Il ruolo storico delle banche centrali nella stabilità finanziaria

Sebbene il Financial Stability Review della Bundesbank celebri “solo” 20 anni di attività, sarebbe errato pensare che la stabilità finanziaria sia diventata rilevante per le banche centrali solo di recente. La realtà è ben diversa: fin dalla loro nascita, le banche centrali hanno considerato la stabilità finanziaria come una componente fondamentale del loro mandato, anche se la sua importanza ha subito variazioni nel corso del tempo.

Le origini: dalla Bank of England al principio del prestatore di ultima istanza

A metà del XIX secolo, la Bank of England iniziò a utilizzare la propria struttura di risconto per fornire liquidità limitata al sistema finanziario durante le situazioni di crisi. Queste operazioni ispirarono Walter Bagehot, allora direttore di “The Economist”, a scrivere la sua celebre opera “Lombard Street”. Nel suo libro, Bagehot raccomandava che la banca centrale intervenisse sistematicamente in caso di corse agli sportelli e carenze di liquidità, al fine di preservare la fiducia nel sistema finanziario ed evitarne il collasso. Queste raccomandazioni sono oggi conosciute come il principio del prestatore di ultima istanza. Anche il Federal Reserve System statunitense fu fondato nel 1913 come risposta diretta ai ripetuti panici bancari che avevano colpito gli Stati Uniti. Il legame tra banche centrali e obiettivo della stabilità finanziaria affonda quindi le sue radici in un passato molto lontano.

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L’evoluzione del mandato: dalla stabilità finanziaria alla stabilità dei prezzi

A metà del XX secolo, le banche centrali hanno progressivamente spostato il loro focus verso la salvaguardia della stabilità dei prezzi e la promozione della crescita e dell’occupazione. La stabilità finanziaria è gradualmente passata in secondo piano, non da ultimo perché le corse agli sportelli erano diventate un fenomeno raro. Tuttavia, questa fase non era destinata a durare.

Le crisi degli anni ’90 e il ritorno dell’attenzione alla stabilità finanziaria

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Sulla scia della deregolamentazione e liberalizzazione del sistema finanziario negli anni ’80, sono emerse le crisi finanziarie e le turbolenze degli anni ’90 e dei primi anni 2000. La Crisi del Tequila in Messico, la crisi asiatica, il collasso dell’hedge fund Long-Term Capital Management (LTCM) e l’implosione della bolla dot-com hanno dimostrato in modo inequivocabile quanto fosse diventato vulnerabile il sistema finanziario internazionale e quanto rapidamente la stabilità finanziaria potesse essere compromessa. In risposta a questi eventi, le banche centrali di tutto il mondo hanno ricominciato a prestare maggiore attenzione all’analisi e al monitoraggio dei rischi per la stabilità finanziaria. L’introduzione dei financial stability review ha rappresentato una pietra miliare significativa. La Bank of England è stata pioniera a livello internazionale, pubblicando il suo primo Financial Stability Review nel 1996. La Bundesbank ha pubblicato il suo primo rapporto sulla stabilità finanziaria nel 2005, dopo aver già trattato l’argomento nel suo bollettino mensile nei due anni precedenti.

La definizione di stabilità finanziaria secondo la Bundesbank

Il professor Axel Weber, predecessore dell’attuale leadership della Bundesbank, sintetizzò efficacemente l’importanza crescente della stabilità finanziaria: “La stabilità finanziaria è di cruciale importanza non solo per la stabilità monetaria, ma anche come tema a sé stante. Le carenze funzionali nel sistema finanziario, specialmente a causa di instabilità, possono causare considerevoli costi economici.” Per la prima volta, la Bundesbank definì con precisione cosa intendesse per stabilità finanziaria: la capacità del sistema finanziario di svolgere efficacemente le sue funzioni macroeconomiche chiave, anche in situazioni di stress e durante periodi di aggiustamento strutturale. Questa definizione, in una forma leggermente modificata, rimane valida ancora oggi nel 2025.

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Il ruolo della BIS e gli avvertimenti inascoltati

A livello internazionale, anche la Bank for International Settlements (BIS) si è distinta, utilizzando i suoi rapporti annuali e studi accademici per avvertire con forza dei pericoli derivanti dall’eccessivo credito, dalla formazione di bolle speculative e dai rischi sistemici. Tuttavia, in un clima di euforia dei mercati e di fiducia nella capacità del settore finanziario di autoregolarsi, questi avvertimenti sono stati spesso ignorati.

