I trader principianti, ovvero chi ha iniziato da pochissimo con il trading online o sta per farlo, rappresentano la categoria più vulnerabile. Il rischio di perdere denaro, e quindi di abbandonare per sempre l’attività di investimento speculativo è alta. D’altronde, la percentuale dei trader che concludono l’anno solare in perdita è pari all’85%, e di questi molti sono proprio trader principianti.

I trader principianti, però, hanno più di qualche speranza di successo. Anche perché tutti, persino chi oggi guadagna molto denaro, sono stati principianti all’inizio. Affinché le loro speranze siano maggiori di zero, però, sono chiamati a un compito difficile: imparare a gestire il denaro e il rischio. Ovvero, imparare e mettere in pratica il money management e il risk management.

Discipline complesse ma insostituibili, constano di varie azioni e precauzioni tali da rappresentare una specie di assicurazione per il trader. La questione è abbastanza spinosa, se si parla di trader principianti. Dovrebbero infatti adottare una variante particolare di money management e risk management, in grado di rispondere alle necessità di chi ha iniziato da poco.

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Perché il money management e il risk management

Il money management e il risk management rappresentano due discipline da esercitare a prescindere dalla tipologia di trading e dal grado di esperienza del trader. Che sia principiante o esperto, attivo in mercati a bassa volatilità o in mercati ad alta volatilità, il money management e il risk management dovrebbero essere parte integrante dell’attività di trading. Come già accennato, rappresentano una sorta di assicurazione sulla vita. Spesso, soprattutto quando il mercato o l’ambiente economico versano in cattive acque, costituiscono uno dei pochi argini a disposizione dei trader. Fare investimento speculativo ignorando queste discipline, dunque, è un vero e proprio suicidio finanziario.

Per comprendere la loro importanza, però, è bene fornire, a uso e consumo dei principianti, alcune ragioni concrete a dimostrazione dell’essenzialità del money management e del risk management.

Il trading online è un’attività troppo rischiosa

E’ una verità che tutti i trader formati conoscono. In linea teorica, la conoscono anche i principianti. Tuttavia, è necessario fare trading per toccare con mano il carattere rischioso di questa attività, per averne una idea completa e realistica. Ora, se il rischio è elevato, è impossibile pensare di agire senza prendere precauzioni, senza una specie di salvagente che, anche qualora la nave fosse vicina al naufragio, sia capace di garantire la salvezza.

Ecco, il money management e il risk management sono esattamente questo: uno strumento per farsi meno male possibile quando le cose non volgono come sperato. Ovviamente, non sono solo questo, ma ricoprono principalmente questa funzione.

Rappresentano innanzitutto uno strumento di previsione

Perché il money management e il risk management sono così efficaci? La risposta non è univoca. Qui riportiamo quella di più immediata comprensione: consentono di visualizzare in maniera plastica quanto si rischia di perdere e quanto di guadagnare.

Dunque, un trader che brandisce con cognizione di causa l’arma del money management e del risk management, ha sempre chiaro in mente cosa gli accadrebbe nel caso in cui il trade andasse male e nel caso in cui il trade andasse bene. Tutto ciò, in una attività rischiosa come il trading ha effetti drammaticamente positivi.

Generano una sensazione di controllo sulle proprie finanze

Questo terzo elemento è un corollario del secondo. Se il trader conosce quanto in anticipo quanto potrebbe perdere e quanto potrebbe guadagnare, vuol dire che può organizzare il trade in funzione, come minimo, della massima perdita sostenibile. In questo modo, ha la sensazione di avere il pieno controllo sulle proprie finanze.

Una sensazione che, se il money management e il risk management sono praticati con dovizia, corrisponde alla realtà. Ciò pone in essere tutta una serie di conseguenze negative, un vero e proprio effetto domino. Se un trader sente di avere il pieno controllo sulle proprie finanze, avverte meno ansia e certamente non rischia di entrare in panico.

Di conseguenza, se la sua condizione emotiva migliora, migliorano anche le performance. Va bene agire sotto stress (che entro certi limiti è positivo) ma ansia intensa e panico compromettono sempre la qualità dell’azione.

I rischi tipici dei trader principianti

Come abbiamo già accennato, il money e il risk management rappresentano un patrimonio comune a tutti i trader, a prescindere dal loro grado di esperienza.

I principianti, però, costituiscono una categoria speciale, con esigenze in parte diverse rispetto al resto della comunità dei trader. Esigenze che riguardano, ovviamente, proprio le tematiche della gestione del denaro e della gestione del rischio. In breve, presentano alcune specificità che rendono necessario un rimaneggiamento del money management e risk management classico. Ovvero una sorta di integrazione, non tanto dal lato tecnico quanto dell’approccio.

Affronteremo questo specifico argomento nel prossimo paragrafo. In questo, per dare un’idea realistica delle condizioni del principianti, presentiamo le specificità dei principianti in relazione al denaro e al rischio.

Scarsa percezione del rischio

I principianti sono imprudenti? Non è detto, non a un livello consapevole almeno. Di certo, se hanno effettuato un percorso di formazione degno di questo nome, conoscono i rischi connessi al trading. Tuttavia, come accennato qualche rigo fa, la reale percezione del rischio si acquisisce solo sulla pratica. Una cosa è conoscere un pericolo, un’altra cosa è viverlo.

