Scegliere il Broker è uno dei primi “obblighi” di chi inizia a fare trading. In genere, la scelta è tra Broker dealing desk e Broker no dealing desk. Le due tipologie, pur raggiungendo il medesimo scopo – ovvero permettere anche ai trader retail di investire – sono molto diverse. Le differenze impattano profondamente sull’attività di trading, imponendo approcci diversificati. Dunque, più che una scelta di Broker si tratta di una scelta di campo, di una presa di posizione che produce delle conseguenze ineludibili.

Vale dunque la pena indagare sull’argomento. Lo faremo in questo articolo, dove forniremo delle definizioni chiare e presenteremo le differenze tra Broker dealing desk e Broker no dealing desk.

Cosa significa dealing desk e no dealing desk

Prima di tutto, cosa si intende per Broker dealing desk e Broker no dealing desk? Partiamo da un presupposto: entrambi sono degli “intermediari” che permettono a un trader di eseguire degli ordini di vendita o di acquisto, e dunque investire. Lo fanno però in modo molto diverso.

Il Broker dealing desk si pone come controparte rispetto all’utente. In buona sostanza, quando l’utente esegue un ordine di vendita, a comprare è il Broker stesso, e viceversa.

Il Broker no dealing desk propone un approccio diverso. Quando un utente esegue un ordine, questo viene inviato direttamente a mercato, ovvero esaudito in virtù di un fornitore di liquidità, che può essere una banca, un istituto che si occupa di scambi interbancari o persino gli utenti della medesimo Broker o di altri Broker.

I Broker dealing desk sono anche detti market maker, proprio perché interpretano il ruolo di controparte e quindi, in un certo senso, creano “un ambiente di mercato” attorno al trader.

I Broker no dealing desk si dividono invece in Broker ECN e Broker STP. Essi sono molti simili ma si differenziano per i fornitori di liquidità. Gli ECN si appoggiano a fornitori di liquidità in senso stretto, mentre gli STP si appoggiano al mercato per così dire retail, ovvero agli altri investitori. In buona sostanza, i trader fungono da controparte l’uno rispetto all’altro.

La differenza più importante tra le due tipologie di Broker

La differenza più importante tra Broker dealing desk e Broker no dealing desk è proprio questa: i primi fungono da controparte dell’utente, i secondi no. Questa differenza ne genera altre, a cascata. Esse riguardano i prezzi, gli spread, le commissioni, il rapporto con il mercato in senso stretto.

La conseguenza più importante, però, risiede nel modo di approcciarsi al trading. Quando un trader opera con i Broker dealing desk, o market mover che dir si voglia, sa di essere all’interno di un ambiente protetto e circoscritto, nel bene o nel male. Infatti, è sempre sicuro che il suo ordine verrà esaudito. Non è fisicamente possibile che l’ordine non trovi un corrispettivo di liquidità, proprio perché dall’altra parte non c’è il mercato con le sue infinite variabili, bensì il Broker stesso. 

Discorso diverso per i Broker no dealing desk, siano essi ECN o STP. La possibilità che l’ordine non venga eseguito, o che non venga eseguito nell’immediato, è sempre presente. 

Interessante è anche conoscere la “genesi” di queste diversità. In origine, tutti i Broker erano no dealing desk. I dealing desk sono stati “creati” per i trader retail, per coloro che non si trovavano a loro agio nell’interagire direttamente con il mercato. Ciò si riflette anche sulle interfacce. Di norma, le interfacce dei Broker dealing desk sono molto più user-friendly. E’ sufficiente smanettare un po’ per acquisire una discreta padronanza. 

Per quanto, va detto, di recente anche i Broker no dealing desk si siano aperti alle interfacce “semplici”, proprio per usufruire dell’allargamento della base dei trader, processo inarrestabile e che dura ormai da due decenni. 

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Prezzi, spread e profondità del mercato

Vale la pena approfondire anche le altre differenze. In primis, quella che riguarda i prezzi. Ebbene, i prezzi degli asset non corrispondono al vero, quando si opera con i Broker dealing desk. Il motivo è fisiologico: il Broker, fungendo da controparte, deve rifarsi sul mercato reale, dunque vi è uno scollamento tra prezzo proposto ai trader e prezzo di mercato. Questo scollamento prende il nome di spread, ed è di fatti la principale fonte di guadagno (legittima sia chiaro) dei Broker.

