Quali sono le macro strategie Forex più utilizzate? Come si usano? Sono domande che si pongono soprattutto i trader principianti, ovvero coloro che non hanno ancora sviluppato una routine e quindi devono trovare un assetto che si adegui al loro stile di trading.

Di strategie a disposizione ce ne sono tantissime, e altre – principalmente varianti di quelle esistenti – vengono elaborate con una certa regolarità. E’ dunque utile conoscere le più importanti, in modo da analizzarle una ad una, magari provarle e infine decidere quali integrare nella propria attività di investimento.

Nell’articolo che segue descriveremo alcune macro-strategie, spiegando il senso e il principio basilare che le muove, fornendo contestualmente informazioni sugli indicatori da abbinare. 

Perché è importante avere una strategia

Prima di tutto è bene rispondere a una domanda: perché è bene, anzi fondamentale, utilizzare una strategia? Il motivo è semplice: la strategia è uno strumento per combattere la complessità e l’incertezza che dominano i mercati. Senza strategia il trading si trasforma in improvvisazione, in gioco d’azzardo. Peggio ancora, è vittima dell’emotività, a tal punto che la sfera psicologica prende il sopravvento di quella razionale.

La strategia fornisce risorse per decidere in maniera oggettiva. Se realizzata con accortezza ed efficacia, conferisce all’attività di investimento un carattere “quasi” scientifico, tale da aumentare le chance di successo.

Una strategia non vale l’altra. Tuttavia, non esiste una strategia migliore in assoluto. Ciascuna ha una sua applicazione, un assetto che la favorisce. Assetto che può riguardare certo le fasi del mercato e le caratteristiche dell’asset, ma anche lo stile di trading e la propensione al rischio del singolo investitore.

Scalping

Iniziamo dallo scalping, che è la strategia che condensa la più accesa curiosità. D’altronde, promette di operare a strettissimo giro, di sfruttare le minime oscillazioni di prezzo. Gli scalper aprono e chiudono le posizioni nel più breve tempo possibile. Lo scopo è ovviamente realizzare guadagni minuti, ma numerosi. In tal modo, il capitale cresce comunque a ritmo veloce. Lo scalping, sia chiaro, è difficile da praticare, in quanto richiede nervi saldi.

Inoltre, l’asset dev’essere sì volatile, ma anche ancorato a dinamiche razionali. Non dev’essere suscettibile, almeno per il periodo in cui si opera, a turbolenze esterne, come dichiarazioni o eventi che provengono dal mondo economico, politico etc. 

Ad ogni modo, gli indicatori migliori per gli scalper sono quelli che possono essere letti in poco tempo, e che comunque possono fornire evidenze realistiche. Per esempio, le medie mobile veloci, da abbinare due o tre alla volta (ovviamente devono avere periodi diversi). 

Breakout

La strategia di Breakout punta a intercettare il cambiamento del trend. Lo scopo, se la posizione è long, è entrare quando il prezzo è più basso possibile e uscire quando il prezzo è più alto possibile. In questo modo, si massimizzano i guadagni. Richiede un certo tempismo, ma comunque si sviluppa entro un arco di tempo abbastanza grande, che copre i trend di media durata.

E’ poco indicata per quegli asset che, nel periodo specifico in cui si opera, tendono a produrre molti movimenti laterali. Questi infatti intensificano il carattere di imprevedibilità dell’asset, che potrebbe degenerare in un trend specifico in maniera repentina, e tendono a produrre falsi segnali. 

Il nucleo della strategia di Breakout risiede proprio nell’individuazione dei segnali anticipatori della contrazione dei prezzi o della loro espansione. Ragione per cui, è necessario utilizzare degli indicatori che forniscano supporti e resistenze mobili, che si aggiornano in tempo reale, come le Bande di Bollinger o le Nuvole di Ichimoku. 

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Pullback

La strategia di Pullback è molto particolare in quanto si focalizza su alcuni movimenti in genere trascurati. Nello specifico, i movimenti correttivi. Questi sono piuttosto frequenti, e si verificano esclusivamente nel corso di trend ben formati. In buona sostanza, e ipotizzando un trend positivo, l’asset tende a “correggersi” con piccoli movimenti ribassisti ogni qual volta l’aumento è stato eccessivo.

Gli strumenti più adeguati per la strategia di Pullback sono i supporti e le resistenze, che suggeriscono i prezzi raggiunti il quale l’asset tende a muoversi in senso opposto. I supporti e le resistenze possono essere individuati in molti modi, da quelli più tecnici (che coinvolgono gli indicatori) a quelli più “manuali”, che prendono come riferimento i minimi e i massimi.

Swing trading

Lo swing trading è una strategia di medio respiro. Infatti, cerca di “catturare” le grandi oscillazioni, ma sempre all’interno del trend. In genere, le posizioni vengono conservate per almeno un paio di giorni e al massimo per un paio di settimane. Dipende, ovviamente, dalla volatilità dell’asset. 

Plus Post

Gli “swinger” producono molta analisi tecnica. in quanto il loro scopo è individuare segnali che annunciano movimenti opposti a quelli attualmente in corso. Tuttavia, operando in un periodo abbastanza esteso, si occupano anche di analisi tecnica. Le probabilità che un evento esterno impatti sui prezzi e sconfessi i calcoli pregressi prodotti mediante analisi tecnica, infatti, è alta. 

Position Trading

Detto anche “trading di posizione”, impone nella stragrande maggioranza dei casi un orizzonte temporale importante, pari a mesi o addirittura anni. Si propone di catturare i macro-trend, che coinvolgono principalmente fattori di natura “fondamentale”, ovvero esterni. Per esempio, cambi di politiche monetarie e cicli economici. Lo strumento più importante del trader “posizionale” dunque è proprio l’analisi fondamentale. L’analisi è comunque minuziosa in quanto da essa il trader trae le indicazioni sul futuro più o meno prossimo.

L’importanza data allo studio e l’orizzonte estremamente dilatato delle posizioni rendono questa strategia la meno stressante di tutti. Di contro, richiede investimenti ingenti, visto che anche nella migliore delle ipotesi il numero di dei guadagni sarà basso. 

Un’eccezione alla regola: il copy trading

Giunti a questo punto, vale la pena citare una strategia particolare, che potremmo definire una non-strategia. Stiamo parlando del copy trading.

Chi pratica il copy trading copia letteralmente le mosse di un trader (ovviamente consapevole). In via del tutto potenziale, guadagna senza fare nulla. In realtà, la questione è diversa: lo sforzo si sposta dal trading vero e proprio all’analisi delle prestazioni altrui. Insomma, occorre capire chi è il cavallo vincente… E salirci sopra.

Molti broker offrono il copy trading, dunque gode di una certa popolarità. Alcuni lo considerano come uno strumento formativo, in quanto consapevoli che l’osservazione consente l’acquisizione di conoscenze.