Il 2020 potrebbe essere un anno cruciale per le criptovalute. Sono numerose le novità in vista. Tra queste spicca l’esordio di Libra, la valuta virtuale di Facebook. L’entrata in scena del colosso di Palo Alto non deve stupire, dal momento che Mark Zuckerberg ha dimostrato spesso una certa tendenza alla trasversalità e la capacità di entrare in nuovi mercati. Cionondimeno, analisti, investitori e semplici appassionati si stanno interrogati sugli effetti di Libra sull’intero comparto delle criptovalute, se non addirittura sul mondo degli investimenti in generale.

In questo articolo proponiamo una riflessione sul possibile impatto di Libra sulla regine delle criptovalute, il Bitcoin. Prima, però, un’analisi di cosa sta accadendo in casa Bitcoin e di quello che si sa su Libra.

Il destino del Bitcoin

Il Bitcoin è ancora la criptovaluta più importante di tutte, quella che funge da benchmark, se non addirittura da traino. E’ anche la criptovaluta con i maggiori fari puntati addosso, e che si è resa protagonista delle vicende più singolari. Vicende che, ovviamente, hanno coinvolto i prezzi. Tutti, anche i profani dell’argomento, sono a conoscenza dell’estrema volatilità del Bitcoin. Una volatilità che l’ha portata in meno di due anni da un picco massimo superiore ai 20.000 euro a un picco minimo inferiore ai 3.000. Insomma, dalle stelle alle stalle.

Questi movimenti se da un lato hanno attirato investitori di ogni tipo, persino gli improvvisatori della domenica, da un lato hanno fatto messo in discussione il ruolo di Bitcoin non solo come mezzo di pagamento (ruolo mai acquisito del tutto) ma anche come mezzo di investimento speculativo. L’assenza di market mover ciclici, il disancoramento a qualsiasi forma di controllo dell’offerta (che vadano oltre le dinamiche di mining) hanno rivelato una certa tendenza all’alea.

D’altronde fino a meno di un anno fa, diciamo per quasi tutta la seconda parte del 2018, il Bitcoin e con esso il mondo delle criptovalute, veniva da più parti dato per spacciato. Un crollo così verticale e, per una volta, persino costante non poteva che alimentare i timori più accesi e le prospettive più tetre.

Tuttavia, a partire dai primi mesi del 2019 qualcosa è sembrato cambiare. In primis, il Bitcoin ha iniziato a rivalutarsi. Secondariamente, è parso immettersi in un trend regolare. Non capitava da anni, eppure la più importante della criptovalute è parsa in grado di svincolarsi dalle dinamiche di estrema volatilità. Sia chiaro, questa è rimasta in assoluto su livelli elevatissimi, praticamente irraggiungibili dagli altri asset, ma se si confronta la situazione degli ultimi 10 mesi con quella del 2017 e del 2018 si ricava l’impressione di una minore stabilità.

Nel momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, il Bitcoin viaggia su livelli vicini ai 10.000 euro. Certo, tra alti e bassi e con una volatilità spiccata, ma è impossibile non parlare di trend ascendente.

Le ragioni di questa piccola grande rinascita sono da imputare a vari fattori. In primis, il tempo e i fatti hanno dimostrato che alcuni dei pericoli collegati al commercio di Bitcoin erano infondati, come la suscettibilità ad essere utilizzato come strumento di traffici illegali. Certo hanno giovato anche i miglioramenti delle piattaforme di scambio diretto di Bitcoin, che hanno risolto alcuni problemi legati alla sicurezza. Certamente ha inciso anche l’interesse di alcune multinazionali e persino di organismi statali, per quanto non diretto al Bitcoin quanto alla tecnologia che sta dietro: la blockchain. Insomma, il Bitcoin ha dato, prima dall’esterno e poi dall’interno, una maggiore idea di stabilità, quasi che il fenomeno non potesse più essere considerato come passeggero, ma frutto di una realtà con cui fare i conti nel bene e nel male per tantissimi anni a venire.

In questo contesto, ovvero nelle dinamiche di interessamento da parte di importanti player esterni, va inserita l’entrata in scena di Facebook. E alla luce di tutto questo che va analizzato il fenomeno Libra. Un fenomeno tutto in divenire, dal momento che la criptovaluta non farà il suo esordio prima di parecchi mesi. Le notizie ufficiali sono poche, ma sono già sufficienti ad alimentare un dibattito sul ruolo che giocherà nel mondo delle criptovalute ma anche in quello degli investimenti, del commercio elettronico etc.

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Cos’è Libra

Il nome Libra non è stato scelto a caso. Anzi, denota quella che, almeno nei desiderata di Facebook, dovrebbe essere la sua caratteristica principale: la stabilità. Il concetto stesso di stabilità sembra per ora avulso dalle logiche delle criptovalute, che anzi hanno abituato investitori e analisti ad una volatilità estrema. Eppure, se le ipotesi venissero confermate, Libra rischia veramente di essere una criptovaluta stabile.

