La terminologia è importante quando si investe nel Forex Trading. Conoscere la terminologia è il primo segnale che il percorso di formazione che, senza se e senza ma, l’aspirante trader ha dovuto intraprendere sta dando i suoi frutti.

Tra i primi termini di cui si viene a conoscere spiccano “short” e “long“. Cosa vuol dire short? Cosa vuol dire long? In breve, sono sinonimi rispettivamente di “vendere” e “comprare”. Ipotizziamo un trade sull’euro-dollaro. Quando si apre una posizione “short”, attività che in gergo viene spesso chiamate “shortare”, vuol dire che si intende vendere euro per acquistare dollari. Di contro, quando si apre una posizione “long”, vuol dire che si sta per acquistare euro in cambio di dollari.

Ovviamente, conoscere la terminologia, pur essendo fondamentale, da sola non basta. Occorre conoscere quando posizionarsi short e quando posizionarsi long.

In linea di massima, è bene andare short quando la prima valuta del cambio in questione è immersa in un trend negativo, ossia quando sta per perdere il proprio valore rispetto alla seconda valuta. Se il cambio euro-dollaro si sta deprezzando, e quindi l’euro si sta indebolendo nei confronti del dollaro, è meglio vendere, quindi posizionarsi short. In maniera analoga, se il trend è positivo, è bene andare long, perché l’euro si sta apprezzando.

Tuttavia, non è sempre la scelta corretta. Il fatto che il trend sia positivo o negativo non vuol dire che lo sarà per sempre. Anzi, in alcuni casi, si potrebbe verificare un breakout, ossia un cambio di rotta che invalida il ragionamento precedentemente esposto. In questa fattispecie, posizionarsi long quando si è in uptrend e posizionarsi short quando si è in downtrend è un errore che può costare caro.

Quindi, che fare? L’unica soluzione è tentare di prevedere quando si sta per verificare la rottura del trend. Per farlo è necessario utilizzare le risorse dell’analisi tecnica, quindi utilizzare quegli indicatori in grado di offrire segnali di una certa efficaci in tal senso.

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