Sicché molto spesso i principianti, pur senza volerlo, si comportano in maniera meno prudente rispetto agli esperti. Dipende ovviamente dal carattere di ciascun trader, ma è comunque un paradosso: il principiante, che ha meno strumenti a sua disposizione per difendersi, rischia più dell’investitore esperto.

Insufficiente disponibilità finanziaria

E’ raro che un principiante inizi a fare trading online con un capitale elevato. Anche perché è probabile che il “capitale elevato” rappresenti lo scopo, piuttosto che la condizione di partenza. Ciò però aumenta il rischio che il trader assuma un comportamento poco consono.

Se il capitale è basso, anche gli eventuali guadagni (in senso assoluto) lo sono. Dunque, avrà la tendenza a esporsi maggiormente. Il pericolo quindi è di agire in maniera poco prudente quasi senza accorgersene. Il money management e il risk management hanno proprio la funzione di impedire questa deriva.

Scarsa tenuta emotiva

Questo è un problema grosso, forse il più grosso dei problemi che possono coinvolgere un trader principiante. Non è solo una questione di carattere. Un fattore determinante è l’esperienza.

Il novizio può anche essere dotato di una personalità solida, di una spiccata resistenza allo stress, ma nelle prime fasi della carriera sarà sempre a rischio squilibrio emotivo. Alcune doti, molto banalmente, si sviluppano.

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Ora, se la tenuta emotiva è debole, come lo è nella stragrande maggioranza dei casi, è forte la tendenza a commettere errori sia operativi che strategici, proprio per la mancanza di lucidità determinata dallo sconvolgimento emotivo. Errori che riguardano anche e soprattutto la gestione del denaro.

Consigli per i trader principianti

La regola del 2%

E’ una regola sacra, per quanto arbitraria. Tuttavia, è da seguire in “mancanza di meglio”, ovvero se non si sono elaborate strategie concrete di money management, che quindi si attesta a un livello basico. La regola del 2% suggerisce di esporsi, per singolo trader, per una cifra mai superiore al 2% del proprio conto. Se per esempio nel proprio conto ci sono 5000 euro, il trade non dovrebbe rappresentare un investimento superiore ai 100 euro.

Il motivo? Adottando questo ritmo, prima di finire sul lastrico, si dovrebbero perdere ben 50 trade di fila. Inoltre, adottando questa regola, è possibile utilizzare una leva fino al 50% prima di finire in rosso (ma questo è un caso estremo).

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Come già accennato, è una regola arbitraria. Più che appellarsi alla tecnica, si appella al buon senso. Per questo motivo, se siete trader principianti e ancora non praticate un money management avanzato, dovreste seguirla.

La questione dei lotti

Molti broker consentono, o addirittura obbligano, di organizzare le proprie esposizioni in lotti. Un lotto è pari a 100.000 euro, ma esistono anche mini lotti e micro lotti, che disegnano esposizioni anche inferiori ai 1000 euro.

Perché è bene, quando possibile, fare riferimento ai lotti? Il motivo è semplice: in un certo senso, tolgono dalla discrezione del singolo trader la questione dell’esposizione. Lo esonerano (in parte) dalla decisione di decidere quanto investire per singolo trader. Fermo restando che la regola del 2% deve essere considerata prioritaria, “fare trading per lotti” può essere preso in considerazione per ridurre il proprio potere decisionale.

Può sembrare paradossale ma, specie nelle prime fasi dell’attività di trading, si tratta di una cosa positiva.

Attenzione alla leva finanziaria

La leva finanziaria è uno strumento molto particolare, in grado, da sola, di attirare profani e spingerli a fare trading. Per chi non lo sapesse, la leva finanziaria è quello strumento che consente di aumentare l’esposizione in maniera fittizia.

Se per esempio si utilizza una leva 10:1, se si investono 100 euro e si ottiene un rendimento dell’1%, non si otterrà un guadagno di 1 euro, bensì un guadagno di 10 euro. Insomma, è come fare trading investendo 10 volte quanto si è investito realmente. Esiste però un rovescio della medaglia, ed è pesantissimo: aumentano i guadagni, ma anche le perdite. Di questo passo, è facile giungere all’azzeramento del conto.

Ora, i principianti hanno la tendenza ad abusare della leva per un semplice motivo: partono da un capitale basso, dunque i guadagni sono sempre risicati.

Il consiglio, ovviamente, è di pensarci due volte. Se proprio si è decisi a utilizzare la leva, è bene non accontentarsi della leva 10:1.

L’impostazione degli stop loss

L’impostazione degli stop loss è un’azione tipica non tanto del money management, quanto del risk management. Sebbene, in realtà, le due discipline siano in questo caso pesantemente interconnesse. E’ proprio in virtù dello stop loss, infatti, che si può individuare preventivamente la massima perdita che quel determinato trader può causare.

Ora, i principianti in genere hanno qualche problema a fissare gli stop loss. Hanno la tendenza, proprio perché ansiosi di accrescere il capitale, di mantenere aperte le posizioni troppo a lungo. Dunque spesso impostano stop loss molto larghi. Il consiglio da seguire è esattamente l’opposto: dal momento che nelle fasi iniziali le percentuali di riuscita sono basse per definizione, è bene impostare stop loss in maniera prudenziale.

Tra l’approccio largo e l’approccio stretto, è bene preferire sempre quest’ultimo. E’ una scelta difficile da prendere, in quanto dà la percezione di camminare a un ritmo troppo blando, ma è necessaria per preservare il capitale in una fase cruciale come quella degli inizi.