Seguire i consigli degli altri non ti farà certamente diventare un trader ricco, se ti limiti a fare solo quello. Tuttavia, possono spingere a qualche riflessione che, se trasferita a un livello concreto, può innescare un cambiamento. E’ per questo motivo che seguire i consigli dei trader che ce l’hanno fatta, che hanno costruito una carriera importante a partire dal trading, è in fin dei conti molto utile.

In questo articolo proponiamo 4 consigli da 4 trader milionari (e anche molto famosi nell’ambiente) raccolti per la maggior parte nei best seller della serie “Market Wizard” di Jack D. Schwager, letture che tutti i trader, principianti ed esperti, dovrebbero fare.

Bisogna saper perdere

Il primo consiglio, che è alla fine una citazione, che proponiamo arriva direttamente da Paul Tudor Jones, una vera e propria autorità del trading a livello internazionale. Fondatore di una hedge fund tra i più grandi del pianeta, è noto anche per la sua sporadica ma sempre illuminante attività da formatore.

Se una posizione che ho aperto sembra andare contro i miei piani, io esco. Se una posizione sembra invece a me favorevole, la conservo. Il controllo del rischio è la cosa più importante nel trading. Se hai una posizione che in quel momento è perdente e con la quale non ti trovi a tuo agio (tecnicamente ndr), la soluzione è molto semplice: esci. Tanto puoi sempre rientrare”.

Sembra una citazione quasi banale. D’altronde teorizza di uscire quando si sta perdendo. Tutto molto chiaro, se non si stesse parlando di trading. Nel trading una posizione può volgere in positivo da un momento all’altro. Ma a ben vedere Paul Tudor Jones dice ben altro, tra le righe – ma anche esplicitamente – si può leggere un piccolo grande consiglio: mollare la presa quando stringere è troppo difficile, o rischia veramente di non portare a nulla. Insomma, consiglia di accettare le perdite, quando arrivano, e di farlo nell’immediato, prima che sia troppo tardi, prima che sia l’erosione pesante del capitale a farci aprire gli occhi.

E’, in realtà, un consiglio difficile da seguire. D’altronde, buona parte dei trader fallisce non tanto perché non riesce a vincere, quanto perché non riesce a contenere le perdite. E non ci riesce proprio per la dinamica, più psicologica che tecnica che scaturisce dal dover affrontare una posizione che sta generando delle perdite. La dinamica consiste nel legare il destino di quella specifica posizione alla propria persona, farne un puntello di orgoglio. La seconda dinamica coincide semplicemente con la paura, ovvero la paura di fare i conti con l’erosione del proprio capitale. Sicché, il trader preferisce attendere nell’attesa che il mercato – al di là di ogni ragionevole considerazione tecnica – gli dia ragione. Nella maggior parte dei casi finisce male, peggio di quanto si possa pensare.

Seguire il consiglio di Paul Tudor Jones, ovvero effettuare – quando necessario – una sana ritirata strategica può ridurre le perdite. E’ una occasione da sfruttare, anche perché il trading mette a disposizione numerosi strumenti per farlo. A volte, è sufficiente obbedire allo stop loss che lo stesso trader ha impostato nella fase precedente all’apertura della posizione. Come già accennato, la difficoltà è innanzitutto psicologica. Proprio qui, nella maggior parte dei casi, si gioca la “tenuta del trader”, ovvero la sua capacità di stare nel mercato non tanto nella buona quanto nella cattiva sorte.

La questione dell’ansia

Il secondo consiglio, questo veramente tra le righe, è inserito in una delle più famosi citazioni di Bruce Kovner, hedge fund manager, chairman di CAM Capital.

Ogni volta che apro una posizione, stabilisco uno stop loss. E’ l’unico modo per poter dormire serenamente. So sempre quando uscirò dal mercato ancora prima di entrare. La dimensione della posizione dipende dallo stop loss, e lo stop loss è determinato dalle evidenze tecniche. Imposto sempre lo stop loss oltre qualche barriera tecnica”.

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Questa citazione è molto ricca, anche perché in realtà contiene non uno ma ben due consigli. Il primo è di natura psicologica, il secondo è di natura tecnica.

In merito al primo, quello di natura psicologica, è sottolineato dalla preposizione “è l’unico modo per poter dormire serenamente”. In buona sostanza, Bruce Kovner evidenzia la necessità di tenere a bada l’ansia nel trading che, a ben vedere, è connaturata all’attività di investimento. Ebbene, l’unica soluzione per tenere a bada l’ansia è impostare dei limiti all’attività stessa, in questo caso ben rappresentati dallo stop loss. La frase “so sempre quando uscirò dal mercato ancora prima di entrare” certifica esattamente questo ragionamento.

Il secondo consiglio, quello di tipo tecnico, riguarda i principi che dovrebbero ispirare l’individuazione dello stop loss. Tali principi in primo luogo ne dichiarano l’importanza e il legame con un altro elemento fondamentale, ossia il sizing; secondariamente l’oggettività dello stesso stop loss. D’altronde, è “determinato da evidenze tecniche”. Nella realtà dei fatti, l’individuazione dello stop loss è abbastanza soggettiva, o almeno lo è la metodica utilizzata. L’importante è assegnargli una certa valenza soggettiva. Ad ogni modo, l’approccio di Bruce Kovner è classico, e prevede l’utilizzo dei supporti e delle resistenze.

