Il trading online non è un gioco da ragazzi. Alcuni potrebbero sorprendersi, a leggere questa affermazione. D’altronde, siamo bombardati da campagne pubblicitarie che presentano il trading online come una sorta di panacea di tutti i mali economici, la soluzione ai problemi finanziari. Insomma, viene ritratto un po’ come il paese dei balocchi.

La verità, come sperimentano i principianti sulla propria pelle, è diversa. E’ vero, il trading online è una opportunità, in alcuni casi può portare a un arricchimento drammatico. Tuttavia, tra i nastri di partenza e il traguardo si stagliano tappe che sono numerose e ardue. La prima – e si comincia subito in salita – consiste proprio nell’imparare a come si pratica il trading online.

Molti si soffermano sui contenuti del percorso di formazione, e fanno bene… Su cosa studiare e su come farlo. In questo articolo, però, vogliamo offrire una prospettiva diversa, vogliamo parlare di come la mente umana vive il percorso di formazione, e come la coscienza umana cambia tappa dopo tappa, fino a diventare un trader, se non esattamente esperto, almeno in grado di stare sul mercato.

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Parleremo del perché è necessario favorire queste modifiche, questa specie di ristrutturazione mentale. Approfondiremo poi le tappe del percorso di apprendimento dal punto di vista della coscienza.

Ristrutturare la mente per imparare il trading

Ma perché è necessario favorire un cambiamento a livello mentale, quasi cognitivo? Molti pensano al trading online come a un insieme di metodologie asettiche, puramente tecniche, che è sufficiente apprendere nella loro scientificità. Essi ignorano il ruolo che gioca la sfera emotiva e psicologica. Guadagnare con il trading online non è solo una questione di competenze, ma anche di “testa”. Dunque, è necessario in qualche modo “aggiornarla”, adattarla alle sfide dell’investimento speculativo.

Ciò, a dire il vero, accade per qualsiasi attività che richiede un certo impegno intellettuale, tutt’altro che meccanico, e che allo stesso tempo espone a qualche rischio. Si parla di mentalità, ma a dire il vero si dovrebbe parlare di tenuta psicologica e di resilienza.

La tenuta psicologica è necessaria per gestire le sensazioni di pericolo, che non abbandona mai i trader, nemmeno i più esperti.

La resilienza è necessaria per sviluppare la capacità di reazione agli eventi avversi. Una qualità che torna sempre utile, nella vita reale come nel lavoro, e non solo nel trading. Una qualità che va coltivata, che certo in una misura minima può essere innata, ma che può e deve essere imparate. Come? Attraverso un lavoro su di sì, ovvio, attraverso la gestione dei pensieri, e l’inserimento nel proprio schema cognitivo di pensieri positivi.

Come funziona la mente dei trader esperti

Ma qual è l’obiettivo, lo stato mentale che i trader esperti devono acquisire per dirsi concluso il percorso di formazione anche dal punto di vista cognitivo? Insomma, come ragionano gli esperti.

Ebbene, gli esperti di trading online gestiscono quasi in automatico la componente emotiva e psicologica. Non solo hanno individuato le risorse corrette per far fronte allo stress e trarre sempre il meglio da ogni situazione, ma hanno anche imparato a utilizzare le risorse.

Infine, hanno imparato a dipanarle in modo quasi automatico, come un sistema immunitario in grado di sbarrare la strada a virus e batteri. In questo caso, sia chiaro, il trader conserva una certa consapevolezza dei problemi. Tuttavia, ha talmente interiorizzato le norme, che rispettarle pedissequamente non gli pesa. Approfondiremo questo aspetto nell’ultimo paragrafo.

Le 4 fasi del cambiamento del trading online

Come dicevamo, imparare a fare il trading, diventare un trader significa predisporre la propria mente a dei cambiamenti anche importanti. Li affrontiamo qui di seguito, posto che il traguardo, che chiameremo “competenza inconscia” corrisponde allo stato descritto nel paragrafo precedente.

Precisiamo anche le tappe che presentiamo ora, valgono in realtà per tutti i percorsi di apprendimento di attività che richiedono un grande sforzo intellettuale e che, in un modo o nell’altro, espongono a dei rischi molto importanti. Nel trading online, ovviamente, il rischio è quello di perdere il denaro.

Incompetenza inconscia

E’ lo stato in cui si trovano tutti coloro che si approcciano a un argomento complesso per la prima volta. In questa fase, le persone non solo non sanno, ma ignorano persino cosa di dovrebbe sapere. Questa è una fase molto pericoloso, che dovrebbe essere attraversata prima possibile. In una situazione di incompetenza inconscia, infatti, l’individuo è suscettibile di menzogne e fake news, e quindi può vivere di convenzioni errate circa l’argomento complesso in questione.

Si trovano in questa fase tutti gli aspiranti trader che credono alle fandonie di alcuni broker senza scrupoli, il cui scopo è dipingere il trading come una soluzione semplice e alla portata di tutti, e che porta sempre all’arricchimento. Il riferimento è alla tipologia di individui descrivendo la quale abbiamo aperto questo articolo. Sempre in questa fase, gli aspiranti trader hanno la tendenza di iniziare a investire senza aver portato a termine un adeguato percorso di formazione, con tutto ciò che ne consegue in termini di perdita del capitale.

Infine, specifichiamo che le tappe così come le descriviamo, fanno riferimento a un articolo dell’esperto Gianluca Defendi pubblicato su Milanofinanza online il 15 marzo 2019 (trading, le quattro fasi dell’apprendimento).

