Parlando di sistemi di tassazione statali amichevoli, il collegamento con Paesi e Stati al di fuori del Continente europeo è quasi automatico, soprattutto se si pensa ai vari scandali e inchieste giornalistiche che si sono succedute sulla possibilità di nascondere grossi patrimoni all’estero senza rischiare di essere beccati dal fisco del proprio territorio di origine.

Tralasciando i trucchi finanziari e le vicende di furbi evasori delle tasse che scappano all’estero con i propri soldi, alcuni Paesi europei rientrano nella categoria di paradisi fiscali non soltanto per le dinamiche bancarie che offrono ma per un vero e proprio sistema di tassazione amichevole nei confronti sia del cittadino residente sia delle industrie e delle imprese che decidono di porre la propria sede fiscale e operativa nel territorio di uno di questi Stati.

Per addentrarci più nello specifico, tra i territori che vengono riconosciuti come competitivi da questo punto di vista rientrano senz’altro Lussemburgo, capitale del Granducato di Lussemburgo, Londra e il Principato di Monaco. Nel prossimo paragrafo vedremo nel dettaglio quali sono le principali normative di tassazione vigenti in ciascuno di questi Stati mettendole a confronto e lasciando poi a ciascuno di voi la libertà di giungere alle proprie conclusioni su quale sia il Paese che offre maggiori sicurezze e libertà fiscali in vista di uno sviluppo economico maggiore.

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Tassazioni a confronto: Lussemburgo, Londra e Monte Carlo

Il primo fra i tre che andremo a prendere in considerazione per un breve ma efficace confronto sui sistemi di tassazione fiscale, sia per vicinanza geografica con la nostra penisola sia per la rilevanza mediatica che detiene, è il Principato di Monaco, sul quale è possibile tenersi costantemente informati su internet riguardo ad eventi culturali, sport, attualità e ovviamente economia e tassazione.

Per quanto riguarda le aziende e le attività produttive, nel territorio monegasco non vi è un’imposizione diretta di tasse se non in due casi particolari, ossia che l’azienda realizzi più del 25% del proprio fatturato al di fuori del territorio del Principato o che i suoi affari siano riconducibili alla cessione di brevetti o diritti di proprietà letteraria o artistica. Per quanto riguarda invece la tassazione su persone fisiche, non è presente alcuna imposta sul reddito o sul capitale, mentre per i diritti di successione se in linea diretta, non si applica alcuna aliquota da versare allo Stato.

Esaminato il livello di tassazione presente a Montecarlo, è bene confrontarlo con ciò che offre il fisco di Lussemburgo, territorio nel quale l’aliquota base per le aziende è fissata al 20%, aumentata di un punto percentuale nel caso in cui il reddito imponibile dell’azienda sia superiore ai 15.000 euro, ai quali si potrebbe aggiungere un contributo di occupazione del 7% e un’imposta comunale variabile.

Se si parla invece di imposta sul consuma, ossia l’IVA, a Lussemburgo è fissata al 15% in linea generale mentre è al 6% su servizi domestici, al 3% su prodotti farmaceutici, generi alimentari, libri e attività di ristorazione e alberghiere mentre è nulla su esportazioni e servizi finanziari, immobiliari e medici.

Infine spostandosi a Londra, la City internazionale e multiculturale per eccellenza, fino a circa undicimila sterline di stipendio si avrà diritto a percepirli senza alcuna imposizione di natura fiscale, oltre i quali sono previste delle aliquota progressive e proporzionali basate sul guadagno annuale del lavoratore. Per quanto riguarda invece le imprese, si è passati progressivamente da un’aliquota fiscale del 28% ad una del 21% fino alla più recente fissata al 20%, un vero record se si pensa che in Italia queste cifre corrispondono all’incirca alla metà della pressione fiscale che le nostre aziende sono costrette a sopportare.