Il Dollar Index si avvicina ai massimi di agosto
Il Dollar Index (DXY) ha registrato la terza sessione consecutiva di rialzi venerdì, raggiungendo quota 99.844 durante la giornata e avvicinandosi al massimo del 1° agosto a 100.257. Alle 11:20 GMT, il DXY si attestava a 99.804, in crescita dello 0.28%, sostenuto dalla riduzione delle aspettative di un ulteriore taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nel corso del 2025. La forza del dollaro deriva principalmente dai commenti hawkish dei funzionari della Fed, che hanno raffreddato le speranze di un allentamento monetario aggressivo. Dopo aver ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base mercoledì, portandolo in un range del 3.75%-4.00% (il livello più basso degli ultimi tre anni), il presidente Jerome Powell ha dichiarato che un ulteriore taglio a dicembre è “tutt’altro che certo”.
Divisioni interne alla Federal Reserve sul percorso dei tassi
Due dissidenti evidenziano le tensioni sulla politica monetaria
La decisione di questa settimana ha visto due funzionari della Fed esprimere dissenso, segnalando una crescente divisione all’interno della banca centrale. Jeffrey Schmid, presidente della Fed di Kansas City, e Lorie Logan, presidente della Fed di Dallas, si sono opposti al taglio, citando pressioni inflazionistiche persistenti e condizioni finanziarie ancora accomodanti. Schmid ha sottolineato come i mercati azionari robusti, gli spread ristretti sui bond corporate e l’emissione creditizia sostenuta dimostrino che le condizioni finanziarie rimangono espansive. Logan ha aggiunto che futuri tagli richiederebbero “prove chiare” di una disinflazione più rapida o di un rallentamento significativo del mercato del lavoro.
Il mercato rivede drasticamente le probabilità di taglio
Il sentiment del mercato si è modificato drasticamente. Secondo il CME FedWatch Tool, la probabilità di un ulteriore taglio a dicembre è scesa al 63%, in netto calo rispetto al 92% di appena una settimana fa. Questo cambiamento riflette la cautela degli investitori di fronte alle dichiarazioni della Fed e alla mancanza di dati economici chiave, dovuta allo shutdown governativo in corso.
Rendimenti dei Treasury in recupero dopo la decisione Fed
Il rendimento del Treasury decennale si è stabilizzato vicino al 4.089% venerdì, dopo aver brevemente toccato il 4.10% durante la sessione. Il biennale è sceso al 3.594%, mentre il trentennale si è mantenuto intorno al 4.659%. Il recupero dei rendimenti dai minimi precedenti sotto il 4.00% evidenzia lo scetticismo degli investitori sulla possibilità che la Fed continui ad allentare la politica monetaria senza nuovi dati che mostrino una crescita più debole o un’inflazione in calo.
Valute globali sotto pressione dalla forza del dollaro
Yen giapponese ai minimi nonostante l’inflazione
Nei mercati globali, il dollaro ha sovraperformato le principali controparti. Lo yen giapponese è scambiato a 154.125 per dollaro e registra un calo del 4% a ottobre, la peggiore performance mensile da luglio, nonostante l’inflazione core di Tokyo sia salita del 2.8% su base annua. La decisione della Bank of Japan di mantenere invariati i tassi ha fatto poco per sostenere la valuta nipponica.
Sterlina ed euro in difficoltà
La sterlina britannica ha perso lo 0.2% portandosi a $1.312 ed è sulla buona strada per registrare una perdita mensile del 2.3%, mentre gli investitori attendono il prossimo budget del ministro delle Finanze Rachel Reeves. L’euro si è mantenuto stabile a $1.1562 dopo che la Banca Centrale Europea ha confermato i tassi al 2% per la terza riunione consecutiva, rafforzando il vantaggio di rendimento del dollaro statunitense.
Prospettive di mercato: bias rialzista per il dollaro
La combinazione di commenti hawkish della Fed, rendimenti dei Treasury solidi e divergenza dei tassi rispetto alle altre principali economie continua a sostenere la forza del dollaro. Un movimento sostenuto sopra 100.257 attirerebbe probabilmente ulteriori acquisti momentum. Con dati economici statunitensi limitati durante lo shutdown governativo e aspettative ridotte per ulteriori allentamenti, il bias per il dollaro rimane rialzista per tutto novembre e l’inizio del 2025. Gli operatori forex dovranno monitorare attentamente i prossimi dati sull’occupazione e sull’inflazione per valutare la traiettoria futura della politica monetaria americana.
