L’analisi tecnica è una pratica assolutamente essenziale per chiunque voglia svolgere un’attività di trading degna di questo nome, basata sulla razionalità piuttosto che sull’improvvisazione. Tuttavia, ciò non significa che l’analisi tecnica sia infallibile, e garantisca un risultato sempre comunque. Questo è vero anche nel caso in cui – niente affatto scontato – che la si svolga “come si deve”. La verità, per quanto sconfortante, è la seguente: persino la migliore delle analisi tecniche è fallace.

La questione ruota attorno al concetto di falsi segnali. Fenomeni che purtroppo ricorrono spesso nella vita di un trader a prescindere dal suo grado di esperienza. Ne parliamo in questo articolo, offrendo una panoramica del fenomeno, descrivendo i danni che può recare agli investitori e fornendo qualche consiglio per affrontarlo al meglio.

Analisi tecnica, segnali, falsi segnali: un trittico inevitabile

Per capire cosa si intenda realmente per falsi segnali, è necessario conoscere il significato dei segnali “nudi e crudi”. I segnali, molto banalmente, sono le evidenze che il trader raccoglie durante l’analisi tecnica. Evidenze che hanno per definizione una valenza strategica, che suggeriscono come comporre il trade, il corretto punto di entrata come il corretto punto d’uscita, la direzione che sta per intraprendere l’asset.

A questo punto, è molto semplice capire cosa si intende per falso segnale. Un falso segnale è semplicemente un segnale che fornisce una evidenza che non corrisponde alla realtà. E’ altrettanto facile comprendere come un falso segnale possa recare danno al trader. Dal momento che i segnali servono per progettare un trade, se i segnali sono sbagliati il trade risulterà giocoforza fallimentare, a meno di improbabili botte di fortuna.

La cattiva notizia è che i falsi segnali rappresentano una componente fisiologica dell’attività del trader, a prescindere dalla qualità dell’analisi tecnica e dall’esperienza del trader stesso. Ovviamente, è possibile ridurre gli effetti dei falsi segnali o riconoscerli ed evitarli, ma in quanto al fenomeno nudo e crudo… Quello è veramente complicato, se non impossibile, da estirpare.

Il motivo è un po’ controintuitivo. il mercato è eretto da alcune regole interne, regole che in linea di massima valgono sempre o quasi sempre, ma che sono suscettibili di smentita, e nemmeno così duramente. La verità è che il mercato è influenzato da un numero straordinariamente elevato di attori, investitori retail, investitori istituzionali etc.. Questa varietà di protagonisti e azioni, conferisce al mercato una tendenza al caos, un rischio imprevedibilità che mette a repentaglio l’efficacia dell’analisi tecnica. Essa infatti funziona “nella migliore delle ipotesi”,  ovvero quando il mercato rispetta le sue stesse leggi.

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Tutto ciò ammesso che l’analisi tecnica venga svolta in maniera corretta, altre eventualità tutt’altro che scontata. A prescindere dalla sua efficacia intrinseca ed estrinseca, l’analisi tecnica rimane un’attività complicata, che necessita di conoscenze, competenze ed esperienza per essere praticata al meglio.

Alla luce di tutto questo, non stupisce che i falsi segnali siano all’ordine del giorno. Per fortuna, per quanto sia impossibile estirpare il fenomeno – è bene ripeterlo – è possibile comunque arginarlo, ridurre drasticamente i suoi effetti, incorporare i danni inevitabili all’interno di un trading system e di un Money Management.

Come fare? nel prossimo paragrafo offriamo qualche consiglio a riguardo.

Come sopravvivere ai falsi segnali

Sopravvivere ai falsi segnali si può. E’ possibile mettere in campo azioni tali da ridurre l’impatto dei falsi segnali sulla propria attività di trading. In linea di massima, ciò può avvenire in due modi: riconoscere per tempo un falso segnale ed evitarlo, semplicemente ignorandolo, oppure fare in modo che i danni da esso provocati siano i più lievi possibile.

Di seguito, tre consigli tutto sommato semplici da seguire per raggiungere questi obiettivi.

