Le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha nuovamente invitato il presidente della Federal Reserve Jerome Powell a ridurre i tassi di interesse, hanno riacceso il dibattito sull’indipendenza della banca centrale americana e sulle possibili conseguenze economiche di tali interferenze politiche.

Trump insiste sulla riduzione dei tassi: quali rischi per l’economia?

Durante un recente intervento, Trump ha affermato che “se avessimo un presidente della Fed che sapesse cosa sta facendo, i tassi di interesse sarebbero già in calo”. Non è la prima volta che Trump critica apertamente Powell e la politica monetaria della Fed. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, l’amministrazione starebbe addirittura valutando la possibilità di rimuovere Powell dal suo incarico, una mossa senza precedenti che potrebbe minare gravemente la fiducia dei mercati.

L’importanza dell’indipendenza della Federal Reserve

L’indipendenza della banca centrale è considerata dagli economisti un pilastro fondamentale per garantire stabilità economica e finanziaria. La Fed regola l’economia attraverso la gestione dei tassi d’interesse, influenzando direttamente il costo del credito per imprese e famiglie. Tassi bassi incentivano investimenti e consumi, ma se mantenuti troppo a lungo o abbassati in modo artificiale possono generare inflazione incontrollata.

Le pressioni politiche per abbassare i tassi potrebbero dunque portare a una crescita economica insostenibile nel breve termine, seguita da un aumento significativo dell’inflazione nel medio-lungo periodo. Considerando anche gli effetti inflazionistici delle tariffe doganali introdotte da Trump durante il suo mandato, il rischio di una spirale inflazionistica diventa ancora più concreto.

Sondaggio CNBC: cresce il malcontento sulla gestione economica di Trump

Secondo un recente sondaggio condotto da CNBC su 1.000 cittadini americani, ben il 55% degli intervistati disapprova la gestione economica dell’ex presidente Trump. È la prima volta che un sondaggio CNBC registra una maggioranza negativa nei confronti delle politiche economiche trumpiane. Inoltre, gli intervistati si mostrano sempre più pessimisti riguardo al futuro andamento dell’economia statunitense e dei mercati azionari.

Cina: tassi invariati e avvertimenti contro accordi anti-Pechino

Nel frattempo, sul fronte asiatico, la People’s Bank of China (PBOC) ha deciso di mantenere invariati i suoi principali tassi d’interesse: il Loan Prime Rate (LPR) a 1 anno resta al 3,1%, mentre quello a 5 anni rimane al 3,6%. Questa decisione era ampiamente prevista dagli analisti interpellati da Reuters e indica chiaramente che Pechino preferisce preservare la stabilità dello yuan piuttosto che stimolare ulteriormente l’economia con tagli ai tassi.

Pechino pronta a contromisure reciproche

Il Ministero del Commercio cinese ha inoltre dichiarato con fermezza che Pechino adotterà “contromisure reciproche” contro qualsiasi paese che stipuli accordi con gli Stati Uniti mirati a isolare economicamente la Cina. Questa dichiarazione arriva in risposta alle indiscrezioni secondo cui Washington starebbe cercando di utilizzare le trattative commerciali per convincere i propri partner internazionali a limitare i rapporti commerciali con Pechino.

USA: possibile rallentamento economico estivo secondo Goolsbee (Fed Chicago)

Austan Goolsbee, presidente della Federal Reserve di Chicago, ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo a un possibile rallentamento dell’attività economica negli Stati Uniti durante l’estate. Secondo Goolsbee, l’attuale aumento degli acquisti da parte di consumatori e aziende potrebbe essere temporaneo e legato alla volontà di anticipare eventuali nuove tariffe doganali. Una volta esaurito questo effetto anticipatorio, l’attività economica potrebbe subire una brusca frenata nei prossimi mesi.

I settori più vulnerabili

I settori maggiormente esposti a questo fenomeno includono quello automobilistico e quello dei componenti elettronici, entrambi fortemente dipendenti dalle importazioni e quindi particolarmente sensibili alle variazioni tariffarie.

L’amministrazione Trump valuta riforme radicali al Dipartimento di Stato

Secondo una bozza di ordine esecutivo ottenuta da CNBC, l’amministrazione Trump starebbe valutando profonde modifiche strutturali al Dipartimento di Stato americano. Tra le misure previste figurano la chiusura di diverse ambasciate statunitensi nell’Africa meridionale e l’eliminazione di uffici dedicati alla promozione della democrazia e dei diritti umani, nonché quelli relativi alle organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite.

Earnings season: Tesla e Alphabet sotto i riflettori questa settimana

Dopo settimane dominate dalle preoccupazioni legate alle tariffe commerciali imposte dall’amministrazione Trump, l’attenzione degli investitori si sposta ora sui risultati trimestrali delle grandi aziende quotate. In particolare, questa settimana saranno pubblicati i dati finanziari del primo trimestre 2023 di due colossi tecnologici molto attesi:

  • Tesla, martedì;
  • Alphabet (Google), giovedì.

I risultati finanziari di queste società potrebbero influenzare significativamente l’andamento dei mercati azionari globali nei prossimi giorni.

Conclusioni: indipendenza della Fed cruciale per stabilità economica globale

L’indipendenza delle banche centrali rimane essenziale per garantire una gestione equilibrata dell’economia ed evitare decisioni politiche dettate da interessi elettorali o populistici. Le recenti dichiarazioni di Trump evidenziano ancora una volta quanto sia delicato il rapporto tra politica monetaria e politica governativa. Gli investitori dovranno monitorare attentamente questi sviluppi per comprendere meglio le possibili implicazioni sui mercati finanziari globali.