Detta così, non sembra una gran cosa. Gli effetti però sono mitigati da due elementi: in primo luogo, gli spread sono spesso ridotti, ed equivalgono a una manciata di pip. Secondariamente, sono sempre dichiarati limpidamente, in modo che ogni trader possa fare i propri conti. Va evidenziato, poi, che è proprio questo meccanismo a garantire il ruolo di market maker, e quindi la possibilità di effettuare ordini sempre e comunque. E poi nella stragrande maggioranza dei casi la presenza degli spread viene barattata con l’assenza di commissioni.

Discorso opposto per i Broker no dealing desk. L’accesso al mercato è pressoché diretto, sicché non vi è alcun motivo per i Broker di impostare prezzi diversi. Chi opera con i no dealing desk opera con i prezzi reali sempre e comunque. In compenso, però, deve corrispondere delle commissioni. E’ proprio con le commissioni che i Broker no dealing desk possono guadagnare e quindi risultare sostenibili.

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Ciò pone in essere la necessità di fare i conti ben prima di iscriversi a questo o quel Broker. Le commissioni, infatti, possono erodere i guadagni, soprattutto quando fanno riferimento non già al volume di trading, bensì al numero di operazioni effettuate. 

Un’altra differenza importante riguarda la profondità di mercato. Con profondità di mercato si intende la possibilità di visualizzare gli ordini del mercato, prezzi e volumi compresi. I Broker dealing desk non permettono di visualizzare la profondità del mercato, anche perché sono loro ad accedere al mercato “reale”, non i trader. 

Sembra un dettaglio di poco conto, e invece pesa. Infatti, i dati che emergono dalla visualizzazione diretta del mercato possono risultare utili ai fini dell’analisi tecnica, e certamente restituiscono il polso del mercato stesso.

Va detto, però, che solo una tipologia di Broker no dealing desk permette una piena visualizzazione della profondità del mercato. Ovvero, i Broker ECN. Gli STP utilizzano gli altri trader come fornitori di liquidità, e di norma mostrano solo i valori estremi (almeno in termini di prezzo). 

Cosa scegliere tra dealing desk e no dealing desk

E’ una domanda difficile, anche perché è – in fondo – piuttosto personale. Tutte le scelte importanti, quando si parla di trading, vanno prese in virtù di riflessioni proprie. L’importante è avere a disposizione tutti gli elementi necessari a una scelta efficace, con cognizione di causa.

Certo, il sentire comune è chiaro: i Broker dealing desk sono per i principianti, i Broker no dealing desk sono per gli esperti. Si tratta di una divisione frutto di uno stereotipo, che potrebbe avere un fondo di verità ma che è parzialmente confutata dai trend degli ultimi anni. Infatti, come già specificato, anche i Broker no dealing desk si sono aperti “alla massa”, offrendo come minimo interfacce alla portata di tutti.

A questi ragionamenti si potrebbe obiettare che l’elemento più importante non è tanto la tipologia, quanto l’effettiva qualità che il Broker riesce ad esprimere.

Tralasciando i requisiti minimi, e che dovrebbero essere dati per scontati – es. la sicurezza e il possesso di una regolare licenza – è utile prendere come riferimento alcuni criteri oggettivi. Per esempio, la qualità e l’ampiezza dell’offerta. Un’offerta di asset ampia e varia, che tocchi buona parte delle asset class permette al trader un maggiore margine di discrezione, e lascia porte aperte per eventuali cambiamenti futuri. 

Ovviamente, anche i costi rappresentano un criterio fondamentale. Non è una questione di risparmio, quanto di sostenibilità. Il trading è un’attività complessa, guadagnare è difficile, se poi il guadagno è eroso dai costi di gestione, gli investimenti diventano quasi insostenibili. Dunque, che il Broker “funzioni” a spread o a commissioni, informativi accuratamente sulle condizioni prima di compiere una scelta. 

Fate attenzione anche alle condizioni di prelievo e di deposito. Il prelievo dovrebbe essere agevole e sottoposto a tempistiche, il deposito minimo iniziale accessibile. 

Infine, abbiate cura di scegliere un Broker che mette a disposizione il conto demo. Si tratta di un conto che simula quello reale, e che permette di fare pratica. Utile ai principianti assoluti per completare il percorso di formazione, utile a tutti gli altri in quanto permette di padroneggiare il Broker prima di spendere del denaro reale. Alcuni conti demo sono a tempo, altri permettono un utilizzo a tempo indeterminato. Scegliete in base alle esigenze del momento.