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Fortunatamente, il consiglio di Bruce Kovner è già oggi largamente seguito. L’impostazione dello stop loss è una pratica largamente seguita. Il problema, casomai, sta nel come. C’è chi manifesta eccessiva prudenza e imposta uno stop loss molto vicino al prezzo di entrate, c’è invece chi vuole garantirsi le mani libere e lo imposta in un punto troppo lontano. In ogni caso, si tratta di due approcci sbagliati. La questione è più complessa di quanto si possa immaginare in quanto è suscettibile di una certa soggettiva. E poi ci sono le dinamiche psicologiche a invalidare ogni prudenza, come quelle presentate nel paragrafo precedente.

Occhio alle ambizioni

Bill Lipschutz è famoso per essere uno dei più profittevoli trader del Forex. Per altro, ha avuto (e ha tutt’ora) una carriera estremamente longeva: ha iniziato, riscuotendo fin da subito successo, nel 1982 gestendo alcune azioni ricevute in eredità.

Una delle citazioni più famose di Bill Lipschutz è in verità anche quella più criptica. Se letta svogliatamente, e a uno sguardo superficiale, sembra addirittura strana. Riporta un consiglio che non sembra affatto tale, che anzi appare quasi controproducente, in quanto capace di frenare le ambizioni. La citazione è la seguente.

Se vuoi diventare o continuare a essere un trader vincente, non credo tu debba puntare ad avere ragione la maggior parte delle volte. Piuttosto, pensa a come fare soldi avendo ragionare il 20 o il 30% delle volte”.

Cosa ci vuole dire con questa citazione Bill Lipschutz? Che avere ragione il 20% delle volte è meglio che avercela per il 50%? Ovviamente no, il ragionamento che sta dietro alle sue parole è molto più profondo. Esso ha a che vedere con concetti complessi, eppure di fondamentale importanza per il trader, quali la statistica, la psicologia, la gestione delle energie mentali ed emotive.

In realtà, la citazione di Bill Lipschutz insegna molte cose.

Non puoi pretendere di avere ragione “sempre” e nemmeno “spesso”. Semplicemente, Bill Lipschutz consiglia di non sprecare tempo a ricercare la perfezione, e nemmeno a voler raggiungere obiettivi troppo elevati. D’altronde, il rischio è una componente “fissa” nel trading, e quindi anche la sconfitta. Tutti perdono, anche i più grandi.

Trai il meglio dalle occasioni che il mercato ti pone davanti. Quando Bill Lipschutz suggerisce di puntare a fare il massimo profitto “avendo ragione il 20% o il 30% delle volte”, semplicemente consiglia di trarre il meglio dalle “poche” occasioni che il mercato offre. E’ in invito all’ottimizzazione, la quale evidentemente può essere frutto del controllo del rischio e della gestione del denaro.

Non cedere all’ambizione. In verità, Bill Lipschutz parla anche di psicologia. Pretendere di avere ragione la maggior parte delle volte, ovvero di dominare il mercato, è in realtà una presunzione. C’è chi lo fa, ovviamente, ma fa parte di una ristrettissima gerarchia. Il trader medio, anzi retail, per quanto profittevole, è bene che non ceda di fronte alla tentazione di presumere, di credere eccessivamente in se stesso. La spavalderia nel trading è dannosa, in quanto riduce lo spazio per la prudenza e quindi compromette la lucidità.

L’importanza della previsione

George Soros non ha certamente bisogno delle presentazioni. Tra i massimi investitori a livello mondiale, autore di celebri iniziative ad alto indice speculativo (leggendarie quelle del 1992 a danno della lira e della sterlina), è oggi un personaggio molto discusso in quanto protagonista di teorie complottiste.

Ad ogni modo, George Soros è celebre anche per alcuni aforismi, molti dei quali riguardano proprio il trading o l’investimento in generale. Quella più rappresentativa del suo modo di fare è forse questa: “Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto”.

A differenza della citazione precedente, questa è molto più chiara, anche se il consiglio è più che altro da ricavare, da leggere tra le righe. Cosa ci vuole dire Soros con queste parole?

I trader dovrebbero essere consapevoli che le probabilità di perdere sono sempre alte. Soros lo dice chiaramente: se le tue analisi sono giuste non è importante. Ovviamente si tratta di una provocazione, ma comunque è evidente: l’eventualità di perdere dovrebbe essere ben interiorizzata. Così interiorizzata da venirci a patti, e pensare con precisione a un piano per attutire la perdita. Soprattutto, occorre farlo in anticipo.

Non è dalle sconfitte che si giudica un trader. Di nuovo, quel “non importa” non è messo lì a caso. Secondo Soros davvero un trader non può essere giudicato dal numero di perdite. Non è il numero di vincite a fare di un trader un bravo trader. D’altronde, il trading non è un sport in cui le partite si vincono ai punti, bensì un’attività in cui un parametro assume una importanza superiore a tutti gli altri: il capitale. Inoltre, questo convincimento – questo Soros non lo dice, non qui almeno ma è palese – allontana uno spettro sempre presente nel trading: ovvero la tendenza a utilizzare un approccio da gambling o da giocatore d’azzardo.

Prevedere e gestire… E’ questo l’importante. E’ il nocciolo della questione. L’insegnamento più importante che Soros vuole dare con questa citazione. La gestione degli eventi è quello che più conta. Un trader può anche perdere, ma se si è preparato anche alla sconfitta, il danno sarà minimo. Sottinteso, ma allo stesso tempo implicito, il richiamo è a tutte quelle azioni in grado di contenere il rischio e gestire il capitale. Non ultimo, proprio lo stop loss. Ovviamente, in una prospettiva di gestione degli eventi, Soros reputa importante anche il take profit, ovvero il punto di uscita preimpostato in caso di posizione vincente.