L’analisi ciclica è un tipo di analisi che indaga sui movimenti di medio e lungo periodo degli asset. Vanta un background molto corposo, a tal punto da essere stata trattata da alcuni grandi nomi del mondo degli investimenti, non ultimo Kondratieff. 

Attualmente, quella dell’analisi ciclica è una teoria ben codificata, con solide base sulla realtà. Vanta i suoi principi, le sue terminologie e ovviamente le sue eccezioni. Vale dunque la pena fornire una panoramica e anche qualche indicazione per sfruttarla, a beneficio dei trader esperti e meno esperti.

Una definizione di analisi ciclica

L’analisi ciclica si basa sul principio secondo cui i movimenti dei prezzi sono ordinati in cicli. Deriva dal mantra tanto caro all’analisi tecnica secondo cui “la storia si ripete”. Per inciso, l’analisi ciclica teorizza l’esistenza dei cicli, ma contempla gli scostamenti da quelli che sono i cicli “ideali”. Sicché il presente non è certamente uguale al passato, ma rispetto a quest’ultimo fornisce parecchie similitudini.

A sua volta, l’analisi ciclica deriva dalla teoria dei cicli economici, secondo cui le economie si dipanano in momenti di recessione e momenti di crescita, presentano dei minimi e dei massimi. 

In genere, e in relazione a tutti i mercati ordinati, i cicli si misurano a partire dai minimi. Questi infatti tendono a rimanere costanti, mentre i massimi possono variare, probabilmente perché più suscettibili all’emotività.

L’analisi ciclica contempla l’esistenza di più cicli. Sicché, in un dato momento, un asset può essere attraversato da due, tre, quattro cicli in contemporanea. Ecco un prospetto.

  • Cicli di lungo termine, che durano almeno due anni
  • Cicli stagionali, che durano almeno un anno
  • Cicli intermedi, che durano da due mesi a sei mesi
  • Cicli di trading, che durano al massimo un mese
  • Cicli alpha e beta, che durano due settimane ciascuno (e compongono in genere un ciclo di trading)
  • Cicli di Kondratieff, che durano ben 54 anni

Secondo convenzione, i cicli di lungo termine e i cicli stagionali formano trend di mercato. Ragione per cui, influenzano i movimenti dell’asset più di ogni altro ciclo. 

Ovviamente, alcuni mercati sono più inclini a produrre certi cicli piuttosto che altri. Per esempio, il Forex tende a produrre cicli di trading, in quanto le coppie di valute sono soliti ripetere i minimi ogni 4 settimane. 

I principi dell’analisi ciclica

L’analisi ciclica consta di alcuni principi. O, per meglio dire, di caratteristiche che appartengono a tutti i cicli di mercato. Ecco un prospetto.

  • Principio della somma. E’ un principio convenzionale, nel senso che serve a fornire dei parametri utilizzabili ai fini della somma. Ad ogni modo, suggerisce che a “fare l’intero ciclo economico” è la somma di tutti i movimenti di mercato.
  • Principio dell’armonicità. Secondo questo principio la lunghezza dei cicli si pone in rapporto di 1 a 2 o 2 a 1. Se un ciclo dura 20 giorni, il prossimo ciclo breve durerà 10 giorni, mentre il prossimo ciclo lungo durerà 40 giorni.
  • Principio della sincronicità. Ponendo in contrapposizione due cicli della stessa grandezza, i minimi tenderanno a sovrapporsi. In buona sostanza, tale principio teorizza che i cicli dello stesso tipo abbiano grossomodo tutti la stessa lunghezza.
  • Principio della proporzionalità. Secondo questo principio, il parametro della lunghezza e il parametro dell’ampiezza sono proporzionali tra di loro. Sicché un ciclo che dura molta, tenderà a produrre massimi più bassi di un ciclo che dura poco. 
  • Principio della variazione. In un certo senso, questo principio rifinire e inquadra meglio i principi precedenti. Suggerisce infatti che i principi dell’armonicità, della sincronicità e della proporzionalità disegnano delle tendenze e non rappresentano delle regole rigide. 

Come l’analisi ciclica può aiutare i trader

In definitiva, a cosa serve l’analisi ciclica? Secondo alcuni, aiuta a individuare i momenti di ingresso e di uscita da un mercato. Nella realtà, tale contributo è reale solo in presenza di cicli dominanti. Ovvero, di cicli che tendono a caratterizzare fortemente il mercato, e che si ripetono più o meno uguali tra di loro in maniera perpetua. Dunque, l’analisi ciclica può essere utilizzata per l’operatività “spiccia” solo se il mercato vanta un elevato tasso di prevedibilità. Ovviamente, sono pochi i mercati che possono essere considerati minimamente prevedibili.

Per tutti gli altri, l’analisi ciclica rappresenta una buona cornice interpretativa. Può fungere da punto di partenza, per praticare poi un’analisi più raffinata, che tenga conto delle contingenze.

Ciò vale soprattutto per quei mercati che sono radicalmente suscettibili degli eventi esterni, legati ad altri contesti. Questi, non essendo in alcun modo prevedibili, trasmettono imprevedibilità anche ai mercati. Il Forex si pone a metà strada. E’ certamente un mercato ciclico, ma è comunque dominato dalle influenze provenienti dall’esterno, dall’economia ma anche dalla politica. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti: rappresentano – insieme a tanti altri elementi – la forza di un paese.