In occasione del Ludwig Erhard Summit tenutosi a Gmund am Tegernsee, in Baviera, il Ministro tedesco per gli Affari Economici ed Energetici, Katherina Reiche (CDU), ha delineato una strategia ambiziosa per rilanciare l’economia tedesca, puntando su investimenti massicci nelle infrastrutture e una maggiore apertura al rischio.

Un decennio di investimenti: infrastrutture e capitale privato al centro della strategia

Secondo quanto dichiarato dal Ministro Reiche durante un’intervista rilasciata a CNBC, la Germania necessita urgentemente di un cambio di passo per uscire dalla stagnazione economica che ha caratterizzato gli ultimi anni. Il piano prevede un decennio di investimenti mirati in settori strategici quali:

  • Infrastrutture energetiche e sistemi di stoccaggio
  • Ponti e reti stradali
  • Infrastrutture marittime e portuali
  • Telecomunicazioni e digitalizzazione

Reiche ha sottolineato che solo il 10% circa degli investimenti previsti potrà essere finanziato direttamente con fondi pubblici. Il restante 90% dovrà necessariamente provenire dal settore privato, rendendo cruciale la collaborazione tra Stato e imprese.

Velocità e semplificazione normativa come fattori chiave

Per attrarre capitali privati e stimolare la crescita economica, il Ministro ha evidenziato l’importanza di agire rapidamente e ridurre gli ostacoli burocratici. Una regolamentazione troppo rigida proveniente da Bruxelles potrebbe infatti scoraggiare gli investimenti delle aziende e frenare lo sviluppo delle start-up innovative.

Anche Veronika Grimm, membro del Consiglio degli Esperti Economici tedeschi, intervenuta al summit, ha ribadito la necessità di rivedere le normative esistenti per favorire l’innovazione tecnologica e migliorare la competitività delle imprese tedesche sui mercati internazionali.

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L’economia tedesca tra stagnazione e rischio recessione

Dopo due anni consecutivi (2023-2024) caratterizzati da una lieve contrazione del PIL annuale, la Germania si trova ancora in una situazione economica delicata. I dati preliminari relativi al primo trimestre del 2025 mostrano una crescita modesta dello 0,2%, appena sufficiente ad evitare formalmente una recessione tecnica.

Le previsioni economiche restano tuttavia poco incoraggianti: il precedente governo aveva già annunciato che anche il 2025 sarebbe stato un anno di crescita zero. Per invertire questa tendenza negativa, secondo Reiche è necessario mettere in cima all’agenda politica misure concrete per incentivare gli investimenti privati.

Priorità: energia più economica, sicurezza degli approvvigionamenti e meno burocrazia

Tra le priorità indicate dal Ministro figurano:

  • Riduzione dei costi energetici per le imprese, elemento cruciale per mantenere competitiva l’industria manifatturiera tedesca;
  • Miglioramento della sicurezza energetica nazionale, attraverso diversificazione delle fonti e potenziamento delle reti;
  • Semplificazione amministrativa e riduzione della burocrazia, per facilitare nuovi progetti imprenditoriali ed edilizi.

Sfide strutturali per i settori chiave dell’economia tedesca

Diverse industrie strategiche stanno affrontando sfide significative. Ad esempio:

  • Settore automobilistico: sotto pressione a causa della crescente concorrenza cinese e dell’introduzione di nuovi dazi commerciali;
  • Edilizia abitativa e infrastrutturale: rallentata da costi elevati delle materie prime e procedure burocratiche complesse;
  • Commercio internazionale: penalizzato dall’incertezza generata dalle politiche tariffarie degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump.

Piano fiscale straordinario da 500 miliardi di euro per rilanciare l’economia

A inizio anno il governo tedesco aveva già annunciato un’importante svolta fiscale, modificando temporaneamente le regole sul debito pubblico per consentire maggiori spese nel settore della difesa e varando un pacchetto straordinario da circa 500 miliardi di euro (562,4 miliardi di dollari), destinato proprio agli investimenti infrastrutturali.

Tuttavia, secondo il Ministro Reiche, queste misure non saranno sufficienti senza un coinvolgimento diretto del settore privato e senza una revisione profonda delle normative europee che oggi frenano innovazione e crescita.

L’obiettivo dichiarato è dunque quello di creare condizioni favorevoli affinché la Germania possa tornare ad essere competitiva a livello globale entro i prossimi dieci anni.