Grande fermento in casa Bitcoin e il motivo è uno solo: Elon Musk. Per la precisione, alcune sue dichiarazioni molto particolari, che hanno profondamente scosso il mercato. Cerchiamo di analizzare cosa è accaduto, e di trarre una lezione utile a tutti gli investitori del Bitcoin e delle criptovalute in generale.

Le dichiarazioni di Elon Musk

Elon Musk è noto per molte cose, ma anche e soprattutto per le sue dichiarazioni peculiari, in grado di fare scalpore, innescare polemiche e persino incidere sui mercati. Di recente ha giustificato la “tendenza alla sparata” asserendo di essere affetto da una forma lieve di autismo, ma tant’è: è considerato in ogni caso una figura autorevole, se non altro perché è stabilmente tra i primi tre uomini più ricchi del mondo, dunque gli investitori pendono dalle sue labbra, o quasi.

Cosa è accaduto di recente? Ebbene, Elon Musk si è espresso in modo molto critico sul Bitcoin. Ha accusato la celebre criptovalute di essere troppo energivora. Soprattutto, ha affermato che non accetterà più i Bitcoin quale mezzo di pagamento per le auto Tesla. 

Quasi contestualmente, ha lanciato una specie di sondaggio. Per la precisione ha chiesto un parere circa la sostituzione di Bitcoin con Dogecoin quale mezzo di pagamento. 

Apriti cielo. Gli investitori hanno interpretato queste parole come un abbandono reale del Bitcoin e hanno cominciato a vendere la criptovaluta. Ecco che nel giro di qualche giorno, il mercato ha registrato una perdita nell’ordine del 30%. A dire il vero, quasi tutte le criptovalute hanno intrapreso un percorso ribassista, sebbene con pendenze diverse. L’unico a tenere botta (più o meno) è stata il Dogecoin. 

Cos’è Dogecoin

Prima di analizzare quanto accaduto è bene spendere qualche parola sul Dogecoin. Non è infatti la criptovaluta più famosa, e nemmeno la seconda più famosa. In termini di “fama”, se la cavano meglio i vari Ethereum, Litecoin, Ripple etc. 

Ebbene, si tratta di una criptovaluta nata qualche anno fa quasi per scherzo, quasi come se fosse una parodia del Bitcoin. Nel corso del tempo, a dire il vero quasi subito, lo scherzo è diventato una cosa seria, e infatti il Dogecoin, attualmente, è la quarta criptovaluta per capitalizzazione. Sebbene, in realtà, la sua quotazione si mantenga a livelli minimi, al di sotto del dollaro. 

Il punto di forza di Dogecoin consiste nella sua natura di “criptovaluta pura”. Infatti, è utilizzata quasi esclusivamente per i pagamenti. Per farlo, si appoggia a un meccanismo di regolazione dell’offerta molto rigida, ultra-competitivo. Un meccanismo che innesca una vera e propria gara tra i miners, con tutto ciò che ne consegue per il consumo di energia, tema che è stato tirato in ballo proprio da Elon Musk.

Una lezione da trarre

E’ improbabile che Elon Musk abbia parlato a vanvera. Per quanto alcune delle sue uscite in passato abbiano suscitato qualche perplessità, sarebbe veramente strano che una figura del suo calibro pronunciasse quelle dichiarazioni senza uno scopo ben preciso. Probabilmente, il calo del Bitcoin non è stato accidentale. 

Ad ogni modo, a prescindere dal processo alle intenzioni, gli investitori del Bitcoin e delle criptovalute in generale possono trarre una fondamentale lezione da quanto è successo. Una lezione importante e dura, che da alcuni potrebbe essere vista come la classica doccia fredda. Anzi, per molti è stata proprio gelata, visto il forte deprezzamento del Bitcoin.

Qual è questa lezione? Molto semplicemente, le criptovalute, Bitcoin in primis, sono ancora ben lungi dall’acquisizione di una propria stabilità strutturale. Certo, non possono essere definite della banderuole, dal momento che a parlare è stato Elon Musk, non un imprenditore qualsiasi.

Tuttavia, fa specie l’impatto che le parole di una singola persona, benché importante, ha generato sul mercato. Sono bastati un paio di tweet per innescare una spirale di vendite drammatica e un calo di quotazioni nell’ordine del 30%. 

Insomma, l’affaire Musk ha dimostrato, ancora una volta, la mancanza di punti di riferimento delle criptovalute. Mancanza nota, ma spesso trascurata. D’altronde, nessuna criptovaluta ha alle spalle una istituzione anche solo paragonabile alle banche centrali, in grado di metterci una pezza quando si segnalano squilibri nell’offerta o nella domanda. 

Un punto di forza, un motivo di orgoglio per chi cerca l’assoluta autonomia nelle criptovaluta ma, come abbiamo visto, una drammatica debolezza. Dunque, chi investe nelle criptovalute farebbe bene e tenere a mente questa caratteristica strutturale e, per ora, inalienabile del mondo crypto.

ftmo