Affrontare le complessità degli investimenti diversificati, che comprendono più asset class, richiede una solida comprensione dei rischi e un approccio tecnicamente strutturato. Insomma, bisogna praticare la gestione del rischio multi-asset.
Ne parliamo in questo articolo.
Cos’è il rischio multi-asset
Prima di tutto, chiariamo l’oggetto del contendere.
Cos’è il rischio multi-asset?
Il rischio multi-asset è l’insieme dei rischi che derivano dalla gestione di portafogli composti da diverse asset class, come azioni, obbligazioni, materie prime, immobili e strumenti alternativi.
Portafogli di questo tipo non sono solo diffusi, ma anche spesso consigliati. D’altronde, la diversificazione tra asset class è una strategia potenzialmente efficace per migliorare il rapporto rischio/rendimento, ma introduce una maggiore complessità nella valutazione e nel controllo dei rischi.
Quando si parla di rischio multi-asset, si fa riferimento alla possibilità che eventi negativi colpiscano simultaneamente o in modo interconnesso più asset del portafoglio.
Questo rischio non è sempre intuitivo, perché spesso si suppone che la diversificazione basti a proteggere da shock di mercato. Tuttavia, la correlazione tra asset può cambiare rapidamente in condizioni di mercato estreme, rendendo il portafoglio più vulnerabile di quanto previsto.
Ignorare il rischio multi-asset può portare a errori di valutazione significativi. Ad esempio, può causare drawdown accentuati, perdite di capitale, scarsa liquidità e, nei casi peggiori, un deterioramento strutturale del portafoglio.
Pericolosa è anche la mancata comprensione del rischio aggregato, che può influire negativamente sull’integrità psicologica dell’investitore. Avvertire un pericolo, subire un danno e non riuscire a comprenderne la causa è semplicemente logorante.
Livelli di rischio multi-asset
La valutazione del rischio multi-asset non può prescindere dalla definizione di scenari. A seconda della composizione del portafoglio, del profilo di rischio dell’investitore e delle condizioni di mercato, è possibile individuare almeno tre livelli di rischio multi-asset.
Livello 1: Rischio contenuto
In questo caso, si registra una componente obbligazionaria prevalente e una bassa esposizione ad asset volatili. Gli strumenti sono generalmente selezionati in base a solidi criteri di qualità e rating. La correlazione tra gli asset è monitorata attentamente e tendenzialmente bassa. Il rischio multi-asset si manifesta in misura limitata, poiché i mercati tendono a reagire in modo non sincronizzato.
Livello 2: Rischio moderato
In questo scenario, il portafoglio è bilanciato tra asset a rischio elevato e strumenti difensivi. Le azioni rappresentano una quota significativa, ma sono affiancate da obbligazioni sovrane, liquidità e real asset. In condizioni normali, la diversificazione limita il rischio complessivo, ma in contesti di instabilità globale le correlazioni possono aumentare. Qui il rischio multi-asset richiede un monitoraggio costante e strumenti dinamici di controllo.
Livello 3: Rischio elevato
In questo caso, il portafoglio è fortemente esposto ad asset volatili e correlati tra loro. Include spesso strumenti a leva, asset emergenti, criptovalute o settori ciclici. Qui il rischio multi-asset è massimo: le reazioni dei mercati sono interconnesse, e la probabilità di subire perdite simultanee su più asset è elevata. Si rende necessario un approccio strutturato alla gestione del rischio, con strumenti quantitativi avanzati e un’attenta gestione della liquidità.
Come gestire il rischio multi-asset
La corretta gestione del rischio multi-asset implica l’applicazione coordinata di strategie, strumenti e processi.
Ecco alcuni approcci fondamentali per controllare il rischio in un portafoglio diversificato.
Valutare la correlazione tra asset class
Il primo passo consiste nell’analisi delle correlazioni. È fondamentale comprendere come gli asset si influenzano reciprocamente.
Con alta correlazione positiva, il portafoglio potrebbe risultare più rischioso del previsto.
Si consiglia di utilizzare strumenti statistici come la matrice di correlazione o l’analisi di cointegrazione, capaci di identificare le dinamiche sottostanti e permettere l’adozione di contromisure adeguate.
Utilizzare modelli di stress test
I modelli di stress test permettono di simulare scenari di mercato estremi e valutarne l’impatto sul portafoglio.
Questo tipo di analisi è essenziale per comprendere il comportamento degli asset in condizioni avverse.
Applicare regolarmente questi modelli consente di individuare vulnerabilità nascoste e prendere decisioni consapevoli prima di eventi negativi reali.
Rebalancing periodico del portafoglio
Il ribilanciamento consiste nel riportare periodicamente il portafoglio ai pesi target prestabiliti.
Questa operazione mantiene il rischio sotto controllo, evitando che l’esposizione a un singolo asset superi i limiti desiderati. Occorre definire una politica coerente con la volatilità del portafoglio e la propria tolleranza al rischio.
Integrazione di strumenti di copertura
Strumenti di copertura come opzioni, futures e swap possono ridurre l’esposizione a specifici rischi.
Se impiegati correttamente, proteggono il portafoglio da movimenti avversi improvvisi. È fondamentale comprenderne bene funzionamento e costi, poiché un uso scorretto può incrementare la complessità e introdurre nuovi rischi.
Monitoraggio costante e reporting
La gestione del rischio multi-asset richiede un monitoraggio continuo delle posizioni e delle condizioni di mercato. È utile creare un sistema di reporting aggiornato per intervenire tempestivamente. Implementare alert o soglie di rischio facilita le decisioni operative.