La coppia valutaria EUR/USD ha subito un forte calo, scendendo sotto il livello psicologico di 1,1100 durante la sessione europea di lunedì. Questo movimento ribassista è stato innescato dal significativo rafforzamento del dollaro statunitense (USD), a seguito dell’annuncio congiunto di Stati Uniti e Cina sulla riduzione temporanea dei dazi commerciali.

Accordo commerciale USA-Cina: riduzione temporanea dei dazi del 115%

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi lunedì mattina, Stati Uniti e Cina hanno comunicato ufficialmente una riduzione temporanea dei dazi commerciali pari al 115% per un periodo di 90 giorni. In particolare, i dazi statunitensi sulle importazioni cinesi sono stati abbassati al 10%, mentre quelli cinesi sui prodotti americani sono scesi al 30%. Rimane tuttavia in vigore una tassa aggiuntiva del 20% sul fentanyl proveniente dalla Cina, anche se Washington ha assicurato che le trattative per risolvere questa questione sono già in corso.

Il rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Jamieson Greer, ha dichiarato: “Le due parti stanno avendo conversazioni costruttive sulla questione del fentanyl”, lasciando intendere che ulteriori sviluppi positivi potrebbero arrivare a breve.

Impatto sull’inflazione e aspettative della Federal Reserve

L’accordo temporaneo tra le due maggiori economie mondiali potrebbe contribuire a contenere le aspettative inflazionistiche negli Stati Uniti. La scorsa settimana, il presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, aveva espresso preoccupazione riguardo agli effetti negativi di un aumento prolungato dei dazi commerciali, sottolineando che ciò avrebbe potuto portare a “un’inflazione più alta e una minore occupazione”.

Dopo questo accordo, gli analisti prevedono che la Fed possa rivedere le proprie prospettive sulla politica monetaria, mantenendo i tassi d’interesse stabili nel breve termine e monitorando attentamente l’evoluzione delle dinamiche inflazionistiche.

Indice del dollaro USA (DXY) in rialzo verso quota 101,60

L’indice del dollaro USA (DXY), che misura la forza del biglietto verde rispetto a un paniere delle sei principali valute mondiali, è salito rapidamente verso quota 101,60. Questo rialzo riflette la fiducia degli investitori nella valuta americana dopo l’annuncio della tregua commerciale tra Washington e Pechino.

BCE: Schnabel esclude ulteriori tagli ai tassi d’interesse

Mentre il dollaro si rafforza, l’euro rimane sotto pressione anche a causa delle dichiarazioni contrastanti provenienti dalla Banca Centrale Europea (BCE). Nonostante alcuni membri della BCE abbiano recentemente suggerito la possibilità di ulteriori tagli ai tassi d’interesse per contrastare le pressioni disinflazionistiche, Isabel Schnabel – membro del comitato esecutivo della BCE – ha espresso una posizione differente.

Durante una conferenza presso l’Università di Stanford venerdì scorso, Schnabel ha affermato chiaramente che “non vi è alcuna necessità di ridurre ulteriormente i tassi d’interesse”, sostenendo che il livello attuale dei tassi sia già adeguato e vicino alla neutralità. Tuttavia, Schnabel ha avvertito che persistono rischi legati all’inflazione nel medio termine, soprattutto in un contesto economico globale ancora incerto.

Dati macroeconomici attesi: CPI USA in primo piano

Gli investitori attendono ora con attenzione la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti per aprile, prevista per martedì. Le previsioni indicano un incremento stabile dell’inflazione su base annua pari al 2,4%. Un dato superiore alle attese potrebbe rafforzare ulteriormente il dollaro americano e accentuare la pressione ribassista sull’EUR/USD.

Analisi tecnica EUR/USD: rottura ribassista confermata

Sotto il profilo tecnico, la coppia EUR/USD ha rotto al ribasso il range compreso tra 1,1200 e 1,1440 che aveva caratterizzato gli ultimi venti giorni di contrattazioni. Il prezzo si trova ora nettamente al di sotto della media mobile esponenziale (EMA) a 200 periodi situata intorno a quota 1,1200; ciò indica chiaramente una tendenza ribassista consolidata.

L’indicatore Relative Strength Index (RSI) a 14 periodi è sceso sotto quota 40.00, confermando l’intensificazione del momentum ribassista. Al rialzo, la resistenza principale rimane fissata sul massimo del 28 aprile a quota 1,1425; al ribasso invece il supporto chiave è rappresentato dal minimo del 27 marzo a quota 1,0733.