Incertezza sui colloqui USA-Cina pesa sul sentiment globale
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuano a dominare il sentiment degli investitori. A pochi giorni dall’incontro previsto tra le due superpotenze economiche, emergono nuove divergenze sulla natura stessa dei colloqui. Il presidente Trump ha chiarito tramite i social media che non intende ridurre i dazi imposti alla Cina, mentre Pechino insiste nel definire l’incontro come un semplice “dialogo” e non una vera e propria negoziazione. Questo clima di incertezza aumenta il rischio che l’incontro venga ridimensionato o addirittura cancellato, con conseguenze negative per i mercati globali.
Accordo commerciale USA-Regno Unito non sostiene la sterlina
Nonostante l’annuncio ufficiale di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, la sterlina britannica rimane sotto pressione. La valuta inglese è scesa sotto quota 1,33 dollari, toccando minimi intraday a 1,3260 dollari. Gli investitori sembrano focalizzati soprattutto sulla riunione della Bank of England (BoE), che dovrebbe annunciare oggi un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base. I mercati scontano già ulteriori interventi espansivi nei prossimi mesi, riflettendo le preoccupazioni per la debolezza economica del Regno Unito e le difficoltà politiche interne del governo Reeves dopo i recenti risultati negativi alle elezioni locali.
Panoramica valutaria: dollaro forte dopo la Fed, euro e yen in calo
Dollaro USA rafforzato dalla posizione restrittiva della Fed
Il dollaro statunitense continua a guadagnare terreno contro le principali valute G10 ed emergenti, sostenuto dalla decisione della Federal Reserve di mantenere invariati i tassi d’interesse con un atteggiamento più restrittivo del previsto. L’indice del dollaro (Dollar Index) ha superato quota 100 punti e potrebbe puntare verso ulteriori rialzi se dovesse confermare una chiusura sopra 100,40 punti.
Euro sotto pressione nonostante dati positivi dalla Germania
L’euro si muove al ribasso verso quota 1,1270 dollari dopo aver fallito il tentativo di superare stabilmente 1,1380 dollari. Nonostante i dati incoraggianti sulla produzione industriale tedesca (+3% a marzo rispetto al +1% previsto), la moneta unica risente della forza generalizzata del biglietto verde e delle prospettive economiche ancora incerte per l’Eurozona. Una rottura decisa sotto 1,1260 potrebbe aprire spazio a ulteriori ribassi verso area 1,1050-1,1100.
Yen giapponese indebolito dal disaccoppiamento con i rendimenti USA
Il cambio USD/JPY si avvicina nuovamente alla soglia psicologica di 145 yen per dollaro, mostrando una netta divergenza rispetto all’andamento dei rendimenti obbligazionari statunitensi. Nonostante il rendimento del Treasury decennale sia salito oltre il 4,31%, lo yen continua a perdere terreno contro il dollaro. Gli analisti tecnici indicano come prossimo obiettivo rialzista quota 148 yen.
Mercati azionari: Europa in recupero grazie ai dati tedeschi
Dopo due sedute negative consecutive, l’indice europeo Stoxx 600 torna positivo (+1%), trainato soprattutto dal DAX tedesco (+1%) grazie ai dati superiori alle attese sulla produzione industriale in Germania. In Asia prevalgono invece segnali contrastanti: Taiwan registra lievi perdite mentre India (-0,5%) e Pakistan (-6,8%) subiscono forti pressioni ribassiste. I futures sugli indici americani S&P500 e Nasdaq mostrano rialzi superiori all’1%, indicando un’apertura positiva per Wall Street.
Obbligazioni e materie prime: rendimenti in aumento, oro in calo
Rendimenti obbligazionari in rialzo su aspettative Fed più restrittiva
I rendimenti dei titoli di Stato europei salgono mediamente di circa tre punti base; il rendimento del Treasury decennale statunitense supera il 4,31%, con un incremento superiore ai quattro punti base rispetto alla seduta precedente. I Gilt britannici restano invece stabili in attesa della decisione della Bank of England.
Oro penalizzato dalla forza del dollaro
L’oro prosegue la fase ribassista iniziata ieri (-2%), perdendo oggi ulteriormente lo 0,8% circa e attestandosi intorno ai 3340 dollari l’oncia sui mercati europei. La forza del dollaro rende meno attraente il metallo prezioso agli occhi degli investitori internazionali.
Petrolio WTI vicino ai massimi settimanali
Il petrolio WTI con consegna giugno guadagna oltre l’1%, avvicinandosi nuovamente ai 59 dollari al barile dopo aver toccato ieri un massimo settimanale poco sopra i 60 dollari. Le quotazioni beneficiano delle aspettative di una domanda globale più robusta nella seconda metà dell’anno.
Valute emergenti: yuan cinese debole, peso messicano resiliente
Yuan cinese sotto pressione dopo dichiarazioni USA-Cina
Il cambio USD/CNH supera quota 7,24 yuan per dollaro offshore dopo che la People’s Bank of China (PBOC) ha fissato oggi il tasso di riferimento giornaliero a livelli più elevati rispetto alle ultime otto sessioni. La tensione commerciale con gli Stati Uniti continua a pesare sulla valuta cinese e sulle altre valute asiatiche emergenti come il ringgit malese (-0,9%).
Peso messicano stabile nonostante tensioni commerciali nordamericane
Il peso messicano mostra una sorprendente resilienza rispetto ad altre valute emergenti latinoamericane come il real brasiliano (-0,5%). Nonostante le recenti dichiarazioni del presidente Trump che potrebbero mettere in discussione alcuni aspetti dell’accordo USMCA (accordo commerciale tra Stati Uniti-Messico-Canada), il peso rimane stabile intorno a quota MXN19,60 per dollaro. Gli investitori attendono ora la prossima riunione della banca centrale messicana (Banxico), prevista per la prossima settimana, dove è atteso un ulteriore taglio dei tassi d’interesse di almeno 50 punti base.