La crisi finanziaria globale del 2007-2008: un punto di svolta

Le conseguenze di questa negligenza sono diventate presto evidenti: la crisi finanziaria globale del 2007-2008 ha confrontato le banche centrali e il sistema finanziario internazionale con sfide senza precedenti. La velocità e la portata della crisi hanno superato qualsiasi previsione. L’elevata interconnessione dei mercati finanziari ha innescato reazioni a catena che hanno portato a un fallimento sistemico di proporzioni storiche. In Germania, le richieste di assistenza per la stabilizzazione hanno raggiunto un totale di 231 miliardi di euro, un’istituzione è stata rilevata dal Fondo di Stabilizzazione del Mercato Finanziario (SoFFin) e sono state create agenzie di risoluzione. Il prodotto interno lordo è crollato di quasi il 6% nel 2009.

La risposta istituzionale: nuovi strumenti e mandati

La crisi finanziaria globale è diventata il catalizzatore per un fondamentale riancoraggio della stabilità finanziaria a livello istituzionale. Nel maggio 2009, la Bundesbank ha istituito una Direzione Generale dedicata alla Stabilità Finanziaria. Inizialmente, però, l’unico strumento a disposizione della Bundesbank era la comunicazione al pubblico attraverso il suo Financial Stability Review, sotto forma di analisi e avvertimenti. La situazione è cambiata il 1° gennaio 2013: è entrata in vigore la Legge sulla Stabilità Finanziaria, che per la prima volta ha conferito alla Bundesbank – insieme all’Autorità Federale di Vigilanza Finanziaria (BaFin) e al Ministero Federale delle Finanze – un mandato ufficiale per la stabilità finanziaria. Da allora, le tre istituzioni si riuniscono regolarmente nel Comitato Tedesco per la Stabilità Finanziaria (FSC). La Bundesbank è incaricata, in particolare, di monitorare e analizzare gli sviluppi che hanno un impatto sulla stabilità finanziaria. Il FSC può formulare raccomandazioni per l’introduzione di strumenti macroprudenziali e l’attivazione di misure macroprudenziali.

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Le riforme internazionali post-crisi

Non solo in Germania le cose sono cambiate: la crisi finanziaria globale ha portato a profondi aggiustamenti istituzionali anche a livello internazionale. Il Financial Stability Board è stato creato nel 2009 per rafforzare la cooperazione internazionale e il monitoraggio dei rischi sistemici. Il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (ESRB) ha iniziato a monitorare il sistema finanziario europeo e a limitare il rischio sistemico nel 2010. Il nuovo quadro regolamentare di Basilea III ha introdotto requisiti patrimoniali più elevati e di migliore qualità per le banche. Inoltre, sono stati sviluppati strumenti macroprudenziali per rendere il sistema finanziario più resiliente.

La stabilità finanziaria come mandato centrale nel 2025

Oggi, nel 2025, la stabilità finanziaria è parte integrante del mandato delle banche centrali. La supervisione macroprudenziale, l’analisi dei rischi sistemici e la consulenza politica sono ora saldamente ancorate nel quadro istituzionale. I rapporti sulla stabilità finanziaria prodotti dalla Bundesbank e da altre banche centrali sono diventati uno strumento consolidato per i responsabili politici, il settore finanziario e il pubblico in generale. Le banche centrali sono tornate – nel senso migliore del termine – alle loro origini.

Le sfide attuali e future per la stabilità finanziaria

È fondamentale ricordare che il lavoro non è mai concluso. Le sfide alla stabilità finanziaria sono in costante evoluzione. I recenti sviluppi provenienti dagli Stati Uniti ne sono una chiara dimostrazione. Nel settembre 2024, sia un fornitore di finanziamenti auto statunitense che un produttore di componenti per automobili hanno presentato istanza di protezione fallimentare. In ottobre, due banche regionali statunitensi hanno incontrato difficoltà a causa di frodi. Le autorità europee stanno seguendo questi eventi con estrema attenzione.

Nuovi rischi all’orizzonte

Nuovi rischi potrebbero emergere a seguito del cambiamento strutturale in corso nell’economia reale e nel sistema finanziario, del rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale e degli sviluppi geopolitici in corso. La trasformazione digitale, l’integrazione dell’AI nei servizi finanziari e le tensioni internazionali rappresentano sfide che richiedono un monitoraggio costante e strumenti di analisi sempre più sofisticati. Le banche centrali devono continuare ad adattare i loro strumenti e le loro strategie per affrontare questi rischi emergenti, mantenendo al contempo la capacità di rispondere rapidamente a crisi impreviste. La lezione appresa dalla crisi del 2007-2008 rimane valida: la vigilanza costante e la preparazione sono essenziali per preservare la stabilità del sistema finanziario globale.