La settimana finanziaria si apre con il dollaro statunitense in evidente difficoltà, nonostante la chiusura di numerosi mercati internazionali per festività. Al contrario, le valute della regione Asia-Pacifico mostrano una notevole forza, trainate da speculazioni su possibili nuove tariffe statunitensi sui semiconduttori e ipotesi di accordi valutari simili al celebre Plaza Accord del 1985.

Valute Asia-Pacifico protagoniste: yuan offshore e dollaro australiano guidano i rialzi

Yuan cinese (CNH) ai massimi da novembre scorso

Lo yuan offshore (CNH) ha guadagnato quasi l’1%, scendendo sotto quota CNH 7,21 contro il dollaro USA, raggiungendo così il livello più forte da novembre scorso. Questo movimento è stato favorito dalle aspettative di un possibile allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, nonché dalla generale debolezza del biglietto verde.

Dollaro australiano ai massimi degli ultimi cinque mesi dopo vittoria elettorale laburista

Il dollaro australiano (AUD) ha raggiunto nuovi massimi degli ultimi cinque mesi, sfiorando quota 0,6490 USD. La valuta australiana beneficia della netta vittoria del Partito Laburista alle recenti elezioni politiche, che ha rafforzato la fiducia degli investitori nella stabilità politica ed economica del Paese.

Ringgit malese e dollaro taiwanese in forte apprezzamento

Anche il ringgit malese (MYR) e il dollaro taiwanese (TWD) hanno registrato significativi rialzi. Il TWD è salito per la sesta sessione consecutiva (+2,4% dopo il +3,7% di venerdì scorso), nonostante interventi marginali della banca centrale per limitare l’apprezzamento. Il MYR ha guadagnato circa l’1,1%, confermando una tendenza positiva ormai consolidata.

Mercati azionari contrastati in Asia-Pacifico ed Europa

I mercati azionari aperti nella regione Asia-Pacifico hanno mostrato performance contrastanti:

  • In calo: Taiwan, Australia e Filippine.
  • In rialzo: India, Singapore, Nuova Zelanda e Indonesia.

Anche le borse europee presentano un andamento misto, mentre i futures sugli indici statunitensi segnalano ribassi compresi tra lo 0,65% e lo 0,90%. I rendimenti obbligazionari europei sono generalmente in calo di circa due punti base.

Materie prime: oro in recupero, petrolio volatile dopo decisione OPEC+

Oro torna sopra quota 3.300 dollari dopo recente correzione

Dopo aver perso circa il 2,4% la scorsa settimana, l’oro recupera terreno con un rialzo vicino al 2%, riportandosi sopra i 3.300 dollari l’oncia. Gli investitori tornano a puntare sul metallo prezioso come bene rifugio in un contesto di incertezza valutaria e geopolitica.

Petrolio WTI volatile dopo aumento produzione OPEC+

L’accordo OPEC+ per incrementare la produzione giornaliera di ulteriori 411 mila barili ha inizialmente spinto al ribasso il contratto WTI di giugno fino a circa 55 dollari al barile. Tuttavia, dopo una rapida correzione ribassista nel weekend, il prezzo si è stabilizzato intorno ai 57,50 dollari durante la sessione europea.

Analisi tecnica e prospettive delle principali coppie valutarie

Dollaro USA (USD): scenario tecnico incerto in attesa della Fed

L’indice del dollaro (Dollar Index) aveva mostrato segnali tecnici positivi giovedì scorso; tuttavia, la successiva correzione ha creato un quadro tecnico misto. Nonostante ciò, considerando la resilienza del mercato del lavoro USA e le aspettative per una posizione ancora restrittiva della Fed nella riunione di mercoledì prossimo, rimane probabile una ripresa rialzista del dollaro nel breve termine.

Euro (EUR): attenzione alla soglia tecnica di 1,1260-1,1400 USD

L’euro rimane confinato nel range tecnico compreso tra 1,1295 e 1,1350 USD. Una rottura al ribasso sotto quota 1,1260 confermerebbe un pattern ribassista; viceversa un superamento deciso sopra area 1,1400-1,1425 invaliderebbe tale scenario negativo. Gli operatori attendono con fiducia un ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE nella riunione prevista per il prossimo 5 giugno.

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Sterlina britannica (GBP): focus sulla riunione della Bank of England

I mercati britannici sono chiusi oggi per festività bancaria. L’attenzione degli investitori è rivolta alla riunione della Bank of England prevista giovedì prossimo: atteso un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base al livello del 4,25%. La sterlina potrebbe testare livelli tecnici importanti intorno a quota 1,3235 USD; una rottura ribassista aprirebbe spazio verso area 1,3035 USD.

Dollaro canadese (CAD): attesa per dati occupazionali decisivi

Il cambio USD/CAD si mantiene volatile intorno a quota 1,3800 CAD. Gli operatori attendono con attenzione i dati sull’occupazione canadese previsti per fine settimana: questi potrebbero influenzare significativamente le aspettative sulla prossima decisione sui tassi della Bank of Canada fissata per il prossimo 4 giugno.

Peso messicano (MXN): equilibrio precario tra crescita debole e inflazione elevata

La banca centrale messicana affronta una situazione complessa tra crescita economica modesta e pressioni inflazionistiche persistenti. Il mercato prevede un possibile taglio dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale all’8,50%, ma eventuali sorprese al rialzo nell’inflazione potrebbero modificare rapidamente tali aspettative. Il cambio USD/MXN rimane stabile tra MXN19.55 e MXN19.63; una rottura sopra MXN19.75 potrebbe aprire la strada verso quota MXN20.00.

Prospettive future: attenzione alle decisioni politiche ed economiche imminenti

Nelle prossime sedute sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi relativi alle decisioni della Federal Reserve statunitense e della Bank of England britannica sui tassi d’interesse. Inoltre saranno cruciali eventuali annunci ufficiali riguardanti nuove tariffe commerciali USA-Cina sui semiconduttori previsti per mercoledì prossimo: tali eventi potrebbero generare ulteriore volatilità sui mercati valutari globali.