I mercati finanziari globali hanno aperto la settimana con una forte volatilità, influenzati negativamente dalle recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump contro la Federal Reserve (Fed) e dalle persistenti tensioni commerciali internazionali. La combinazione di questi fattori ha spinto gli investitori verso asset rifugio, causando un significativo calo del dollaro e un’impennata record del prezzo dell’oro.

Trump contro Powell: minacciata l’indipendenza della Fed?

Giovedì scorso, il presidente Trump ha rivolto dure critiche al presidente della Fed Jerome Powell, alimentando speculazioni sulla possibilità di una sua rimozione dall’incarico. Una simile mossa metterebbe seriamente in discussione l’indipendenza della banca centrale americana, elemento cruciale per la fiducia degli investitori nei confronti degli asset statunitensi.

Charu Chanana, capo stratega degli investimenti presso Saxo Bank a Singapore, ha commentato: “I mercati erano già nervosi a causa delle crescenti tensioni geopolitiche; ora il timore che Trump possa interferire con la politica monetaria aggiunge ulteriore incertezza.”

Impatto sui mercati azionari globali

Lunedì mattina, i futures sull’S&P 500 hanno registrato una perdita dello 0,75%, mentre quelli sul Nasdaq sono scesi dello 0,8%. In Asia, il Nikkei giapponese e l’indice principale di Taiwan hanno perso oltre l’1%, mentre i mercati cinesi hanno mostrato una lieve crescita.

La liquidità ridotta dovuta alla chiusura dei mercati europei per le festività pasquali ha ulteriormente amplificato i movimenti di prezzo.

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Dollaro in caduta libera: euro e yen ai massimi

Le dichiarazioni di Trump e le preoccupazioni sulla stabilità politica ed economica degli Stati Uniti hanno provocato un forte sell-off sul dollaro americano. L’euro ha raggiunto il livello più alto degli ultimi tre anni, mentre lo yen giapponese ha toccato il massimo da sette mesi. Anche il franco svizzero si è rafforzato significativamente, raggiungendo il valore più alto contro il dollaro da oltre dieci anni.

Tassi USA sotto pressione: inversione delle aspettative sui tagli

Il rendimento del Treasury decennale statunitense è salito di 3,5 punti base durante la sessione asiatica. Al contrario, il rendimento del titolo biennale – strettamente correlato alle aspettative sui tassi d’interesse – è sceso di 3,6 punti base. Questo movimento riflette le crescenti aspettative degli operatori su possibili tagli dei tassi da parte della Fed sotto pressione politica.

Austan Goolsbee, presidente della Federal Reserve di Chicago, ha espresso preoccupazione domenica scorsa riguardo alla possibile erosione dell’indipendenza della banca centrale americana: “Spero che non stiamo entrando in una fase in cui la capacità della Fed di definire politiche monetarie indipendenti venga messa in discussione.”

Stagione delle trimestrali USA: occhi puntati su Alphabet, Intel e Tesla

Questa settimana prende ufficialmente il via la stagione delle trimestrali negli Stati Uniti. Gli investitori monitoreranno attentamente i risultati finanziari di colossi tecnologici come Alphabet (Google), Intel e Tesla. Nel corso del 2025, tutte le cosiddette “Magnificent Seven” (le sette principali società tecnologiche americane) hanno subito forti ribassi: Alphabet ha perso circa il 20%, mentre Tesla è crollata del 40%.

Tensioni commerciali USA-Cina: impatto globale sempre più evidente

Le tariffe doganali imposte dall’amministrazione Trump continuano a pesare sull’economia globale. I dati preliminari sulle esportazioni sudcoreane di aprile mostrano un netto calo, segnale che le misure protezionistiche stanno iniziando a incidere significativamente sul commercio internazionale. Stati Uniti e Corea del Sud terranno colloqui commerciali questa settimana per cercare soluzioni condivise.

Sebbene Trump abbia recentemente dichiarato che gli Stati Uniti stanno avendo “buone conversazioni private” con la Cina, l’ambasciatore cinese negli USA ha sottolineato che Washington deve mostrare maggiore rispetto prima che possano riprendere negoziati significativi.

Materie prime: oro ai massimi storici, petrolio in calo

Oro record grazie alla corsa verso beni rifugio

L’incertezza geopolitica e finanziaria ha spinto gli investitori verso l’oro, tradizionale bene rifugio per eccellenza. Il metallo prezioso ha raggiunto un nuovo massimo storico a quota 3.370,17 dollari l’oncia, registrando un incremento superiore al 26% dall’inizio dell’anno.

Petrolio in ribasso dopo progressi nei colloqui USA-Iran

I prezzi del petrolio sono invece scesi lunedì dopo segnali positivi provenienti dai negoziati sul nucleare tra Stati Uniti e Iran. La prospettiva di un accordo potrebbe aumentare l’offerta globale proveniente dal Medio Oriente. Il Brent è sceso dell’1,75% a 66,77 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) americano è calato anch’esso dell’1,75%, attestandosi a 63,55 dollari al barile.

Bitcoin torna a salire: massimi da inizio aprile

Anche il Bitcoin beneficia della volatilità generale dei mercati finanziari tradizionali. La criptovaluta più famosa al mondo è salita del 2,89%, raggiungendo quota 87.515,88 dollari, livello più alto dal 2 aprile scorso.