Le emozioni nel trading possono rappresentare un problema, se non vengono gestite correttamente. Il verbo “gestire” non è casuale: le emozioni possono essere solo tenute a bada, non possono essere rimosse. D’altronde, la posta in palio è sempre alta e il trader è ovviamente un essere umano.

In questa breve ma esaustiva guida parliamo delle emozioni nel trading e forniamo alcuni consigli per la loro gestione. I consigli saranno sia di carattere psicologico, o per meglio dire filosofico, sia di carattere pratico.

Perché le emozioni nel trading sono un problema

Dunque, perché le emozioni nel trading rischiano di causare problemi? Il motivo è semplice: riducono la lucidità, tolgono spazio alla razionalità. Anche perché si tratta di emozioni forti, nel bene e nel male. Il trading è un’attività potenzialmente molto proficua, ma anche rischiosa, soprattutto se svolta a livelli speculativi. In palio c’è il denaro, magari accumulato con il duro lavoro.

La verità, per quanto sconfortante, è che le emozioni nel trading non possono essere cancellate. E’ nella natura dell’uomo provare qualcosa mentre si stanno compiendo azioni dalle implicazioni importanti, fossero anche meramente economiche. 

Un’altra verità, questa assai meno scontata, è che a fare male non sono solo le emozioni negative, che scaturiscono dalla prospettiva del fallimento, ma anche quelle positive.

Fallire un investimento dopo l’altro può portare allo scoramento, alla paralisi, all’ansia e alla paura. Può portare anche all’imprudenza, se associata alla volontà di recuperare nel più breve tempo possibile quanto è stato perduto. Queste emozioni di base rendono meno efficiente l’azione di trading, tolgono spazio all’analisi, alla riflessione, alla capacità di comprensione del mercato.

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Tuttavia, dinamiche simili emergono anche quando “va tutto bene”. In questo caso a subentrare è l’euforia, la smania di guadagnare il più possibile, l’eccesso di autostima. Un’altra emozione tipica dei trader che stanno attraversando un periodo positivo è quella che i greci chiamavano “hybris”, che potrebbe essere definita come orgogliosa tracotanza.

Anche in questo caso l’azione di trading perde di scientificità e assume i contorni del gioco d’azzardo. Ecco che passare dalle stelle alle stalle è un attimo, con il rischio di provare emozioni altrettanto forti e negative, e immettersi in un pericolosissimo circolo vizioso.

Qualche consiglio per gestire le emozioni nel trading

Per fortuna una soluzione esiste, per quanto difficile da adottare, almeno per i principianti. Tale soluzione consiste nel gestire le proprie emozioni. Queste non vengono soppresse, semplicemente vengono messe in condizione di non nuocere, di non impattare nell’attività di trading,

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Come fare? Qui presentiamo alcuni approcci, che sono sia psico-filosofici che tecnici.

Conoscere se stessi

Il primo passo per gestire le emozioni nel trading è conoscere se stessi. Tutti siamo inclini all’emotività, ma alcuni lo sono più di altri. Soprattutto, ciascuno lo è a modo suo. Chi è facile all’ira, chi alla paura e all’ansia, chi alla tracotanza. 

In questo frangente, conoscere se stesso significa conoscere il proprio nemico, avere piena consapevolezza delle emozioni che, durante l’attività di trading, ci si troverà ad affrontare. 

Ora, è improbabile che chi si appresta a investire non abbia una solida conoscenza di sé. Occorre però fare uno sforzo in più, e prefigurare le reazioni del proprio io al cospetto delle difficoltà che, in maniera del tutto specifica, l’attività di investimento pone davanti. Si tratta in un certo senso di simulare nella propria mente gli scenari peggiori, o almeno quelli più pericolosi.

Ridurre gli spazi per le emozioni

Una volta compiuto questo lavoro interno non rimane che mettere in campo soluzioni pratiche per massimizzare quanto appreso. L’imperativo categorico è “ridurre gli spazi per le emozioni”. Se non possono essere soppresse, allora è meglio ingabbiarle.

Come fare? In linea teorica è abbastanza semplice: mettendo il pilota automatico proprio nel momento in cui le emozioni rischiano di dirompere, di emergere con maggiore forza. Ovvero, nella fase di operatività. In questo senso, è fondamentale utilizzare una strategia di trading precisa, che indichi esattamente la strada da seguire in base alle condizioni che si verificano nel mercato.

In questo modo, il lavoro decisionale viene realizzato in una fase precedente, a mente fredda. Ecco che, proprio nelle fasi più concitate, le emozioni non possono esercitare alcun impatto, proprio perché non c’è nulla da decidere, non vi sono decisioni da prendere e potenzialmente soggette all’irrazionalità delle emozioni.

Condividere testimonianze

Ridurre gli spazi per le emozioni è facile solo a parole. Anche quando la “tavola è apparecchiata” vi è sempre la tentazione di riprendere in mano la situazione e, sospinti dell’emozione, cercare di intervenire direttamente. E’ inevitabile che un certo lavoro su di sé vada fatta. E’ necessario trovare dentro di sé la forza necessaria a resistere alla spinta emotiva.

Un modo per trovare è condividere la propria esperienza con i trader di pari grado e, magari, con qualcuno un po’ più esperto, che ha già attraversato questa fase e quindi può consigliare, motivare, rappresentare un riferimento e un benchmark.

Da qui la necessità di frequentare community di trader, possibilità tra l’altro messa a disposizione da molti broker. Si tratta di una mossa utile anche in una prospettiva tecnica, in quanto dialogare significa anche scambiare idee, strategie, consigli.