E’ possibile guadagnare con le perdite nel trading online? Ovviamente il titolo vuole essere suggestivo ma nasconde una grande verità. Per fare successo nel trading online, a prescindere dal mercato, è necessario partire non dal profitto ma dalle perdite. Ovvero, pensare prima a non perdere denaro e solo poi a guadagnarlo. Un comportamento che dovrebbe essere scontato ma che non tutti seguono.

Anzi, i principianti, fiduciosi come sono in una crescita rapida del capitale, perdono di vista questo punto importante. Il risultato? Perdite su perdite, conto a rischio, alta probabilità di gettare la spugna dopo qualche esperienza negativa.

Nell’articolo che segue affrontiamo questo argomento, offrendo qualche spunto per basare la propria attività di trading online non tanto sul profitto (che pure è importante) bensì sul controllo delle perdite.

Cambiare la prospettiva con il Money & Risk Management

Evidentemente, si tratta di un cambio di prospettiva molto importante, in grado di modificare in maniera permanente l’attività di trading online, di permeare tutte le fasi dell’investimento, dall’analisi alla chiusura della posizione.

Un cambio di prospettiva necessario, in quanto basato sulla prudenza. Sia chiaro, non un tipo di prudenza così eccessiva da compromettere i profitti, o da spingere all’immobilismo, bensì capace di agire laddove il trading online è più pericoloso.

Per attuare questo cambio di prospettiva, e renderlo in grado di ottimizzare l’attività di trading online, è necessario dare una svolta al proprio money management, praticarlo non solo in modo regolare ma anche efficace e complesso.

Lo stesso, ovviamente, dicasi per il risk management, che è legato al “money”. Risk management vuol dire, per esempio, impostare lo stop loss. Non è possibile praticare il risk management senza praticare il money management. E’ un legame ovvio: come si controlla il rischio se non si conosce esattamente la cifra che ci si può permettere di perdere?

La Formula di Kelly

Il money management è una materia complessa, una disciplina che va esercitata con estremo rigore. Anche perché, se fatta bene, può rappresentare realmente un’assicurazione sulla vita da trader.

Le tecniche sono numerose. Tuttavia, è bene partire dalle basi, se proprio non si è in grado di esercitare una pratica del money management più complessa. Un’idea potrebbe essere iniziare proprio dalla formula di Kelly. Questa suggerisce esattamente quanto investire, al massimo, per singolo trader. Lo fa esprimendo un valore in percentuale sull’intero capitale.

Ora, la formula di Kelly dà sempre un risultato diverso a seconda del trader che la calcola. Non c’è di cui stupirsi: ogni trader ha la sua storia, le sue statistiche etc. Tuttavia, dalla formula di Kelly è scaturita una percentuale, che poi è semplicemente il valore che più ricorrente tra i trader: il 2%. Ciò significa una cosa precisa: non si dovrebbe mai investire, per singolo trader, più del 2% del proprio capitale.

Ad ogni modo, se intendete fare un lavoro certosino e individuare non un valore arbitrario bensì il valore che si addice esattamente alla vostra attività di trading, dovreste eseguire per esteso la formula di Kelly, che è la seguente:

W – ((1-W/R)

ftmo

dove

W sta per Probabilità di vincita, ovvero la percentuale (normalizzata a 1) dei trader che nell’ultimo periodo hanno realizzato un profitto

R sta per il rapporto tra la vincita media e il rapporto medio

Plus Post

Come già accennato, la maggior parte dei trader ricava un valore di 0.02, che percentualizzato diventa appunto il 2%.

La questione della leva finanziaria

La leva finanziaria è al centro di un annoso dibattito, a tal punto da aver richiesto una regolamentazione da parte di importanti organi di vigilanza. Il motivo è semplice: la leva finanziaria è la classica arma a doppio taglio, e per giunta molto affilata. Può causare del bene come può fare malissimo. Se utilizzata impropriamente, può mandare sul lastrico e prosciugare il conto.

Per chi non lo sapesse, la leva finanziaria è uno strumento che consente di produrre effetti diversi da quelli generati dalla cifra investita. Se per esempio di apre una posizione investendo 1000 euro, ma si usa una leva con rapporto 1:10, e come se si stesse tradando con una posizione pari a 10.000 euro. Ciò significa che in caso di profitto dell’1%, questo non sarebbe pari a 10 euro, bensì a 100 euro.

La leva finanziaria è un metodo efficace per aumentare i profitti velocemente, cosa molto utile se si parte con un capitale basso.

Il problema di fondo è, proprio, la sua qualità di arma a doppio taglio. Di fatti moltiplica le vincite, è vero, ma moltiplica anche le perdite. Potrebbe persino prosciugare completamente il conto. E’ raro invece andare in rosso (ci mancherebbe), anche perché la stragrande maggioranza dei broker prende iniziative in merito: come l’uscita automatica nel caso in cui si raggiungesse una certa perdita.

Ad ogni modo, da questi semplici eventi si evince quanto possa essere pericolosa la leva finanziaria.

Il consiglio è impiegare un approccio quanto mai prudente e guardingo. Privarsi del tutto della leva finanziaria sarebbe uno spreco, o una occasione perso, ma l’abuso è comunque da evitare. Un po’ arbitrariamente (ma saggiamente), ci si potrebbe imporre una leva finanziaria non superiore al rapporto 1:10, con un limite massimo da stabilire intorno a 1:50.

Alcuni parametri utili per il money management

Ovviamente la gestione del denaro non si limita alla formula di Kelly e a un approccio saggio circa la leva finanziaria. Prende in considerazione tante altre tecniche e parametri. Eccone alcuni.

Equity Line. Molto semplicemente, con questo termine si indica un grafico formato da una sola linea. In questa linea ogni punto indica un trade. L’asse delle x è temporale, l’asse delle y indica l’esito in senso quantitativo. E’ uno strumento molto semplice ma allo stesso tempo per analizzare, anche con un solo colpo d’occhio. L’ideale sarebbe avere una equity line più regolare possibile.

Position Sizing. E’ la modalità con cui si calcola la grandezza della posizione, ovvero la cifra investita nel singolo trade. La formula di Kelly è un ottimo metodo per definire la grandezza della posizione ma ovviamente esistono tante altre tecniche.

Win Ratio. Anche questo è un indicatore molto semplice ma utile. Si calcola semplicemente mettendo in rapporto i trade vincenti con i trader totali e moltiplicare tutto per cento. Dunque, è semplicemente la percentuale di trade finiti in profitto. E’ un parametro da conservare per avere sempre una sguardo d’insieme sulla propria attività di trading, soprattutto in termini di efficacia.

Profit Factor. Questo parametro di calcola mettendo in relazione le vincite registrate in un periodo con le perdite registrate nello stesso periodo. Il risultato, ovviamente, non è l’utile prodotto (per quello basta la semplice sottrazione) bensì un indice che suggerisce la qualità del proprio sistema di trading. Se è inferiore a 1, ovviamente, c’è qualcosa che non va.