Diversificare nel Forex Trading è possibile? Se sì, è una mossa utile? La risposta a entrambe le domande è affermativa. Non solo è possibile diversificare nel Forex Trading ma è anche una scelta praticamente obbligata per i trader che vogliano operare con maggiore efficacia e aumentare le proprie chances di guadagno.

In questo articolo approfondiamo l’argomento, spiegando i vantaggi che apporta la diversificazione nel Forex Trading e presentando due diversi metodi.

Perché diversificare nel Forex

I motivi per cui sì, anche nel Forex Trading è bene procedere con una diversificazione del portafoglio, sono numerosi. Di seguito, però, presentiamo i tre più evidenti e importanti.

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Il concetto della diversificazione. La diversificazione è un concetto per così dire universale, ovvero può essere applicato con relativo successo in qualsiasi mercato, per qualsiasi genere di investimento. E’ il meccanismo che sta alla base, la sua ragion d’essere, a vantare una certa duttilità. D’altronde diversificare vuol dire investire in asset diversi, in modo da ridurre il rischio causato dai possibili mutamenti del mercato. Da questo punto di vista, la famosa metafora del paniere e delle uova è quanto mai azzeccata. Tutto ciò si applica anche al mercato valutario che, dopotutto, è un mercato come gli altri (per quanto presenti alcune particolarità, soprattutto lato liquidità).

La volatilità della diversificazione. La volatilità riduce il rischio e contiene gli effetti degli eventi negativi. In un certo senso, cova in sé il pensiero della sconfitta e, piuttosto che  negarlo, consente di affrontarlo nel migliore dei modi. Ora, la diversificazione assolve a una funzione più o meno salvifica a seconda del grado di volatilità e imprevedibilità. Più un mercato è volatile e imprevedibile, maggiore è il ruolo che assumono le azioni di diversificazioni. Ora, il mercato valutario è volatile. Certo, non siamo ai livelli del mercato azionario, ma le oscillazioni sono presenti e per giunta in buona quantità. Dunque, anche alla luce di questa caratteristica, diversificare nel Forex si può e si deve.

La relativa leggibilità del Forex. Diversificare non è affatto semplice. Anzi, per produrre un portafoglio ben diversificato, che rappresenti realmente un argine contro i rischi, è necessario possedere un’ampia e profonda conoscenza del mercato, nonché degli asset che lo compongono. Il Forex pone in essere le migliori condizioni per maturare questo genere di conoscenza, almeno rispetto ad altri mercati come quello azionario. Il motivo è semplice: la quantità di elementi da studiare è minore. Conoscere un titolo azionario, infatti, vuol dire conoscere sia la società emittente che il segmento di riferimento, oltre che il suo storico. Conoscere una valuta, invece, vuol dire conoscere ovviamente lo storico, ma anche l’economia di riferimento… E poco altro.

Il metodo delle correlazioni

Come si diversifica nel Forex? In realtà esiste più di un metodo. La buona notizia è che tali metodi non si escludono l’un l’altro. Anzi, certo con alcune difficoltà, possono essere integrati. Anche perché i criteri sono completamente diversi, e non entrano in contraddizione tra di loro. Il primo metodo, che tra l’altro è quello più diffuso, è il metodo delle correlazioni.

Esso consiste nel comporre il portafoglio tenendo conto delle correlazione. In genere, il portafoglio deve essere composto, in percentuali variabili, di coppie aventi correlazione negativa. Le coppie principali, successivamente, dovrebbero essere coinvolte in investimenti maggiori rispetto alle coppie con correlazione opposta. In questo modo, anche ammesso che il trade sulla coppia principale andasse male, si potrebbe recuperare parte del capitale con il trade della coppia correlata. Ovviamente, i trade devono essere correlati. Un altro aspetto evidente è che questo metodo di base riduce i guadagni. Si tratta, però, di un prezzo quasi fisiologico da pagare, una sorta di polizza assicurativa.

Come si compone un portafoglio utile alla diversificazione per correlazione? Ovviamente, è necessario conoscere le correlazioni. Di base, si dovrebbero prendere ad esame un dato periodo, e studiare i movimenti di tutte le coppie. Per fortuna, sul web ma anche sotto forma di documenti offerti direttamente dai broker, si trovano tabelle esplicative che, in genere, prendono in considerazione gli ultimi dodici mesi. Si tratta di griglie in cui ogni casella corrisponde a una correlazione (unione degli assi x e y).

Le correlazioni oscillano sempre tra -1.00 e +1.00. Nel primo caso la correlazione è perfetta e indica un rapporto di proporzionalità inversa (quando una coppia diminuisce l’altra aumenta nella medesima misura). Nel secondo casa la correlazione è ugualmente perfetta positiva, ovvero indica un rapporto di proporzionalità diretta (quando aumenta una coppia aumenta anche l’altra). Nella pratica, questi valori sono estremamente rari. Sono già molto forti i valori che si avvicinano o addirittura superano 0.80 (a prescindere dal segno).

Per esempio il GBPUSD è correlato positivamente a 0.88 con l’EURUSD. Ciò significa che quando la sterlina si apprezza sul dollaro, è molto probabile che anche l’euro si apprezza si dollaro. In maniera simile, l’EURUSD è correlato positivamente a 0.81 con l’AUDUSD, quindi quando l’euro si apprezza sul dollaro è probabile che anche il dollaro australiano si apprezzi sul dollaro (americano).

Il metodo dell’economia sottostante

Questo è un metodo del tutto diverso ma che può essere utilizzato anche il presenza del primo (quello delle correlazioni). Il principio impone un cambio di visione. Infatti, non prende in considerazione elementi eminentemente matematici, ma anche economici. Esso consiste nel prendere in esame le economie sottostanti. Ora, tutte  le valute “normali” (da questa trattazione vanno escluse le criptovalute) sono collegate a una economia. L’USD è collegato all’economia americana, l’euro all’economia dell’eurozona, l’AUD all’economia dell’Australia è così via.

Tale collegamento non si esprime solo dal punto di vista funzionale, ovvero non si riduce al fatto che una data economia si basa sulla diffusione di quella data moneta, ma anche analitico. In breve, l’economia sottostante influenza la valuta.

Dunque, un buon metodo di composizione del portafoglio è prendere in considerazione coppie che, in entrambi i fattori, contengano valute le cui economie hanno un rapporto di interdipendenza. Posto, ovviamente, che una interdipendenza totale non è possibile, non in un mondo globalizzato a questo punto.

In questo modo, quando una economia performa in maniera pessima, e trascina con sé la sua valuta, il trader può comunque generare guadagno tradando su valute che sono immuni alle cattive prestazioni di quella data economia.

Questo metodo ha un effetto collaterale: porta infatti a integrare nel proprio portafoglio delle valute “esotiche”, a bassa liquidità, che potrebbe risultare de facto poco leggibili, almeno rispetto alle valute più famose.