Chi è il Promotore Finanziario?

Il Promotore Finanziario, è una figura professionale che basa la propria attività lavorativa sulla ricerca di affari per conto di un mandate, che può essere o una Banca o una Sim. Il Promotore Finanziario, disponendo di un portafoglio clienti, assicura la promozione e la stipula di contratti dei prodotti o servizi che il mandante stesso offre, ponendosi come intermediario. La stipula di questi contratti genera un fatturato, che viene espresso in vario modo, sotto forma di spese bancarie, costi di pratica, costi di consulenza, monitoraggio, commissioni di vendita, commissioni di gestione, commissioni di performance, commissioni di incentivo. Al Promotore Finanziario spetta una percentuale del fatturato, che viene concordata, nel momento in cui stipola l’accordo lavorativo col mandante, e varia a seconda di alcuni fattori quali: la dimensione del portafoglio clienti e il quantità di fatturato generato durante l’anno.

Guadagnare tramite provvigioni

Per quanto riguarda il profilo remunerativo, il Promotore Finanziario, come si è detto prima, percepisce guadagni dalla percentuale del fatturato che ha ottenuto tramite provvigioni. Queste provvigioni possono essere dirette, come ad esempio le provvigioni di management fee, o provvigioni indirette, chiamate anche Over.

Si tratta di una professioni conveniente?

Sicuramente, se all’inizio degli anni Novanta la figura del Promotore Finanziario, rivestiva un ruolo fondamentale, all’interno di una società in cui gli investimenti delle famiglia erano in forte crescita, adesso la situazione è nettamente cambiata. Il periodo storico che stiamo vivendo, la forte crisi finanziaria e l’incertezza di un futuro lavorativo stabile e a tempo indeterminato, ci portano ad essere sempre meno propensi a compiere degli investimenti e, di conseguenza, tutto ciò toglie sempre maggior spazio alla figura professionale del Promotore Finanziario. Questa situazione non sembra accennare ad un  miglioramento, al meno per il momento, così si continua a verificare un graduale e costante impoverimento della categoria, che è stata costretta ad abbandonare questo settore professionale o, comunque, a doversi dedicare parallelamente a qualche altra attività.

Per mezzo di una ricerca, effettuata su Advisor Professional,  è stato possibile sapere quali sono le cifre e gli zeri che si possono contare nelle entrate dei Promotori Finanziari. Da ciò risulta, che un Promotore su tre, ha ricavi al di sotto dei 30.000 euro. Un 5%, invece, non riuscendo a guadagnare più di 9.000 euro all’anno, si trova costretto a cercare secondi lavori. Tra l’altro, non bisogna dimenticare che, a queste cifre, vanno sottratti i contributi INPS, il cui minimale è di 3200 euro annui, e tutti i costi relativi all’attività, come l’auto, un eventuale ufficio, e ,inoltre, tutte le sue spese relative all’attività, come lo stipendio di una segretaria, l’iscrizione a corsi di aggiornamento, l’acquisto di attrezzature come PC o cellulari, le consultazioni del commercialista e il pagamento delle tasse. A seguito di queste analisi, dunque, possiamo affermare che, in questo momento storico, scegliere di intraprendere questa strada professionale, non è del tutto conveniente. Se a queste analisi, si aggiunge anche, che la maggior parte dei Promotori Finanziari lavorano attraverso Partita IVA, la situazione non va a migliorare. Dunque, fino a quando non verranno create delle agevolazioni e finché  la categoria non verrà maggiormente tutelata, ci sentiamo di valutare per bene prima di decidere di intraprendere questo percorso lavorativo.