’offerta. Di conseguenza, una valuta che subisce un taglio dei tassi di interesse, tenderà a indebolirsi rispetto alle valute che non stanno andando incontro al medesimo destino.

Tutto ciò genera un enorme impatto nel Forex e di conseguenza orienta le azioni dei trader. Un investitore acquista o vende una determinata valuta, anche e soprattutto in base  all’inflazione, in quanto, come abbiamo visto, da essa dipendono le mosse della banca centrale di riferimento.

L’inflazione come market mover diretto

L’inflazione esercita un impatto anche indiretto, ovvero scatena dinamiche che non rispondono a criteri di oggettività, bensì si basano su elementi di valutazione ed interpretazione che possono essere considerati anche personali, se non addirittura soggettivi.

La questione ruota attorno al significato che gli investitori e gli analisti e gli esperti assegnano all’inflazione.

La verità è che l’inflazione è molto più che un parametro che restituisce la variazione dei prezzi. In un certo senso, è la cartina di tornasole della stabilità economica di un paese. Non è un caso che la reputazione dei paesi afflitti da una inflazione eccessivamente elevata sia carente.

In un certo senso, l’inflazione è l’espressione della forza di un sistema economico. Se essa si mantiene sui canoni dell’equilibrio, allora il paese verrà percepito come florido. Di contro, se l’inflazione è soggetta a squilibri (in un senso e nell’altro), il paese verrà percepito in maniera negativa.

A sua volta, tale percezione orienta le scelte dei trader del Forex. I trader in genere tendono ad acquistare valute forti e vendere valute deboli, a meno di non adottare approcci altamente speculativi e per questo motivo rischiosi.

Un consiglio fondamentale

Il consiglio, dunque, è di conferire all’inflazione l’importanza che merita, e integrarne il monitoraggio e lo studio all’interno dell’attività di analisi.

Ovviamente, non è sufficiente tenere d’occhio l’inflazione per sfruttarla a proprio vantaggio. E’ necessario, in un certo senso, conoscere le dinamiche dei prezzi dei vari sistemi economici, comprendere se l’inflazione rilevata in un dato momento è fisiologica o rappresenta piuttosto un elemento di rottura rispetto al passato. Insomma, l’analisi deve essere in qualche modo “diacronica”, e svilupparsi in un orizzonte temporale molto ampio.

Un altro consiglio è prendere in considerazione non solo  l’inflazione nuda e cruda, ovvero il cosiddetto indice dei prezzi al consumo, ma anche tutti gli altri parametri che in qualche modo anticipano l’inflazione e ne suggeriscono l’andamento. Il riferimento è alle rilevazioni dei prezzi in un momento antecedente della filiera. Oggetto di studio, per esempio, dovrebbe essere anche l’indice dei prezzi alla produzione, ovvero l’inflazione studiata al passaggio dei beni dal produttore al venditore.