Incompetenza cosciente

E’ in questa fase che si inizia seriamente a imparare. In questa fase, infatti, il trader si accorge di non sapere, e si informa per capire cosa imparare e come farlo (es. quanto tempo dedicare). Il trader è fondamentalmente ancora all’oscuro delle dinamiche del trading, e se iniziasse a fare trading molto probabilmente finirebbe proprio come chi è fermo alla prima fase. Tuttavia, sta già gettando i semi per una crescita personale. Infatti, inizia già a comprendere le dinamiche e le regole del trading, comincia a prendere dimestichezza delle piattaforme, iniziare a intuire come si muovono i prezzi e a farsi un’idea d come si muoveranno.

Qui avviene una importante presa di coscienza, la prima vera modificazione a livello mentale. Il trader non guarda al mercato con estremo ottimismo, non si approccia ad esso in modo superficiale, bensì come a un luogo (anzi un non luogo) di rischi e opportunità. Dismette i panni dell’euforia, della fiducia (cieca) e indossa quelli della persona responsabile, pronto a investire su se stesso prima ancora che nel mercato.

Competenza cosciente

Questa è una fase interessante. Il trader è praticamente diventato tale, ma è ancora piuttosto acerbo. Ha studiato, ha appreso le informazioni e le nozioni necessarie, probabilmente ha già fatto pratica. Sfrutta  le dinamiche che deve sfruttare, mette in campo le competenze che sono necessarie a una presenza nel mercato potenzialmente proficua. In parole povere, sa. Tuttavia, non è certo l’ultima tappa.

Anche perché, per ora, il trader è come una persona che ha imparato una lingua straniera sufficientemente bene da permetterle di comunicare, ma che ancora deve pensare, prima di parlare. Questo ulteriore passaggio in realtà causa rallentamenti, e una perdita di efficacia. La quale, comunque, raggiunge potenzialmente livelli già interessanti.

Pur garantendo questa fase una sufficiente sicurezza, molti la trascorrono per intero con i conti demo. Una precauzione in più, ma molto utile, in quanto permette di arrivare all’appuntamento con il mercato veramente preparati, probabilmente più di quanto ci si possa immaginare.

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Competenza inconscia

Questa è l’ultima fase, che abbiamo descritto sommariamente nel paragrafo dedicato a come cambia la mente dopo aver imparato il trading. In questo, approfondiamo ed estendiamo il concetto.

In questa fase, che a dire il vero non tutti i trader raggiungono, l’individuo ha interiorizzato norme, regole e dinamiche. Sa come guadagnare con il trading (anche non sempre ci riesce, ma questo è fisiologico), soprattutto sa come gestire la sfera psicologica ed emotiva. Sa “cosa dirsi”, quali pensieri produrre, quali azioni compiere. Tutto ciò che sa in merito, lo utilizza. Tuttavia, lo fa in modo inconscio il più delle volte, automatico. Il trader, in questa fase, può essere paragonati a chi ha imparato una lingua straniera e ora è addirittura fluente, dunque non traduce nella mente prima di parlare. Lo fa a ruota libera, come se fossero se appunto agisse in automatico.

Questo status permette al trader di fare altro. Di completare la trasformazione (se così si può chiamare), passando da fruitore di strumenti, com’è stato finora, a creatore di contenuti. Il riferimento è alla tendenza, per i trader in questa fase, di creare da sol strategie e tecniche operative.

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Consigli per imparare bene e in fretta

Insomma, c’è un bel lavoro da fare. A livello tecnico e operativo, ovvero per imparare le strategie, le dinamiche del mercato etc. Ancora di più a livello mentale, per imparare a come gestire lo stress.

C’è un modo per agevolare questo percorso? Per renderlo più breve e meno pesante? Sì, fermo restando che è sempre necessaria una enorme dose di impegno e una spiccata dedizione. A tal proposito, ecco qualche consiglio.

Prendetevi del tempo, molto tempo. Implementare le proprie competenze e studiare, anche se non sempre è complicato (dipende dalla base di partenza) è sempre dispendioso in termini di tempo ed energia. Evitate di condensare tutto in poco tempo, ma prendetevi le settimane e i mesi necessari. Anche perché il lavoro coinvolge anche il proprio assetto cognitivo, la propria mentalità. Cambiamenti in questo senso non sono veloci, né possono esserlo.

State attenti alle fonti. Questo è un consiglio che vale soprattutto per le prime due fasi. La prima contempla una ricerca disordinata delle azioni, la seconda getta il trader nel vivo dello studio. Approvvigionarsi da fonte sbagliate nella migliore delle ipotesi fa perdere tempo, nella peggiore delle ipotesi fa maturare pregiudizi e convinzioni errate, con tutto ciò che ne consegue in termini di efficacia della (futura) azione di trading.

Ammettete le difficoltà. Sono rari i casi in cui il percorso è lineare, e tutto fila liscio come l’olio. I punti più drammatici, le fasi veramente cruciali sono la seconda e la terza, e il motivo è semplice: sono le fasi delle prime verifiche. Spesso accade di aver appreso qualche elemento nella forma sbagliata, o di essere più indietro rispetto a quanto auspicato. Non temete, è assolutamente normale: rimboccatevi le mani e riprendete da dove vi eravate interrotti.

Misurate i risultati. Infine, dovete certificare voi stessi, in prima persone, l’avanzamento nel percorso. Per farlo, spesso è sufficiente semplicemente eseguire una prova su strada e analizzare i risultati in modo periodico. Si tratta di confrontare le aspettative con i risultati, per esempio, di un account demo.