Puntare sul risk management

Per risk management si intende tutta quella serie di azioni volta a contenere il rischio, nella sua gravità e nei suoi effetti. Praticare un buon Risk Management significa calcolare con una precisione elevata a quale rischio ci si espone trade dopo trade, e modulare l’esposizione in base a quest’ultimo. Risk Management, però, vuol dire anche mettere in campo “sistemi di allarme” tali da imporre l’uscita pressoché automatica dal mercato nel caso in cui i trade virino in maniera presumibilmente irreversibile in perdita.

Il riferimento è proprio allo stop loss. Cosa c’entra lo stop loss con i falsi segnali? Ebbene, c’entra parecchio. Per esempio, è possibile incorporare la possibilità di affidarsi a un falso segnale (possibilità tutt’altro che teorica) nel proprio sistema di Risk Management, proprio attraverso gli stop loss.

Ci riferiamo all’opportunità di impostare uno stop loss molto stretto e molto vicino al prezzo, in modo da ridurre al massimo la perdita causata da un eventuale falso segnale. Questa tecnica, che è nettamente conservativa, ha comunque i suoi svantaggi. Quello più grande consiste nel rischio di uscire dal mercato anche quando un trade è sì in perdita, ma non in maniera irreversibile. Se lo stop loss è molto vicino al prezzo, può capitare di uscire al mercato anche quando il trade in realtà potrebbe virare di nuovo in positivo.

Puntare sul lungo periodo

Il lungo periodo è una risorsa da sfoderare in molte situazioni, per risolvere una moltitudine di problemi. Nel lungo periodo tutto si diluisce, anche le catastrofi, persino l’immense perdite generate dal Panic selling. Dunque, il lungo periodo può essere d’aiuto anche per neutralizzare gli effetti dei falsi segnali.

Il motivo è intuitivo: se si opera nel lungo periodo, se si realizzano meno trade, si ha molto tempo a disposizione per curarlo e dunque anche per riconoscere che il segnale appena raccolto è in verità un falso segnale. Insomma, scegliere un approccio di lungo periodo vuol dire aumentare la soglia di attenzione, e la capacità di scovare i falsi segnali prima che sia troppo tardi.

Anche in questo caso si segnala qualche svantaggio. Quello più evidente è l’impossibilità di usufruire delle opportunità del trading a breve periodo, del trading veloce piuttosto che del trading intraday. Questo svantaggio risulta particolarmente scomodo soprattutto nel caso in cui il trader sia effettivamente abituato ad orizzonti temporali più ristretti.

Aumentare il volume di analisi

Questo è il consiglio più praticato, l’approccio più utilizzato per far fronte ai falsi segnali. Molto banalmente, consiste nell’aumentare lo sforzo analitico, nell’implementare la propria attività di analisi tecnica con precauzioni ulteriori e con strumenti ancora più massicci.

Nella pratica, aumentare il volume di analisi significa utilizzare più indicatori contemporaneamente. Alcuni trader ne utilizzano sempre almeno due, altri abbondano. Altri ancora, addirittura quattro indicatori in contemporanea. Che senso ha utilizzare tutti questi indicatori per studiare un medesimo oggetto o una medesima fase di mercato? Ebbene il senso c’è ed è pure evidente: si tratta di improntare un sistema di prove e controprove e permette di scovare i falsi segnali. Se un segnale, per quanto forte possa apparire, scaturisce dall’utilizzo di un indicatore ma è smentito da un secondo o un terzo indicatore, allora è probabile che quel segnale sia in realtà un falso segnale.

Purtroppo, anche questa approccio non è tutto rose e fiori. Si segnalano alcuni svantaggi anche in questo caso. Lo svantaggio più grande consiste nella perdita di tempo, intesa non come tempo sprecato bensì semplicemente come la necessità di riservare più spazio all’attività di analisi, la quale quindi prende buona parte della giornata e delle risorse mentali del trader. C’è da dire poi che non tutti gli indicatori sono facili da utilizzare, alcuni potrebbero rappresentare un rischio in più. Utilizzare un indicatore “male” fa equivale a esporsi al rischio di – nuovamente – incappare in falsi segnali.