La BCE potrebbe tagliare i tassi prima della FED. Questa previsione è giustificata dalle dichiarazioni di alcuni think tank e analisti, ma anche dall’approccio che ultimamente stanno adottando i responsabili delle due banche.

Lo scenario è abbastanza sorprendente in quanto, storicamente, è la FED a precedere la BCE. Allo stesso tempo, i segnali economici di USA e UE stanno divergendo sempre di più e non possono essere ignorati.

In questo articolo presenteremo le motivazioni che potrebbero spingere la BCE a tagliare i tassi prima della Fed. Rifletteremo inoltre sulle conseguenze di questa eventualità per l’economia e gli investitori.

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Un quadro di politica monetaria complesso

L’attuale quadro di politica monetaria è complesso. Da qualche anno a questa parte, le due più importanti banche del mondo devono affrontare sfide molto difficili, che comportano l’impiego di strumenti sì potenzialmente efficaci ma anche colmi di effetti collaterali. La verità è che la coperta è corta e un certo grado di rischio va sopportato.

Il riferimento è alla situazione dei prezzi, che a partire dal 2021 ha subito ben tre spinte inflattive: la politica monetaria espansiva degli anni Dieci, le misure di contrasto al Covid e soprattutto i conflitti geopolitici (guerra in Ucraina in testa). Ecco che la BCE e la Fed (ma in generale tutte le banche centrali) hanno dovuto adottare politiche monetaria altamente restrittive. In parole povere, hanno alzato i tassi, e in fretta.

Ciò ha fatto abbassare l’inflazione ma ha anche generato dei pesanti effetti collaterali. Ovvero, il rallentamento dell’economia. In un periodo in cui la ripresa era un obbligo, visti i crolli di PIL causati dal Covid, in Occidente la crescita si è posizionata tra lo scarso e l’anemico.

Adesso, i dati sui prezzi fanno ben sperare. Dunque, le banche centrali si preparano a un cambio di passo. Per ora, si sono limitate a interrompere l’aumento dei tassi. In un futuro prossimo, si prodigheranno in una loro riduzione. Quanto prossimo? E’ qui che si potrebbe innestare una divergenza inattesa, ovvero una BCE in fase espansiva… E precoce.

Perché la BCE potrebbe tagliare i tassi prima della Fed

Giunti a questo punto, vale la pena chiedersi perché la BCE dovrebbe tagliare i tassi prima della FED. A livello di approccio, il board europeo non è certamente più easy del board americano, anzi.

Il motivo risiede nella divergenza dei segnali economici. In primis, quelli riguardanti i prezzi. L’inflazione della UE, anno su anno, è scesa al 2,4% ad aprile, che è solo qualche decimo di percentuale superiore all’obiettivo del 2%. Ciò indica che i tempi sono maturi.

L’inflazione americana è invece al 3,4%. Ciò che più preoccupa, è in aumento. Lo stesso Powell, governatore della FED, ha dichiarato che l’istituto si approccierà con estrema cautela all’abbassamento dei tassi.

Interessanti sono anche i dati sul PIL, che danno la misura dell’urgenza di un abbassamento dei tassi. I dati sul primo trimestre USA sono leggermente inferiori alle attese ma comunque migliori rispetto a quelli UE: +1,6% contro lo 0,5%. Ciò indica una certa capacità, da parte degli Stati Uniti, di sopportare tassi di interesse alti ancora per un po’ di tempo.

BCE, taglio dei tassi prima della FED: l’impatto sull’economia

Ovviamente, la divergenza tra le politiche monetaria della BCE e della FED provocherà delle conseguenze. E’ difficile prevederle con una certa precisione, anche perché in gioco vi sono numerosi fattori. Possiamo però prendere in considerazione la dottrina, e riportare le conseguenze tecniche che scaturiscono da un abbassamento dei tassi.

In buona sostanza, qualora la BCE riducesse i tassi prima della FED, è lecito aspettarsi una riduzione della forbice di crescita tra le due economie. D’altronde, i tassi intervengono direttamente sui dati macroeconomici. Di norma, tassi bassi favoriscono la crescita, tassi alti la sfavoriscono. Ciò è motivato dal fatto che i tassi si riflettono direttamente sul costo del denaro delle imprese e quindi sulla loro capacità di finanziarsi.

BCE, taglio dei tassi prima della FED: l’impatto per gli investitori

E per gli investitori? Il pensiero va soprattutto a chi investe in valuta, ai trader del Forex. D’altronde, la politica monetaria è uno degli ambiti che i trader del Forex sono chiamati a seguire con maggiore impegno, visto l’impatto diretto sulle quotazioni delle valute.

Le più basilari leggi economiche parlano chiaro: quando i tassi vengono abbassati, la valuta corrispondente trae una spinta al ribasso. Insomma, tende a deprezzarsi. Ciò significa che, qualora la BCE riducesse i tassi prima della FED, si potrebbe pensare a un trend ribassista dell’euro-dollaro.

Parlare di parità forse è eccessivo, ma non è uno scenario da escludere a priori. Anche perché non sarebbe inedito: è stato sperimentato nel novembre 2022, quando la FED aveva iniziato a tagliare i tassi più in fretta e a fondo della BCE.