Negli USA si è accesso un forte dibattito tra due pensieri altamente contrastanti. I mercati finanziari statunitensi potrebbero scontare un rallentamento dell’inflazione nel corso del nuovo anno, ma la FED ritiene che l’aumento dei prezzi sia tutt’altro che finito, prevedendo ulteriori aumenti dei prezzi. L’ipotetico rally dei mercati, secondo la FED, potrebbe mandare maggiormente in recessione l’economia.

Cosa Ne Pensano Gli Esperti Dello Scontro Tra Mercati Finanziari E FED

Secondo l’economista di Wall Street Allen Sinai, la prevalenza di una delle due correnti determinerà l’andamento dell’economia USA nel corso del 2023. Sinai ha affermato che la banca centrale americana abbia ritardato la sua azione nel 2021, non prevedendo prima l’innalzamento dell’inflazione, e che stia facendo un ulteriore errore, esagerando con eccessivi rialzi dei tassi. Il guru di Wall Street consiglia ai suoi clienti di remare insieme alle decisioni della FED, giuste o sbagliate che siano. Quindi la detenzione di denaro liquido in queste circostanze può verificarsi utile per indirizzare i propri investimenti, una volta osservato l’andamento generale delle decisioni di politica monetaria nel corso del 2023.

La Politica Americana Come Sta Reagendo Allo Scontro Tra Mercati Finanziari E FED?

Elizabeth Warren, senatrice del Massachussetts e supervisore degli interventi per arginare la crisi del 2008, ha dichiarato che le politiche di Powell siano atte a far licenziare un gran numero di lavoratori, al fine di ridurre i consumi e i redditi e contenere l’inflazione. Anche lo stesso Allen Sinai si mostra contrariato dal comportamento di Powell, affermando che il presidente della FED stia mettendo il bastone tra le ruote ai periodici rialzi dei mercati finanziari. Lo stesso osserva che l’inflazione sta rallentando, seguendo l’andamento del CPI americano, e le ultime decisioni di rialzo dei tassi prese a dicembre non abbiano ancora espletato i loro effetti.

Plus Post

Nel mondo finanziario, l’evento più probabile è quello di un soft landing, con l’1/4 di probabilità di una recessione e il 10% di recessione con crescita positiva. Il monitoraggio dello stato dell’economia, sia americana che degli altri Stati, non dovrebbe basarsi sul PIL, ma sull’andamento del mercato del lavoro. Negli USA si prevede nel corso del 2023 una crescita della forza lavoro del 2,6%. Purtroppo bisogna considerare quel 25% di recessione, che potrebbe derivare da due cause: la prima è che un numero elevato di licenziamenti potrebbe rallentare i consumi, rappresentante la benzina dell’economia USA. La seconda causa è da imputarsi all’aumento eccessivo dei tassi d’interesse, con conseguente difficoltà di accesso al credito e conseguente crisi finanziaria.