Il nodo principale riguarda le modalità di emissione della moneta, che non avranno niente a che vedere con il mining. Libra non aumenterà la sua base monetaria con le attività di minaggio ma, molto più prosaicamente, l’offerta dipenderà dalla domanda. Quando un utente scambierà (per esempio) euro per Libra, la base monetaria di Libra aumenterà; quando scambierà Libra per euro, la base monetaria diminuirà. In questo modo, il valore della criptovaluta oscillerà, certo, ma alla stregua di una valuta tradizionale.

Un’altra questione importante riguarda quella della sicurezza, che alcuni considerano il vero tallone d’Achille di tutte le criptovalute. Ebbene, Facebook ha in mente un sistema di gestione dei nodi molto più pratico e… Discrezionale. I nodi non verranno gestiti automaticamente dalla comunità ma direttamente da alcuni partner specializzati, di specchiata trasparenza. Per questo motivo il grosso del lavoro di Facebook non si è incentrato solo sulla struttura di Libra, ma anche sulla creazione di rapporti commerciali con alcuni player internazionali di assoluto prestigio. Per ora il parco partner consiste in un centinaio di grandi firme, ma queste aumenteranno con l’entrata in scena di Libra e, soprattutto, una volta che la sua solidità verrà dimostrata dai fatti.

Libra si pone obiettivi ambiziosi. In primis, quello di rappresentare un mezzo di pagamento vero e proprio. Attualmente, le criptovalute vengono considerate uno strumento di investimento, per giunta altamente speculativo, e non potrebbe essere altrimenti vista l’estrema volatilità che le contraddistingue. Tuttavia è ovvio: se Libra saprà conquistarsi una certa stabilità, l’orizzonte “monetario” potrebbe realmente rivelarsi a portata di mano.

Libra, stando ai desiderata di Facebook, intende rivoluzionare il mondo delle transazioni online. Lo scopo è di renderle veloci e sicure come un qualsiasi scambio di foto o di vocali su Whatsapp. Una prospettiva, questa, che appare letteralmente rivoluzionaria, e in grado di oscurare il ruolo delle piattaforme di pagamento più importanti, come Paypal.

C’è anche chi si spinge a prospettare la possibilità di pagare utenze e bollette con Libra, sebbene questo utilizzo sia vincolata dalla capacità di Facebook di intrecciare rapporti con le istituzioni e gli enti locali. Ovviamente, la prospettiva è anche quella dei servizi finanziari, con un focus sui prestiti. Un terreno, questo, molto scivoloso e che potrebbe causare uno scontro con il mondo bancario.

Libra: cosa cambia per il Bitcoin

Alla luce di quanto Libra promette di fare, analizzare le conseguenze lato Bitcoin sembra quasi riduttivo. Eppure è proprio a questa criptovaluta che occorre guardare, almeno inizialmente, per stimare la capacità di Libra di incidere sul mercato, in primis su quello crypto e poi su quello degli investimenti e delle transazioni online.

Certamente Libra potrebbe stabilire degli standard elevati, e costringere Bitcoin a correre ai ripari dal punto di vista strutturale, ovvero a inseguire sul terreno della stabilità e della capacità di rappresentare un reale mezzo di pagamento.

Un altro effetto riguarda il prezzo. Se Libra si porrà come benchmark, e sostituirà in questo ruolo proprio il Bitcoin, allora dal suo destino dipenderà il destino delle altre criptovalute, Bitcoin compreso. Dunque, si potrebbe profilare all’orizzonte l’inizio di una correlazione forte e positiva.

In questo quadro, ancora incerto ma ricco di speranza, si inseriscono le dichiarazioni di Tim Draper, investitore di fama mondiale (e miliardario), esperto in venture capital. Durante un’intervista alla NBC ha infatti dichiarato che Libra potrebbe essere il ponte che avvicinerà la massa, quindi la gente comune, al mondo delle criptovalute e in particolare al Bitcoin. Insomma, il BTC, nonostante le dinamiche concorrenziali, potrebbe avere più da perdere che da guadagnare dalla nascita di Libra.

Tim Draper si è anche espresso sull’approccio degli enti di regolamentazione, che a suo dire si sono posti in modo troppo severo, soprattutto che si pensa che, di fatto, ancora la criptovaluta non esiste: “Stiamo piazzando le regolamentazioni prima dell’innovazione. Facebook ha appena annunciato Libra: il prodotto non è ancora stato lanciato e i regolatori lo stanno già soffocando”. Draper ha infine ipotizzato che Libra potrebbe cambiare per sempre il modo in cui vengono gestite e razionalizzati le relazioni tra potere e finanza, fino a teorizzare una modifica del concetto stesso di “confine”.